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35° - Motu Proprio Ecclesia Dei

Un "atto scismatico", i cui membri venivano condannati alla scomunica. Il 2 luglio 1988 Giovanni Paolo II emetteva il motu proprio Ecclesia De Eucharestia, in cui venivano estromessi dalla Chiesa Marcel Lefebvre, fondatore della Fraternità Sacerdotale San Pio X

Marcel Lefebvre (1905 - 1991), missionario francese, primo arcivescovo di Dakar e Superiore Generale dell'Ordine Spiritano, nel 1970 fondò la Fraternità Sacerdotale San Pio X. Venne scomunicato il 2 luglio 1988 per aver consacrato 4 vescovi senza il mandato della Santa Sede


Marcel Lefebvre era nato a Tourcoing, Francia, il 29 novembre 1905. Originario di una famiglia profondamente cattolica, da cui erano originati numerosi vescovi e un cardinale (Jean Lefebvre de Chèverus, arcivescovo di Bordeaux dal 1826 al 1836, creato cardinale nel 1836, cinque mesi prima di morire, da Gregorio XVI), il padre Renè era stato eroe antifascista, deportato dai nazisti nel campo di concentramento di Sonnenburg, torturato e ucciso nel 1944 senza che il suo corpo sia mai stato ritrovato. La madre Gabrielle fu terziaria francescana e volontaria vincenziana. Dei suoi 6 fratelli, un altro sarà sacerdote e ben tre suore. 
Nel 1923, a 18 anni, sentendo maturare la vocazione al sacerdozio, entra nel Seminario di Santa Chiara a Roma, gestito dai Padri Spiritani. Dopo il servizio militare, viene ordinato sacerdote il 21 settembre 1929, a 23 anni, da Achille Liènart, vescovo di Lille, poi cardinale.
Dopo alcuni mesi come vicario parrocchiale in un quartiere operaio di Lille, Lefebvre sceglie di entrare nei Padri Spiritani e nel 1932 parte per il Gabon come missionario, diventando docente di dogmatica e sacra scrittura al seminario di Libreville, che raggruppava tutti i seminaristi delle colonie francesi nella regione. Nel 1934 venne promosso rettore del seminario e il Paese, sotto il suo impulso evangelizzatore, divenne secondo più cristiano d'Africa, con il raddoppio della popolazione cattolica. Nel 1945, dopo 13 anni in Africa, venne richiamato in Francia come direttore del seminario spiritano di Mortain, ma ormai la sua fama di evangelizzatore era ben nota. 
Il 12 giugno 1947, a 41 anni, viene elevato vescovo e reinviato in Africa come  vicario apostolico di Dakar, in sostituzione del connazionale e confratello Auguste Grimault, con il compito di organizzare le circoscrizioni cattoliche dell'Africa occidentale. In breve gli furono affidati anche gli incarichi di amministratore apostolico di Saint Louis du Sènegal e delegato apostolico in Africa Francofona e Madagascar, rappresentante pontificio in 18 colonie francesi. Oltre all'esponenziale aumento di cattolici, diocesi e chiese, il 14 settembre 1955, a 49 anni, diventò il primo arcivescovo metropolita di Dakar.
Le sue idee rigidamente tradizionaliste, tuttavia, gli alienarono negli Anni '50 le simpatie dei vertici della Chiesa, che iniziarono a confinarne sempre di più l'influenza.
Il 23 gennaio 1962, a 56 anni, viene richiamato in Francia come vescovo della piccola diocesi di Tulle, incarico che mantiene solamente 6 mesi, prima di essere eletto Superiore Generale dei Padri Spiritani e trasferirsi a Roma. Pochi mesi dopo si apriva il Concilio Vaticano II.

La Fraternità Sacerdotale San Pio X venne fondata nel 1970 da Lefebvre con sede a Econe, in Svizzera. Attiva in 17 Paesi, conta circa 700 sacerdoti. Dal 2018 Superiore Generale è l'italiano don Davide Pagliarani


Lefebvre partecipò al Concilio come membro della Commissione preparatoria, per volere di Giovanni XXIII, e durante i lavori si schierò con l'ala conservatrice. Come padre conciliare, non diede il placet a due Costituzioni Apostoliche e criticò la riforma liturgica. Con la conclusione del Concilio, Lefebvre iniziò a spostare l'Ordine verso posizioni sempre più conservatrici, fino a venire sfiduciato come Superiore Generale nel 1968 e abbandonare l'Ordine.
Lefebvre sceglie allora di ritirarsi in Svizzera per iniziare i lavori per la fondazione di un'organizzazione che abbracciasse tutti i critici del Concilio: la Fraternità Sacerdotale San Pio X venne istituita nel 1970, con sede a Econe, in Svizzera, con l'approvazione del vescovo di Losanna - Ginevra - Friburgo. Fin da subito, benchè fosse al di fuori della Francia, l'episcopato francese iniziò a denunciare la formazione anticonciliare che veniva data a Econe, dotata di un proprio seminario. 
Nel 1975, tuttavia, la Santa Sede affidò a Pierre Mamie, vescovo di Losanna - Ginevra - Friburgo, un'ispezione a Econe dopo la quale, in accordo con la Conferenza Episcopale Svizzera, il Vaticano ritirò il riconoscimento, ordinò la chiusura del seminario e il divieto di ordinare nuovi sacerdoti e di aprire nuove case. Nel 1976, inoltre, Lefebvre venne sospeso a divinis da Paolo VI, ossia gli venne proibito l'esercizio pubblico del ministero sacerdotale. 
Fin da subito, l'arcivescovo rese noto che nè lui nè le persone a lui fedeli avrebbero rispettato queste disposizioni. Il 15 agosto 1976 Lefebvre celebrò anzi messa nel palazzetto dello sport della Fiera di Lilla, a cui parteciparono 7000 persone, sfidando così le disposizioni vaticane. A settembre si recò in Vaticano per un colloquio con Paolo VI, ma rifiutò ogni trattativa. 
Con l'elezione di Giovanni Paolo II nel 1978 i rapporti con il Vaticano migliorarono e sembrò aprirsi uno spiraglio di riconciliazione, ma Lefebvre si dimostrò rigido nelle sue posizioni, continuando a ordinare sacerdoti e celebrare messa. Dopo il raduno interreligioso di Assisi del 1986, in occasione del quale aveva scritto una vibrante lettera di protesta, sentendo le prime avvisaglie della malattia, annunciò l'intenzione di consacrare nuovi vescovi che avrebbero proseguito la sua opera. 
Il cardinale Joseph Ratzinger, Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, tentò un'opera di mediazione e, dopo due incontri con Lefebvre, la Santa Sede incaricò di una visita apostolica il cardinale canadese Edouard Gagnon, Presidente del Pontificio Consiglio della Famiglia e più vicino alle posizioni conservatrici. 

Il 6 giugno 1971 Marcel Lefebvre benedisse la prima pietra del Seminario Internazionale San Pio X di Econe, dove tuttora ha sede la Fraternità Sacerdotale San Pio X. In Italia la sede centrale è ad Albano Laziale


Dopo tale visita, nell'aprile 1988 cominciarono dei negoziati per regolarizzare la FSSPX all'interno della Chiesa. Il 5 maggio 1988 Lefebvre e Ratzinger firmano un protocollo di intesa che apriva la strada alla regolarizzazione come Società di Vita Apostolica dotata di autonomia, possibilmente guidata da un vescovo e libera di utilizzare i libri liturgici preconciliari. In cambio, Lefebvre prometteva obbedienza alla Chiesa e al Papa e accettava le conclusioni del Concilio Vaticano II. 
Il giorno dopo tuttavia, con enorme sorpresa, Lefebvre ritrattò. Non solo, annunciò di voler procedere con le consacrazioni episcopali, fatto che renderebbe la FSSPX un'entità scismatica e dunque automaticamente scomunicata. Per evitarlo, la Santa Sede gli concesse l'autorizzazione alla consacrazione di un solo vescovo il 15 agosto, ma Lefebvre la rifiutò, annunciando la cerimonia per 3 nuovi vescovi il 29 giugno. Di fronte al rifiuto del cardinale Ratzinger di ulteriori concessioni, Lefebvre annuncia la definitiva consacrazione dei vescovi senza mandato pontificio. Il 9 giugno Giovanni Paolo II fece un ultimo appello a non procedere, ma Lefebvre la settimana successiva in conferenza stampa annunciò i nomi dei nuovi vescovi, diventati 4: lo svizzero Bernard Fellay, il francese Bernard Tissier de Mallerais, l'inglese Richard Williamson e lo spagnolo Alfonso de Galarreta. 
Il 2 luglio 1988 Giovanni Paolo II emise così il motu proprio Ecclesia Dei, in cui scomunicava Lefebvre e il vescovo brasiliano Antonio de Castro Mayer, vescovo emerito di Campos, e i vescovi da loro ordinati. Lo stesso documento istituiva la Pontificia Commissione Ecclesia Dei per facilitare il futuro rientro nella Chiesa del membri della Fraternità, affidandone la presidenza al cardinale benedettino tedesco Paul Augustin Mayer, Prefetto della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti.
Marcel Lefebvre muore di cancro a Martigny il 25 marzo 1991, a 84 anni. Al funerale parteciparono anche sacerdoti e vescovi cattolici, visto che la scomunica non impedisce le esequie. Inizialmente sepolto nella chiesa del Seminario Internazionale San Pio X di Econe, nel 2020 è stato poi traslato nella cripta della chiesa del Cuore Immacolato di Maria. 
Negli anni successivi la FSSPX fondò altre succursali nei maggiori Paesi cattolici, tra cui Brasile e Ucraina. Nel 2002 la Società Sacerdotale San Giovanni Maria Vianney rientra in comunione con Roma. Nel 2005 Benedetto XVI, eletto da pochi mesi, volle ricevere due rappresentanti della Fraternità a Castel Gandolfo per riprendere il dialogo che lui stesso aveva interrotto con il fondatore tanti anni prima.
Nel 2008 il cardinale Darìo Castrillòn Hoyos, Presidente della Pontificia Commissione Ecclesia Dei, presentò un documento in 5 punti da sottoscrivere per il rientro nella Chiesa, non ratificata però dal Superiore Generale. L'atto più importante, però, è stato senza dubbio la revoca delle scomuniche impartite nel 1988 da parte di Benedetto XVI il 21 gennaio 2009, con la prospettiva di una piena unione. 
Il penultimo provvedimento è datato 27 marzo 2017, con cui papa Francesco ha deciso, su proposta della Congregazione per la Dottrina della Fede e della Pontificia commissione Ecclesia Dei, di autorizzare i vescovi delle diocesi sul cui territorio è presente la Fraternità a concedere la licenza per la celebrazione di matrimoni. L'ultimo è stato il 17 gennaio 2019, quando lo stesso Papa ha disposto la soppressione della Pontificia Commissione Ecclesia Dei e il trasferimento delle sue funzioni alla Congregazione per la Dottrina della Fede.

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