Il 16 aprile 1945 cominciava la Battaglia di Berlino, una delle ultime grandi offensive europee della Seconda Guerra Mondiale, che portò al crollo definitivo del regime nazista. Si concluse il 2 maggio con la resa incondizionata della Germania, dopo il suicidio di Adolf Hitler.
Tra gennaio e febbraio 1945 l'offensiva Vistola - Oder aveva permesso all'Armata Rossa di infliggere una sconfitta decisiva alle truppe tedesche sul fronte orientale, portando alla riconquista della Prussia Orientale e delle città di Danzica e Poznan. La linea del fronte era stata fissata 60 km a est della città di Berlino.
A sud la battaglia di Budapest aveva portato alla cattura anche della capitale ungherese, dopo che tre divisioni tedesche avevano fallito nel tentativo di rompere l'assedio alleato. Adolf Hitler, però, si rifiutò di considerare la resa e ritenne indispensabile una riconquista delle regioni perdute, lanciando tutte le sue risorse in controffensive senza speranza. Il 16 marzo fallì una controffensiva sul Lago Balaton e le truppe sovietiche ripresero in 24 ore il terreno che i tedeschi avevano preso in 10 giorni.
Oltre al morale a terra, mancavano carburante e armi, oltre al fatto che l'esercito tedesco aveva perso un milione di uomini tra giugno e settembre 1944. Il 12 aprile 1945 Hitler, che aveva deciso di rimanere a Berlino contro il parere dei suoi consiglieri, seppe della morte del presidente americano Franklin D. Roosevelt e pensò che il fronte alleato avrebbe potuto spaccarsi. Confermò quindi il suo proposito di lottare fino all'ultimo.
Gli eserciti alleati occidentali non avevano fatto alcun piano per prendere Berlino. Il comandante in capo Dwight Eisenhower pensò che fosse inutile sprecare risorse per una corsa a una città che sarebbe stata saldamente nell'orbita sovietica a guerra finita, con il rischio di uno scontro tra forze alleate. Si decise per un supporto aereo alle forze sovietiche, con bombardamenti notturni per 36 giorni consecutivi sulla capitale.
Stalin, dal canto suo, forte di un'armata da 2,5 milioni di uomini, pensava che gli Alleati non avrebbero abbandonato i territori conquistati e che fosse dunque necessario spingersi più a ovest possibile. Elemento essenziale era la cattura di Berlino, a causa della presenza di Adolf Hitler e di alcuni piani militari come le ricerche atomiche tedesche.
Il 16 aprile 1945 l'esercito russo diede inizio alle operazioni per riconquistare Berlino con la Battaglia di Seedow Heights, l'ultimo bastione difensivo prima della capitale. Il rapporto era di uno a dieci per i sovietici, che dopo tre giorni sfondarono le linee.
Il 20 aprile 1945, 56° compleanno di Hitler, Berlino venne circondata dall'Armata Rossa. Due giorni dopo, vedendo il completo accerchiamento della 9° Armata, Hitler si convinse che la guerra era perduta, ma decise comunque di non fuggire.
I 45mila soldati tedeschi a difesa della città continuarono a resistere fino all'ultimo uomo. Tra il 26 e il 29 aprile venne scagliata l'offensiva contro Berlino, con la caduta di alcune porzioni della città tra cui il Reichstag (2 maggio). Alle 4 del mattino Hitler firmò il proprio testamento e nel suo bunker sposò Eva Braun.
Alle prime ore del 30 aprile il generale Helmuth Wiedling informò Hitler che i soldati avrebbero esaurito le munizioni entro la giornata. Quello stesso pomeriggio Adolf Hitler ed Eva Braun si suicidarono.
Come da testamento, l'ammiraglio Karl Donitz divenne il nuovo capo del Reich e Joseph Goebbels Cancelliere. I sovietici chiesero una resa incondizionata, rifiutata dai nazisti. Quando Goebbels e sua moglie uccisero i loro cinque figli e si suicidarono, Wieldling autorizzò la resa. La notte tra il 2 e il 3 maggio l'esercito tedesco si arrese.
I morti nell'Armata Rossa furono 81mila, a cui vanno aggiunti 100mila soldati tedeschi e 125mila civili.
Tra gennaio e febbraio 1945 l'offensiva Vistola - Oder aveva permesso all'Armata Rossa di infliggere una sconfitta decisiva alle truppe tedesche sul fronte orientale, portando alla riconquista della Prussia Orientale e delle città di Danzica e Poznan. La linea del fronte era stata fissata 60 km a est della città di Berlino.
A sud la battaglia di Budapest aveva portato alla cattura anche della capitale ungherese, dopo che tre divisioni tedesche avevano fallito nel tentativo di rompere l'assedio alleato. Adolf Hitler, però, si rifiutò di considerare la resa e ritenne indispensabile una riconquista delle regioni perdute, lanciando tutte le sue risorse in controffensive senza speranza. Il 16 marzo fallì una controffensiva sul Lago Balaton e le truppe sovietiche ripresero in 24 ore il terreno che i tedeschi avevano preso in 10 giorni.
Oltre al morale a terra, mancavano carburante e armi, oltre al fatto che l'esercito tedesco aveva perso un milione di uomini tra giugno e settembre 1944. Il 12 aprile 1945 Hitler, che aveva deciso di rimanere a Berlino contro il parere dei suoi consiglieri, seppe della morte del presidente americano Franklin D. Roosevelt e pensò che il fronte alleato avrebbe potuto spaccarsi. Confermò quindi il suo proposito di lottare fino all'ultimo.
Gli eserciti alleati occidentali non avevano fatto alcun piano per prendere Berlino. Il comandante in capo Dwight Eisenhower pensò che fosse inutile sprecare risorse per una corsa a una città che sarebbe stata saldamente nell'orbita sovietica a guerra finita, con il rischio di uno scontro tra forze alleate. Si decise per un supporto aereo alle forze sovietiche, con bombardamenti notturni per 36 giorni consecutivi sulla capitale.
Stalin, dal canto suo, forte di un'armata da 2,5 milioni di uomini, pensava che gli Alleati non avrebbero abbandonato i territori conquistati e che fosse dunque necessario spingersi più a ovest possibile. Elemento essenziale era la cattura di Berlino, a causa della presenza di Adolf Hitler e di alcuni piani militari come le ricerche atomiche tedesche.
Il 16 aprile 1945 l'esercito russo diede inizio alle operazioni per riconquistare Berlino con la Battaglia di Seedow Heights, l'ultimo bastione difensivo prima della capitale. Il rapporto era di uno a dieci per i sovietici, che dopo tre giorni sfondarono le linee.
Il 20 aprile 1945, 56° compleanno di Hitler, Berlino venne circondata dall'Armata Rossa. Due giorni dopo, vedendo il completo accerchiamento della 9° Armata, Hitler si convinse che la guerra era perduta, ma decise comunque di non fuggire.
I 45mila soldati tedeschi a difesa della città continuarono a resistere fino all'ultimo uomo. Tra il 26 e il 29 aprile venne scagliata l'offensiva contro Berlino, con la caduta di alcune porzioni della città tra cui il Reichstag (2 maggio). Alle 4 del mattino Hitler firmò il proprio testamento e nel suo bunker sposò Eva Braun.
Alle prime ore del 30 aprile il generale Helmuth Wiedling informò Hitler che i soldati avrebbero esaurito le munizioni entro la giornata. Quello stesso pomeriggio Adolf Hitler ed Eva Braun si suicidarono.
Come da testamento, l'ammiraglio Karl Donitz divenne il nuovo capo del Reich e Joseph Goebbels Cancelliere. I sovietici chiesero una resa incondizionata, rifiutata dai nazisti. Quando Goebbels e sua moglie uccisero i loro cinque figli e si suicidarono, Wieldling autorizzò la resa. La notte tra il 2 e il 3 maggio l'esercito tedesco si arrese.
I morti nell'Armata Rossa furono 81mila, a cui vanno aggiunti 100mila soldati tedeschi e 125mila civili.
Commenti
Posta un commento