L'8 maggio 1945, con la resa incondizionata della Germania, finiva la Seconda Guerra Mondiale in Europa. In Asia proseguirà fino al 15 agosto, quando il Giappone si arrese dopo le conseguenze delle bombe atomiche.
Con l'accerchiamento di Berlino, il destino del regime nazista era segnato, anche se Adolf Hitler scelse di non fuggire fino all'ultimo, nonostante si fosse convinto che la guerra era perduta. Il Fuhrer si convinse che il suo vice Hermann Goring, che lui stesso aveva designato come suo successore nel 1941, stesse tentando un colpo di Stato e lo fece destituire da tutti i suoi incarichi.
Dal 27 aprile Berlino venne tagliata fuori dal resto della Germania. Hitler venne informato che il capo delle SS Heinrich Himmler aveva offerto la sua resa agli Alleati e che l'Armata Rossa era arrivata a Potsdamer Platz e stava pianificando l'assalto al Fuhrerbunker. Decise quindi, la sera del 29 aprile, di sposare Eva Braun e di dettare il suo testamento alla sua segretaria.
Lo stesso giorno, Hitler apprese della fucilazione di Benito Mussolini e dei gerarchi fascisti e scelse di non seguire la stessa sorte. Si fece dunque consegnare delle capsule di cianuro dal medico Werner Haase, testandole sul proprio cane Blondi che morì immediatamente.
Nella mattinata del 30 aprile, con i sovietici a meno di 400 metri dal bunker, a Hitler venne comunicata la totale disfatta dell'esercito e l'estrema scarsità di munizioni. Intorno alle 15:30 Adolf Hitler si uccise con un colpo di pistola alla tempia, mentre Eva Braun ingerì una capsula di cianuro. I loro corpi vennero sommariamente bruciati con della benzina nel cortile del bunker e seppelliti nel cratere di una bomba.
Il comando passò all'ammiraglio Karl Donitz, che inizialmente si rifiutò di firmare la resa. Il 2 maggio, mentre ancora si combatteva, l'Armata Rossa entrò nel bunker. I resti di Hitler e di Eva Braun vennero trasferiti a Magdeburgo, mentre quelli degli altri gerarchi nazisti vennero sepolti in un punto segreto nel cortile della cancelleria del Reich.
Temendo che il luogo di sepoltura di Hitler potesse diventare un santuario neonazista, il capo del Kgb Andropov ordinò nel 1946 la completa distruzione dei resti, che vennero bruciati, frantumati e gettati nel fiume Biederitz.
Alcuni giorni dopo la morte di Hitler, la resa della Germania sul fronte ovest venne firmata da generale Alfred Jodl il 7 maggio a Reims. La resa definitiva verrà firmata il giorno successivo, l'8 maggio 1945, dal feldmaresciallo Wilhelm Keitel. La Seconda Guerra Mondiale in Europa era finita.
Con la presa di Yangon e Manila, era chiaro che il Giappone aveva perso la guerra, ma il fanatismo e la resistenza a oltranza dei soldati rendeva difficile agli americani l'avanzata verso Tokyo. Si pensò a uno sbarco di fanteria come accaduto in Europa, ma i generali alleati, vista la resistenza incontrata a Okinawa e Iwo Jima, stimarono oltre un milione e mezzo di morti tra le proprie fila.
Gli Stati Uniti scelsero così di utilizzare la bomba atomica, recentemente sviluppata dal Progetto Manhattan. Il 6 e il 9 agosto 1945 due bombe atomiche colpirono le città di Hiroshima e Nagasaki. L'impatto, unito all'invasione sovietica della Manciuria, fu talmente devastante che il Giappone capitolò quasi immediatamente, il 15 agosto 1945.
Con l'accerchiamento di Berlino, il destino del regime nazista era segnato, anche se Adolf Hitler scelse di non fuggire fino all'ultimo, nonostante si fosse convinto che la guerra era perduta. Il Fuhrer si convinse che il suo vice Hermann Goring, che lui stesso aveva designato come suo successore nel 1941, stesse tentando un colpo di Stato e lo fece destituire da tutti i suoi incarichi.
Dal 27 aprile Berlino venne tagliata fuori dal resto della Germania. Hitler venne informato che il capo delle SS Heinrich Himmler aveva offerto la sua resa agli Alleati e che l'Armata Rossa era arrivata a Potsdamer Platz e stava pianificando l'assalto al Fuhrerbunker. Decise quindi, la sera del 29 aprile, di sposare Eva Braun e di dettare il suo testamento alla sua segretaria.
Lo stesso giorno, Hitler apprese della fucilazione di Benito Mussolini e dei gerarchi fascisti e scelse di non seguire la stessa sorte. Si fece dunque consegnare delle capsule di cianuro dal medico Werner Haase, testandole sul proprio cane Blondi che morì immediatamente.
Nella mattinata del 30 aprile, con i sovietici a meno di 400 metri dal bunker, a Hitler venne comunicata la totale disfatta dell'esercito e l'estrema scarsità di munizioni. Intorno alle 15:30 Adolf Hitler si uccise con un colpo di pistola alla tempia, mentre Eva Braun ingerì una capsula di cianuro. I loro corpi vennero sommariamente bruciati con della benzina nel cortile del bunker e seppelliti nel cratere di una bomba.
Il comando passò all'ammiraglio Karl Donitz, che inizialmente si rifiutò di firmare la resa. Il 2 maggio, mentre ancora si combatteva, l'Armata Rossa entrò nel bunker. I resti di Hitler e di Eva Braun vennero trasferiti a Magdeburgo, mentre quelli degli altri gerarchi nazisti vennero sepolti in un punto segreto nel cortile della cancelleria del Reich.
Temendo che il luogo di sepoltura di Hitler potesse diventare un santuario neonazista, il capo del Kgb Andropov ordinò nel 1946 la completa distruzione dei resti, che vennero bruciati, frantumati e gettati nel fiume Biederitz.
Alcuni giorni dopo la morte di Hitler, la resa della Germania sul fronte ovest venne firmata da generale Alfred Jodl il 7 maggio a Reims. La resa definitiva verrà firmata il giorno successivo, l'8 maggio 1945, dal feldmaresciallo Wilhelm Keitel. La Seconda Guerra Mondiale in Europa era finita.
Con la presa di Yangon e Manila, era chiaro che il Giappone aveva perso la guerra, ma il fanatismo e la resistenza a oltranza dei soldati rendeva difficile agli americani l'avanzata verso Tokyo. Si pensò a uno sbarco di fanteria come accaduto in Europa, ma i generali alleati, vista la resistenza incontrata a Okinawa e Iwo Jima, stimarono oltre un milione e mezzo di morti tra le proprie fila.
Gli Stati Uniti scelsero così di utilizzare la bomba atomica, recentemente sviluppata dal Progetto Manhattan. Il 6 e il 9 agosto 1945 due bombe atomiche colpirono le città di Hiroshima e Nagasaki. L'impatto, unito all'invasione sovietica della Manciuria, fu talmente devastante che il Giappone capitolò quasi immediatamente, il 15 agosto 1945.
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