La caduta della "Barriera di protezione antifascista" fu anche il primo passo verso la riunificazione della Germania e la fine della Guerra Fredda. Il 9 novembre 1989 il governo della Ddr autorizzò il passaggio nella parte ovest della capitale tedesca, sancendo di fatto il crollo del Muro di Berlino.
La storia del Muro di Berlino comincia di fatto il 4 febbraio 1945, quando Franklin Delano Roosevelt, Josif Stalin e Winston Churchill si riuniscono a Livadja, in Unione Sovietica, per la Conferenza di Jalta. La fine della Seconda Guerra Mondiale era imminente e bisognava decidere l'assetto del nuovo ordine mondiale. Era stato preceduto dalla Conferenza di Teheran (28/11 - 1/12/1943) e sarà seguito dalla Conferenza di Potsdam 17/7-2/8/1945).
Sul modello dell'intera Germania, anche la città di Berlino, capitale del Reich, venne divisa in 4 settori, amministrati dalle potenze vincitrici in base alle zone che avevano occupato militarmente. La parte occidentale della città venne affidata a Stati Uniti, Inghilterra e Francia, mentre l'intera porzione orientale fu posta sotto tutela dell'Unione Sovietica.
Stalin chiese quindi che le tre potenze della Germania Ovest pagassero riparazioni di guerra per consentire all'economia orientale di ripartire, nonostante questo non fosse stato concordato a Jalta. Il Presidente americano Harry Truman rifiutò e introdusse il marco tedesco al posto della valuta di occupazione. Il 24 giugno 1948 Stalin decise per la linea dura: siccome l'intera Berlino ricadeva nella zona sovietica (era stata l'Armata Rossa a liberarla dai nazisti), la parte ovest venne completamente isolata. Gli Stati Uniti, scartata la possibilità di una colonna corazzata, organizzarono un enorme ponte aereo per rifornire Berlino Ovest, effettuando 228mila voli in un anno. Il Blocco di Berlino finì il 12 maggio 1949, ma i voli continuarono fino a settembre per accumulare scorte sufficienti a un eventuale nuovo blocco.
La Francia decise di ritirare le proprie truppe per concentrarsi sull'Indocina, seguita dall'Inghilterra, che scelse di risparmiare risorse per potenziare il proprio sistema di welfare. Gli Stati Uniti riunificarono così le tre zone in un'unico Stato sotto il loro controllo, la Repubblica Federale Tedesca, con capitale Bonn. Il 7 ottobre 1949, di contro, Berlino Est diventava capitale della Repubblica Democratica Tedesca (est). Inizialmente la circolazione era libera ma, visto l'afflusso di persone da est a ovest, la Germania Est decise di chiudere tutti i varchi dal 1952. Nonostante il divieto, 2,5 milioni di tedeschi riuscirono a lasciare Berlino Est. Nel 1958 la Nato condannò con la Dichiarazione di Berlino la decisione sovietica di chiudere i varchi. Per far fronte all'esodo di cittadini, professionisti e militari, nella notte tra il 12 e il 13 agosto 1961 l'Unione Sovietica costruì un muro di cemento che arrivò a essere alto 3,6 metri, con il pretesto di difendersi da un'eventuale aggressione da ovest.
Il muro venne migliorato per tre volte, fino a diventare una vera e propria fortificazione. Nel 1975 venne creata la "striscia della morte", una porzione di muro superprotetta dove si verificarono le maggior parte dei decessi, costituita da 105 km di fossato anticarro, 302 torri di guardia e 20 bunker. L'unico varco, per stranieri e turisti, era il famoso Checkpoint Charlie, sulla Friedrichstrasse.
Durante 28 anni furono 5mila i tentativi riusciti di passaggio da Berlino Est a Ovest, un numero enormemente inferiore rispetto ai 2,5 milioni del periodo precedente. Le guardie sovietiche uccisero tra 192 e 239 cittadini che tentarono di varcare il confine. La prima fu Ida Siekmann, il 22 agosto 1961.
L'immagine delle guardie dell'Armata Rossa che sparavano contro i cittadini tedeschi risultò disastrosa per l'Unione Sovietica e il comunismo in generale. Fecero molto scalpore la foto di Hans Schumann, un soldato comunista che saltò il filo spinato nel 1961, e la morte di Peter Fechter, che venne colpito nella "striscia della morte" e lasciato morire dissanguato sotto gli occhi dei media.
Il 16 giugno 1963 il presidente degli Stati Uniti John Fitzgerald Kennedy in visita a Berlino Ovest, pochi mesi prima di essere assassinato, utilizzò il Muro come metafora del fallimento del comunismo, pronunciando lo storico discorso che terminava con "Ich bin ein Berliner" ("Io sono un berlinese").
La sorte del Muro fu segnata dal progressivo collasso dell'Unione Sovietica e della Cortina di Ferro. Nel 1989 l'Ungheria eliminò ogni restrizione al confine con l'Austria ma, visto che oltre 13mila tedeschi dell'Est attraversarono la frontiera, l'Unione Sovietica impose che il confine non potesse essere attraversato dai cittadini non ungheresi. Lo sforzo diplomatico ottenne che si potesse andare in Occidente ma solo riattraversando la frontiera della Germania Est.
La Ddr iniziò così a rimpatriare i profughi, sotto lo sguardo attonito del mondo. Il primo ministro della Ddr Erick Honecker fu costretto a dimettersi dalle proteste di piazza, sostituito da Egon Krenz.
Il Partito di Unità Socialista (Sed) decise di istituire un permesso per passare in confine con la Germania Ovest, ma disse erroneamente che le nuove regole erano in vigore fin da subito. Decine di migliaia di berlinesi si accalcarono così sotto il Muro, rendendo impossibile respingerli e costringendo le autorità dell'Est ad aprire per la prima volta i posti di blocco. Era il 9 novembre 1989, considerata la data ufficiale della caduta del Muro di Berlino, che nelle settimane successive i berlinesi iniziarono ad abbattere spontaneamente.
Il 18 marzo 1990 si tennero le prime e uniche elezioni libere nella Repubblica Democratica Tedesca, che dovevano eleggere un governo che avesse il solo scopo di riunificare le due Germanie. Il 21 luglio si tenne uno storico concerto sotto il Muro di Roger Waters, ex bassista dei Pink Floyd, che cantò dal vivo The Wall.
Il 3 ottobre 1990 la Germania venne ufficialmente riunificata per incorporazione dei 5 Lander della Ddr nella Repubblica Federale Tedesca dell'Ovest.
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Il Muro di Berlino venne costruito il 13 agosto 1961 per impedire ai cittadini di Berlino Est di espatriare verso la parte Ovest della città. Rimase in piedi fino al 9 novembre 1989 |
La storia del Muro di Berlino comincia di fatto il 4 febbraio 1945, quando Franklin Delano Roosevelt, Josif Stalin e Winston Churchill si riuniscono a Livadja, in Unione Sovietica, per la Conferenza di Jalta. La fine della Seconda Guerra Mondiale era imminente e bisognava decidere l'assetto del nuovo ordine mondiale. Era stato preceduto dalla Conferenza di Teheran (28/11 - 1/12/1943) e sarà seguito dalla Conferenza di Potsdam 17/7-2/8/1945).
Sul modello dell'intera Germania, anche la città di Berlino, capitale del Reich, venne divisa in 4 settori, amministrati dalle potenze vincitrici in base alle zone che avevano occupato militarmente. La parte occidentale della città venne affidata a Stati Uniti, Inghilterra e Francia, mentre l'intera porzione orientale fu posta sotto tutela dell'Unione Sovietica.
Stalin chiese quindi che le tre potenze della Germania Ovest pagassero riparazioni di guerra per consentire all'economia orientale di ripartire, nonostante questo non fosse stato concordato a Jalta. Il Presidente americano Harry Truman rifiutò e introdusse il marco tedesco al posto della valuta di occupazione. Il 24 giugno 1948 Stalin decise per la linea dura: siccome l'intera Berlino ricadeva nella zona sovietica (era stata l'Armata Rossa a liberarla dai nazisti), la parte ovest venne completamente isolata. Gli Stati Uniti, scartata la possibilità di una colonna corazzata, organizzarono un enorme ponte aereo per rifornire Berlino Ovest, effettuando 228mila voli in un anno. Il Blocco di Berlino finì il 12 maggio 1949, ma i voli continuarono fino a settembre per accumulare scorte sufficienti a un eventuale nuovo blocco.
La Francia decise di ritirare le proprie truppe per concentrarsi sull'Indocina, seguita dall'Inghilterra, che scelse di risparmiare risorse per potenziare il proprio sistema di welfare. Gli Stati Uniti riunificarono così le tre zone in un'unico Stato sotto il loro controllo, la Repubblica Federale Tedesca, con capitale Bonn. Il 7 ottobre 1949, di contro, Berlino Est diventava capitale della Repubblica Democratica Tedesca (est). Inizialmente la circolazione era libera ma, visto l'afflusso di persone da est a ovest, la Germania Est decise di chiudere tutti i varchi dal 1952. Nonostante il divieto, 2,5 milioni di tedeschi riuscirono a lasciare Berlino Est. Nel 1958 la Nato condannò con la Dichiarazione di Berlino la decisione sovietica di chiudere i varchi. Per far fronte all'esodo di cittadini, professionisti e militari, nella notte tra il 12 e il 13 agosto 1961 l'Unione Sovietica costruì un muro di cemento che arrivò a essere alto 3,6 metri, con il pretesto di difendersi da un'eventuale aggressione da ovest.
Il muro venne migliorato per tre volte, fino a diventare una vera e propria fortificazione. Nel 1975 venne creata la "striscia della morte", una porzione di muro superprotetta dove si verificarono le maggior parte dei decessi, costituita da 105 km di fossato anticarro, 302 torri di guardia e 20 bunker. L'unico varco, per stranieri e turisti, era il famoso Checkpoint Charlie, sulla Friedrichstrasse.
Durante 28 anni furono 5mila i tentativi riusciti di passaggio da Berlino Est a Ovest, un numero enormemente inferiore rispetto ai 2,5 milioni del periodo precedente. Le guardie sovietiche uccisero tra 192 e 239 cittadini che tentarono di varcare il confine. La prima fu Ida Siekmann, il 22 agosto 1961.
L'immagine delle guardie dell'Armata Rossa che sparavano contro i cittadini tedeschi risultò disastrosa per l'Unione Sovietica e il comunismo in generale. Fecero molto scalpore la foto di Hans Schumann, un soldato comunista che saltò il filo spinato nel 1961, e la morte di Peter Fechter, che venne colpito nella "striscia della morte" e lasciato morire dissanguato sotto gli occhi dei media.
Il 16 giugno 1963 il presidente degli Stati Uniti John Fitzgerald Kennedy in visita a Berlino Ovest, pochi mesi prima di essere assassinato, utilizzò il Muro come metafora del fallimento del comunismo, pronunciando lo storico discorso che terminava con "Ich bin ein Berliner" ("Io sono un berlinese").
La sorte del Muro fu segnata dal progressivo collasso dell'Unione Sovietica e della Cortina di Ferro. Nel 1989 l'Ungheria eliminò ogni restrizione al confine con l'Austria ma, visto che oltre 13mila tedeschi dell'Est attraversarono la frontiera, l'Unione Sovietica impose che il confine non potesse essere attraversato dai cittadini non ungheresi. Lo sforzo diplomatico ottenne che si potesse andare in Occidente ma solo riattraversando la frontiera della Germania Est.
La Ddr iniziò così a rimpatriare i profughi, sotto lo sguardo attonito del mondo. Il primo ministro della Ddr Erick Honecker fu costretto a dimettersi dalle proteste di piazza, sostituito da Egon Krenz.
Il Partito di Unità Socialista (Sed) decise di istituire un permesso per passare in confine con la Germania Ovest, ma disse erroneamente che le nuove regole erano in vigore fin da subito. Decine di migliaia di berlinesi si accalcarono così sotto il Muro, rendendo impossibile respingerli e costringendo le autorità dell'Est ad aprire per la prima volta i posti di blocco. Era il 9 novembre 1989, considerata la data ufficiale della caduta del Muro di Berlino, che nelle settimane successive i berlinesi iniziarono ad abbattere spontaneamente.
Il 18 marzo 1990 si tennero le prime e uniche elezioni libere nella Repubblica Democratica Tedesca, che dovevano eleggere un governo che avesse il solo scopo di riunificare le due Germanie. Il 21 luglio si tenne uno storico concerto sotto il Muro di Roger Waters, ex bassista dei Pink Floyd, che cantò dal vivo The Wall.
Il 3 ottobre 1990 la Germania venne ufficialmente riunificata per incorporazione dei 5 Lander della Ddr nella Repubblica Federale Tedesca dell'Ovest.
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