Il Papa che convocò il Concilio di Trento, che darà il via alla Controriforma cattolica dopo lo scisma protestante. Il 10 novembre 1549 moriva a 81 anni Paolo III, al secolo Alessandro Farnese, il Papa che autorizzò la fondazione della Compagnia di Gesù.
Alessandro Farnese nacque a Canino, nella Maremma laziale, nei pressi di Viterbo), il 29 febbraio 1468. Era figlio di Pier Luigi I Farnese, signore di Montalto, e Giovannella Caetani, discendente dalla prestigiosa famiglia nobiliare che aveva dato 2 Papi alla Chiesa: Gelasio II (1118 - 1119) e Bonifacio VIII (1294 - 1303). Egli era il terzo di cinque figli, il secondo dei maschi.
La famiglia Farnese arrivò al massimo splendore durante il pontificato di Paolo III, arrivando a governare il Ducato di Parma e Piacenza (dal 1545 al 1731) e il Ducato di Castro (dal 1537 al 1649). I Farnese furono grandi mecenati d'arte e la loro collezione è oggi nota come Collezione Farnese, facendo realizzare edifici a Roma come Palazzo Farnese, oggi sede dell'Ambasciata di Francia, e la Chiesa del Gesù. La casata, discendente dallo stesso Paolo III, che aveva 4 figli, è estinta dal 1731, data della morte senza eredi di Antonio Farnese ultimo Duca di Parma e Piacenza. Dopo quella data il Ducato passò nelle mani dei Borbone, discendenti di Elisabetta Farnese, Regina consorte di Spagna come moglie di Re Filippo V di Borbone. La sua morte, nel 1766, segna la definitiva estinzione dei Farnese.
Alessandro Farnese, essendo il secondogenito, venne avviato alla carriera ecclesiastica e ricevette una solida educazione umanistica a Roma per succedere al padre, con precettori d'eccezione, come l'umanista Pomponio Leto per le lettere antiche, la storia e la cultura classica e lo scienziato Alberto Piglio per le discipline matematiche e scientifiche. Ma a Roma, con grande disappunto del padre Pier Luigi, si distinse per una condotta godereccia e violenta. Addirittura il giovane Alessandro, a soli 20 anni, venne arrestato per rissa ed espulso da Roma con provvedimento papale, nonostante la sua ascendenza. Il padre lo inviò allora a Firenze, ospite di Lorenzo de' Medici, dove il suo precettore fu Marsilio Ficino, filosofo, umanista e astrologo fra i più influenti del primo Rinascimento italiano, conoscendo personalità come Giovanni Pico della Mirandola e gli altri rampolli della nobiltà italiana, tra cui Giovanni de' Medici, figlio di Lorenzo il Magnifico, e Giulio de' Medici, suo nipote, figlio del fratello Giuliano, assassinato nel 1478, a nemmeno 25 anni, durante la Congiura dei Pazzi. Sia Giovanni che Giulio diventeranno poi Papi, il primo come Leone X e il secondo come Clemente VII.
Alla morte del padre Pier Luigi, nel 1487, gli succedette il primogenito Angelo, fratello maggiore di Alessandro, che aveva sposato la primogenita della famiglia Orsini, imparentando le due casate. Alessandro Farnese non voleva fare il sacerdote, ma, tornato a Roma al termine della condanna, si mise al servizio di Papa Innocenzo VIII come protonotario apostolico. Nel frattempo la fama della famiglia Farnese cresceva, arrivando a diventare una delle più potenti e rampanti del Centro Italia. Alessandro VI lo nominò prima Tesoriere Generale (anche se solo per un anno, prima di affidare l'incarico al fidato cugino Francesco Borgia), poi, 23 settembre 1493, a 25 anni, lo creò cardinale diacono dei Santi Cosma e Damiano, dispensandolo dall'ordinazione sacerdotale. Il motivo era presto detto: la sorella di Alessandro, Giulia Farnese, era una delle amanti del Papa, il che valse a Farnese il soprannome popolare di "Cardinal Fregnese".
Nel 1494 la morte improvvisa del fratello Angelo lo lasciò, completamente a sorpresa, a capo della casata Farnese, di cui era l'unico maschio superstite, trovandosi così con fatica a gestire sia il patrimonio familiare che la propria carriera ecclesiastica. Nel 1495 venne nominato Legato pontificio di Viterbo e il 28 aprile 1499, a 30 anni, viene nominato vescovo di Montefiascone e Corneto, senza ricevere per anni la consacrazione episcopale. Se avesse pronunciato i voti di celibato ecclesiastico, infatti, la sua famiglia si sarebbe estinta. Nel 1502 fu nominato Legato della Marca Anconitana.
Tuttavia a Roma Farnese aveva iniziato a intrattenere relazioni amorose, per giunta con una donna sposata, Silvia Ruffini, moglie di un mercante romano, Giovanni Battista Crispo. Dopo la morte del marito, Silvia Ruffini visse apertamente il concubinato con il cardinale Farnese, al quale diede ben 4 figli: Costanza, Pier Luigi, Ranuccio e Paolo. Farnese partecipò ai suoi primi 2 Conclavi, nel 1503, che elessero prima Pio III (Francesco Nanni Todeschini-Piccolomini), mancato dopo appena 26 giorni, e poi Giulio II (Giuliano della Rovere), di cui fu tra i più accesi sostenitori.
Lo stesso Giulio II, in cambio, acconsentì alla richiesta del cardinale Farnese di dare una discendenza alla sua casata e legittimò i due figli maschi superstiti Pier Luigi e Ranuccio (Paolo era morto a soli 8 anni), mentre Costanza venne riconosciuta come figlia naturale ma non membro a pieno titolo della casata. Costanza verrà poi data in sposa dal padre al conte Bosio II Sforza di Santa Fiora, di cui assicurerà la discendenza del casato dandogli ben 9 figli.
Nel 1508, nel frattempo, il cardinale Alessandro Farnese era stato nominato vescovo di Parma e Arciprete della Basilica di San Giovanni in Laterano.
Nel 1513, dopo l'elezione dell'amico Giovanni de' Medici come Papa Leone X, Alessandro Farnese acquistò l'antico Palazzo Ferriz e gli edifici circostanti nel rione Regola e scelse di edificarvi una maestosa residenza romana per la propria famiglia, Palazzo Farnese. I lavori si interruppero per il sacco di Roma nel 1527 e furono ripresi nel 1541, all'elezione papale di Farnese, sotto la direzione prima di Antonio da Sangallo e poi di Michelangelo. La famiglia Farnese acquisterà poi, sulla sponda opposta del Tevere, anche Villa Chigi, che prese il nome di Farnesina, e affidò a Giacomo della Porta l'incarico di progettare un'ampia facciata posteriore verso il Tevere, completata nel 1589, e collegare con un ponte i due edifici, cosa che non venne mai realizzata. Dopo l'estinzione dei Farnese, il Palazzo passerà ai Borbone, diventerà residenza dell'ultimo Re di Napoli Francesco II, in esilio dopo l'Unità d'Italia, e nel 1911 verrà acquistato dal Governo francese, che vi installerà la propria Ambasciata in Italia e l'Ecole Française, istituto che si occupa di ricerca storica, archeologica e di scienze sociali. L'Italia, simmetricamente, comprò l'Hôtel de La Rochefoucauld-Doudeauville (o Hôtel de Boisgelin) a Parigi, facendone la sede della propria Ambasciata in Francia.
Ottenuto il riconoscimento papale ai propri figli, Alessandro potè quindi lasciare al figlio Pier Luigi, appena 16enne, la guida del casato Farnese e farsi ordinare sacerdote il 26 giugno 1519, a 51 anni, venendo nominato per l'occasione anche cardinale vescovo di Frascati, mentre dal 1516 era Protodiacono. Il 2 luglio successivo lo stesso Papa Leone X volle consacrarlo vescovo. Partecipò nel 1521 al Conclave che elesse l'olandese Adriano VI e a quello dell'anno seguente che elesse l'amico Giulio de' Medici come Clemente VII. Nel 1524 viene eletto Decano del Collegio Cardinalizio, ma non è presente a Roma nei giorni del Sacco dei lanzichenecchi del 1527. Da quell'episodio, tuttavia, nonostante la sua carica di Decano preferì stabilirsi a Parma, città di cui era vescovo.
Nel 1530 fu inviato personale di Clemente VII alla cerimonia di incoronazione di Carlo V d'Asburgo a imperatore e il 13 dicembre 1532 accompagnò l'imperatore nel suo ingresso a Bologna, dove si riconciliò con il Papa dopo il Sacco di Roma che aveva ordinato 5 anni prima. Visto il successo della sua mediazione, Farnese venne nominato dal Papa ambasciatore pontificio in Germania e per le città di Münster e Colonia.
Di ritorno dal matrimonio della nipote Caterina de' Medici con il Re di Francia Enrico II, che lui stesso aveva celebrato, nel 1533 Clemente VII si ammalò di febbri e venne costretto a letto. Indebolito dalla malattia, il Papa morì il 25 settembre 1534, a 56 anni, dopo aver mangiato un'amanita phalloides.
Alessandro Farnese, in qualità di Decano, aprì il Conclave l'11 ottobre nel Palazzo Apostolico (per lui era il 6°) alla presenza di 46 cardinali e, caso eccezionale all'epoca, durò appena 2 giorni.
Infatti, il partito degli italiani, composto da una decina di cardinali, sosteneva Ippolito de' Medici, nipote di Clemente VII, arcivescovo di Avignone e legato pontificio a Perugia e in Umbria. Inviso alla maggioranza degli altri cardinali, che non volevano un terzo Papa Medici in meno di 50 anni, gli veniva opposto il francese François de Tournon, arcivescovo di Bourges.
Ben sapendo che non avrebbe mai avuto i voti necessari, il cardinale Giovanni di Lorena, principe/vescovo di Metz, a nome del Re di Francia, propose ufficialmente la candidatura del Decano Alessandro Farnese, anziano, stimato e sopra le parti. Vista la sua indipendenza e autorità, ben presto tutto il Collegio Cardinalizio si unì alla proposta, nonostante fosse ben 10 anni più anziano del Papa defunto. Il 13 ottobre 1534, a 66 anni, Alessandro Farnese venne eletto Papa all'unanimità e scelse il nome di Paolo III, venendo incoronato il 3 novembre.
Paolo III scelse innanzitutto di rimanere imparziale nelle guerre tra l'imperatore del Sacro Romano Impero Carlo V d'Asburgo e il Re di Francia Francesco I, entrambi cattolici, incoraggiandoli piuttosto a concentrarsi nella lotta contro la diffusione del protestantesimo, rappresentato dagli ugonotti in Francia e dai luterani in Germania, con cui Francesco I era però alleato.
Il 17 dicembre 1538, poi, Paolo III scomunicò il Re d'Inghilterra Enrico VIII, che aveva scelto di risposarsi e staccarsi dalla comunione con Roma. Successivamente tentò di formare una coalizione di Re cattolici contro l'Inghilterra, che stava decisamente prendendo un indirizzo protestante, ma i due principali Stati cattolici, Francia e Impero, erano troppo impegnati nella guerra tra loro per imbarcarsi in un'avventura del genere.
Vista la crescente diffusione delle idee protestanti, il 21 luglio 1542 Paolo III emanò la costituzione Licet ab initio, con la quale fu istituita l'Inquisizione Romana, che aveva il compito di istruire processi contro chi propagasse idee diverse dall'ortodossia cattolica.
L'intero pontificato di Paolo III fu infatti dedicato a contrastare il diffondersi della Riforma protestante, inizialmente allargando il Collegio Cardinalizio con l'inserimento di figure favorevoli a una riforma cattolica e poi decidendo di convocare un Concilio Ecumenico, 30 anni dopo il Lateranense V.
Nel 1537 Paolo III si recò personalmente dall'imperatore Carlo V d'Asburgo, a cui promise che la sede del Concilio sarebbe stata Mantova. Il Duca d'Este, tuttavia, pur alleato dell'Imperatore, rifiutò di ospitare l'assise, dichiarando di non poterne sostenere le spese. Paolo III scelse allora Vicenza, nel territorio della Repubblica di Venezia, che aveva buoni rapporti sia con i tedeschi sia con i francesi, ma tutte le delegazioni all'ultimo si ritirarono a causa dello scoppio dell'ennesima guerra tra le due potenze.
Finalmente, il 22 maggio 1542 Paolo III indisse il Concilio con la bolla Initio nostri, scegliendo come sede Trento. La città era infatti considerata la scelta più opportuna in quanto si trovava a metà strada tra Roma e la Germania ed era sede di un principato vescovile appartenente all'Impero germanico guidato dal principe-vescovo Cristoforo Madruzzo, che nel 1545 lo stesso Paolo III creerà cardinale. A causa della guerra continua, il Concilio fu sospeso il 6 luglio del 1543 e riconvocato l'anno dopo con la bolla Laetare Jerusalem del 19 novembre 1544. Il Concilio si aprì solennemente nella cattedrale di San Vigilio a Trento il 13 dicembre 1545, in assenza del Papa che, anziano, preferì restare a Roma.
Il Concilio contò inizialmente pochi prelati, quasi tutti italiani, che dibatterono per i primi due anni su questioni di carattere procedurale, in assenza di un accordo tra il Papa e Carlo V: infatti mentre l'Imperatore cercava di portare il dibattito su temi riformisti, il Papa cercava di riaffermare la supremazia della teologia cattolica.
Anche la scelta di Trento non piaceva a molti cardinali, che la consideravano una sottomissione all'impero germanico. Il Papa tentò più volte di fare marcia indietro e trasferire i lavori in una città più vicina a Roma, ma l'opposizione dell'Imperatore rimase ferma. Nel febbraio 1547, tuttavia, a Trento scoppiò un'epidemia di peste, che provocò la partenza di molti prelati italiani. I Padri Conciliari, per la propria sicurezza, decisero allora, con la maggioranza dei due terzi, di trasferire la sede del Concilio da Trento a Bologna. A Bologna si tennero due sessioni, la prima nello stesso 1547; e la seconda nel 1549.
Carlo V, in risposta, arrivò a un passo dal rompere i rapporti diplomatici con Roma, inviando a gennaio 1548 una solenne ambasceria di protesta in Vaticano e poi facendo emanare il 30 giugno 1548 ad Augusta un provvedimento provvisorio, il cosiddetto Interim di Augusta che concedeva, fino a una decisione definitiva del Concilio, ai protestanti il matrimonio dei preti e la possibilità per i laici di poter bere dal calice durante la liturgia della Messa, pratica che nel rito cattolico è riservata solo ai sacerdoti, facendo la comunione sotto entrambe le specie del pane e del vino. Della restituzione dei beni ecclesiastici sequestrati non si faceva parola.
All'ingerenza indebita dell'Imperatore nella sfera dei diritti ecclesiastici si aggiunse anche la morte del Re di Francia Francesco I che privava il Papa di un forte alleato. Il 13 settembre 1549, due mesi prima di morire, Paolo III quindi decise di sospendere il Concilio, che riprese solo nel 1551 sotto il successore Giulio III e si concluderà, dopo altre 2 fasi, nel 1564 sotto Pio IV.
Al Concilio avevano anche preso parte due teologi gesuiti, Ordine che lo stesso Paolo III aveva ufficialmente approvato il 27 settembre 1540, con la bolla Regimini Militantis Ecclesiae. La pratica era in attesa da 2 anni, quando Sant'Ignazio di Loyola aveva proposto alla Santa Sede l'istituzione della Compagnia.
Il 2 giugno 1537, inoltre, Paolo III fece pubblicare la bolla Veritas Ipsa (conosciuta anche come Sublimis Deus) nella quale condannava la riduzione in schiavitù degli amerindi. Il Papa, infatti, decise di mettere fine alle numerose dispute che tenevano banco nelle università europee sulla natura degli abitanti del Nuovo Mondo: dovevano essere considerati "animali superiori" o "uomini inferiori"? Il Pontefice chiarì che essi sono "veri uomini" e "non possono essere assolutamente privati della loro libertà e del possesso dei loro beni, anche se sono fuori dalla fede di Gesù Cristo. Per questo, dovranno convertirsi alla religione di Gesù Cristo mediante la predica della Parola e l'esempio di costumi edificanti".
Paolo III doveva anche occuparsi della discendenza della casata Farnese. Il 14 marzo 1537 Paolo III costituì il Ducato di Castro, scambiando la cittadina e i territori circostanti con i discendenti di Bartolomeo Farnese, fratello Ranuccio Farnese detto il Vecchio, nonno del Papa, i feudi di Latera e Farnese. A capo del Ducato pose il primogenito Pier Luigi Farnese, da sempre considerato il suo erede, e per lui acquistò dall'Imperatore Carlo V, con i soldi della Santa Sede, anche i Ducati di Parma e Piacenza. Paolo III offrì in cambio 12.000 unità di fanteria, 500 cavalieri e una considerevole quantità di denaro, oltre alle cittadine di Camerino e Nepi. Il 17 agosto 1545 Paolo III costituì ufficialmente il Ducato di Parma e Piacenza, ponendovi a capo sempre il figlio Pier Luigi, erede al trono il nipote Ottavio Farnese ed estendendone la sovranità ai discendenti maschi e legittimi per ordine di primogenitura.
Pier Luigi iniziò a fortificare il nuovo Ducato, non solo dal punto di vista murario: il 4 giugno 1547 fece sposare la figlia Vittoria con il Duca di Urbino Guidobaldo II Della Rovere e stipulò il contratto di fidanzamento tra il figlio Orazio Farnese e Diana di Valois, figlia del Re di Francia Enrico II.
Tuttavia Ferrante I Gonzaga, conosciuto in Italia come Don Ferrante, Governatore di Milano e acerrimo nemico dei Farnese, organizzò una congiura di palazzo con il benestare dell'Imperatore Carlo V, preoccupato per l'eccessiva frammentazione del Centro Italia a danno del potere imperiale. Pier Luigi Farnese venne così assassinato il 10 settembre 1547 a Piacenza. Paolo III, ormai anziano, rimase molto colpito dalla morte violenta del figlio e, davanti ai cardinali, accusò pubblicamente Ferrante dell'omicidio chiedendo, invano, che Carlo V facesse giustizia.
Il Ducato di Castro verrà riconquistato con la forza dallo Stato Pontificio nel 1649, sotto Benedetto XIII Orsini, mentre il Ducato di Parma e Piacenza, all'estinzione dei Farnese nel 1731, passò prima agli Asburgo e poi ai Borbone, che vi crearono il ramo dei Borbone-Parma, sopravvivendo fino all'Unità d'Italia, nel 1860.
Inoltre, Paolo III dovette affrontare anche la rivolta di Perugia, causata nel 1540 dall'incremento della tassa sul sale. La città cacciò i priori nominati dal Papa e istituì un Governo dei venticinque, con 5 delegati per ogni rione. Paolo III scomunicò l'intera popolazione della città e radunò un esercito per muovergli guerra, mettendovi a capo proprio il figlio Pier Luigi Farnese. Sconfitta, Perugia perse ogni autonomia all'interno dello Stato Pontificio. Paolo III fece costruire sopra Perugia anche la Rocca Paolina, per assicurare al proprio legato un baluardo di difesa in caso di ulteriori rivolte.
Paolo III fu uno dei più grandi mecenati del Rinascimento italiano, accordando protezione a dotti e a letterati, e facendo costruire e restaurare cappelle, chiese e grandi monumenti romani. Durante il suo pontificato, ad esempio, venne edificata la Cappella Paolina nel Palazzo Apostolico in Vaticano e fu avviata la costruzione della Sala Regia, oltre a una villa fortificata sul Campidoglio come residenza estiva per la propria famiglia, la Torre di Paolo III, abbattuta nel 1886 per far posto al Vittoriano. In generale, Paolo III promosse un nuovo sviluppo edilizio di Roma, abbellendola con nuove vie e fontane, e migliorandone la viabilità. Per la propria famiglia, inoltre, ancora prima ancora dell'elezione al soglio pontificio, creò una grande collezione di opere d'arte, la Collezione Farnese, che nel 1734 venne trasferita a Napoli, in quanto l'ultima Farnese, Elisabetta, era madre del Re di Napoli Carlo III e il patrimonio passò a lui in eredità.
Il più grande tra i protagonisti della stagione d'oro di Paolo III a Roma fu Michelangelo Buonarroti, che vi si stabilì nel 1534, quando il Papa gli commissionò il Giudizio Universale. In seguito Paolo III lo rese sovrintendente a vita ai lavori della Basilica di San Pietro in Vaticano, responsabile della costruzione di un nuovo bastione, tuttora esistente, nella cinta delle Mura leonine, e della sistemazione della Piazza del Campidoglio. Anche Tiziano venne convocato a Roma dal Papa ed eseguì diversi ritratti suoi e della sua famiglia.
La salute di Paolo III, già molto anziano, peggiorò improvvisamente dopo una violento alterco con i nipoti Alessandro Farnese (che il figlio Pier Luigi aveva chiamato come lui in suo onore) e Ottavio riguardo a chi dovesse guidare i Ducati dopo la morte di Pier Luigi. Alessandro era infatti il primogenito ma era cardinale, e per questo Pier Luigi, su consiglio del padre, aveva scelto Ottavio come Duca. Nel 1546, a soli 16 anni, Paolo III aveva creato cardinale anche l'altro nipote Ranuccio Farnese, anch'egli figlio di Pier Luigi.
Il 10 novembre 1549, dopo 15 anni di pontificato, Paolo III si spense a 81 anni nel Palazzo Apostolico e venne sepolto nella Basilica di San Pietro. Il 7 febbraio 1550 verrà eletto come suo successore il cardinale Giovanni Maria Ciocchi del Monte, che assumerà il nome di Giulio III.
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