L'interruzione del periodo di pace successivo alla fine della Seconda Guerra Mondiale e il rischio di un nuovo conflitto che avrebbe incendiato il pianeta. Ma anche l'inizio di un'inimicizia tra due Stati che ancora oggi non accenna a placarsi. Il 25 giugno 1950 iniziava la Guerra di Corea, quando il Nord filosovietico invase il Sud filoamericano.
In Corea del Sud il conflitto si chiama 625, dalla data in cui ebbe inizio, mentre in Corea del Nord è conosciuto come Guerra per la Liberazione della Patria.
In Corea del Sud il conflitto si chiama 625, dalla data in cui ebbe inizio, mentre in Corea del Nord è conosciuto come Guerra per la Liberazione della Patria.
Il Giappone aveva imposto la sua sovranità sulla Corea unita nel 1905, strappandola all'Impero Russo con la trionfale Guerra Russo-Giapponese. Nel 1919 la Cina nazionalista fondò il Governo Provvisorio della Repubblica di Corea, che iniziò una guerriglia nel Paese ma non riuscì a ottenere riconoscimento internazionale.
Durante la Seconda Guerra Mondiale la fazione comunista capeggiata da Kim Il-Sung intensificò le operazioni di guerriglia contro i giapponesi, che avevano annesso il Paese. Fu nelle Conferenze di Yalta (1943) e Teheran (1945) che si iniziò a impostare il futuro assetto della Corea come Stato indipendente, anzichè perennemente conteso tra Unione Sovietica, Cina e Giappone.
Durante la Seconda Guerra Mondiale la fazione comunista capeggiata da Kim Il-Sung intensificò le operazioni di guerriglia contro i giapponesi, che avevano annesso il Paese. Fu nelle Conferenze di Yalta (1943) e Teheran (1945) che si iniziò a impostare il futuro assetto della Corea come Stato indipendente, anzichè perennemente conteso tra Unione Sovietica, Cina e Giappone.
Vinta la guerra in Europa, il 9 agosto 1945, tre giorni dopo la bomba atomica su Hiroshima, l'Unione Sovietica dichiarò guerra al Giappone imperiale e il giorno successivo occupò la parte settentrionale della Penisola coreana. Furono i colonnelli americani Dean Rusk e Charles Bonesteel III a dividere la Corea in due zone di occupazione, il Nord sovietico e il Sud americano, una spartizione molto simile a quella messa in atto per la Germania. Venne scelto il 38° parallelo come confine ma l'amministrazione non fu conflittuale come a Berlino. Si mise perfino a punto una commissione unica russo-americana che avrebbe dovuto collaborare nell'amministrazione della Corea.
L'incapacità di arrivare a un accordo sulla forma di uno Stato unitario fece però arenare i lavori della Commissione. Il 10 maggio 1948 il governo americano organizzò elezioni politiche, che portarono al varo di una Costituzione e all'elezione di Syngman Rhee come primo Presidente della Corea del Sud. Al Nord, invece, l'Unione Sovietica scelse di instaurare un governo comunista guidato da Kim Il-Sung. Poi, come previsto dai trattati di pace, sia Mosca che Washington ritirarono le proprie truppe dai due Stati.
Durante la Guerra Civile cinese, che portò alla creazione della Repubblica Popolare Cinese nel 1949, il Nord appoggiò Mao Zedong e il Sud lo sconfitto Chiang Kai-Shek. Nel 1949 le forze della Corea del Sud erano state indebolite da numerose rivolte comuniste e Kim Il-Sung cercò l'appoggio di Stalin per un'invasione: le forze comuniste avevano vinto in Cina, gli Stati Uniti sembravano poco inclini a imbarcarsi in un'altra guerra e l'Unione Sovietica era riuscita a far detonare la sua prima bomba atomica.
All'alba del 25 giugno 1950 l'esercito della Corea del Nord varcò il confine con il Sud, dando inizio alla guerra. Seul cadde due giorni dopo e l'esercito sudcoreano venne ridotto da 95mila a 22mila unità dai combattimenti. L'amministrazione Truman era impreparata all'invasione e considerava il teatro asiatico di minore importanza rispetto a quello europeo. Si esitò a intervenire per non iniziare un'altra guerra mondiale, ma poi prevalse la convinzione che, dopo la vittoria dei comunisti in Cina, un'altro successo avrebbe potuto scatenare rivolte antiamericane in tutto il mondo.
Il 27 giugno 1950 le Nazioni Unite diedero mandato agli Stati di fornire assistenza militare alla Corea del Sud e gli Usa furono i primi a farlo. Inizialmente il coinvolgimento americano non diede i risultati sperati: i tagli alla Difesa operati dal governo per sostenere le spese della ricostruzione misero in difficoltà i soldati, che furono costretti ad arretrare fino all'angolo sud-orientale della Corea, difendendo appena il 10% del territorio. Fu allora che il governo americano incrementò le risorse a disposizione arrivando a schierare 180mila soldati, quasi il doppio delle forze sovietiche. Un massiccio sbarco di marines americani avvenne a Incheon, mentre il supporto aereo e navale portò a un sostanziale ribaltamento di fronte.
Il 25 settembre le forze americane ripresero Seul e ben presto si riassestarono sulla linea del 38° parallelo. Il 1° ottobre gli Stati Uniti decisero di invadere la Corea del Nord, causando 335mila morti e 135mila prigioneri di guerra, riconquistando in breve tempo tutto il Paese.
Mentre nel governo Usa infuriava il dibattito se invadere anche la Cina o meno, Pechino decise il 25 ottobre di attaccare l'esercito americano sotto il comando di Zhou Enlai, senza confrontarsi con l'Unione Sovietica. Nei primi giorni del 1951, le forze cinesi e nordcoreane diedero il via a una massiccia offensiva, contrastata dalla simmetrica Operazione Killer americana a febbraio. Seul passò di mano 5 volte in un anno. La città era in rovina, con una popolazione passata da 1,5 milioni a 200mila persone. Truman decise di sollevare dal comando il generale MacArthur, eroe della Seconda Guerra Mondiale, per aver contraddetto gli ordini governativi e di affidare le sorti della guerra al generale Ridgway.
Offensive e controffensive avevano condotto a uno stallo militare in un Paese ormai devastato. Il 10 luglio 1951 a Kaesong, antica capitale della Corea unita, iniziarono le trattative per un armistizio, che entrarono presto anch'esse in stallo. Entrambe le fazioni, infatti, non volevano perdere terreno e i combattimenti di fatto proseguirono in battaglie che non portarono svolte significative, come Bloody Ridge, Triangle Hill o Kumsong.
Il principale problema dei negoziati, che si trasferirono presto nel villaggio neutrale di Panmunjom, era la sorte dei prigionieri di guerra perché molti soldati comunisti rifiutavano di essere rimpatriati al Nord. Le Nazioni Unite istituirono un'apposita commissione sotto la guida del generale indiano Thimayya e l'elezione di Dwight Eisenhower come Presidente degli Stati Uniti diede la definitiva spinta alle trattative.
Il 27 luglio 1953 Stati Uniti, Nazioni Unite, India e Cina firmarono l'armistizio che di fatto pose fine alla guerra, anche se a esso non seguì mai un trattato di pace vero e proprio. Il Presidente sudcoreano Syngman Rhee rifiutò di firmare.
La Corea del Nord non nascose mai le sue mire espansionistiche verso sud neanche nei decenni successivi, con atti provocatori e schermaglie lungo la zona demilitarizzata tra i due Paesi. Nel 1975, dopo la vittoria dei comunisti in Vietnam, Kim Il-Sung pianificò una nuova invasione del Sud ma dovette desistere a causa del rifiuto di Mao Zedong ad appoggiare una nuova guerra in Corea.
L'ultima seria minaccia allo status quo è arrivata nel 2013, quando Kim Jong-Un, nipote di Kim Il-Sung e attuale leader della Corea del Nord, aveva rivendicato l'illegittimità dell'armistizio del 1953 e aveva dichiarato guerra alla Corea del Sud, atto a cui, però, non è poi seguita alcuna azione militare.
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