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75° - Morte di Benito Mussolini

Il 28 aprile 1945, negli ultimi giorni della Seconda Guerra Mondiale in Europa, a Giulino di Mezzegra veniva fucilato Benito Mussolini. Insieme a lui furono giustiziati l'amante Claretta Petacci e i gerarchi fascisti che come lui stavano cercando la fuga in Svizzera.


Mussolini lascia la prefettura di Milano il 25 aprile 1945. È l'ultima foto che lo ritrae vivo. Nato nel 1883, al momento della fucilazione aveva 61 anni

Primo ministro dal 1922 e dittatore dal 1925, Mussolini si era unito alla Germania nazista nella Seconda Guerra Mondiale nel 1940, ma la potenza militare italiana si era rivelata inadeguata al conflitto. Dopo gli sbarchi alleati in Sicilia, l'8 settembre 1943 l'Italia aveva siglato l'Armistizio di Cassibile e aveva posto il duce in arresto. Liberato dai tedeschi, era stato posto a capo della Repubblica di Salò, uno stato fantoccio sotto il controllo della Germania. 
Mussolini risiedeva nella prefettura di Milano quando nell'aprile 1945 gli Alleati sfondarono la Linea Gotica nell'Italia centrale e i tedeschi iniziarono la ritirata dal territorio italiano. Il CLNAI (Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia), che coordinava i partigiani, indisse un'insurrezione di massa nelle città del Nord. Quando Milano cadde, il 25 aprile Mussolini fuggì per cercare riparo in Svizzera. Lo stesso giorno il CLNAI dichiarò la pena di morte per i gerarchi fascisti. 
Il 27 aprile il convoglio tedesco su cui viaggiavano Mussolini e i suoi ultimi fedelissimi, una cinquantina di persone, venne bloccato dai partigiani a Dongo, sulle sponde nord-occidentali del Lago di Como. Riconoscendo Mussolini e Claretta Petacci, i partigiani comandati da Pier Luigi Bellini delle Stelle e Urbano Lazzaro lo portarono nella cascina di un contadino di nome De Maria, dove passò la notte. I combattimenti nell'area di Dongo erano ancora in corso e c'era il timore che il duce potesse venire liberato dai suoi alleati.
Sandro Pertini, uno dei leader partigiani più in vista, annunciò via radio la cattura di Mussolini e dichiarò che sarebbe stato sottoposto a un rapido processo da parte di un tribunale popolare. 


Una croce nera ricorda il luogo dell'esecuzione di Benito Mussolini e Claretta Petacci, davanti al cancello di Villa Belmonte a Giulino di Mezzegra

Non è chiaro chi ordinò la sommaria esecuzione di Mussolini. Palmiro Togliatti, Segretario Generale del Partito Comunista, disse di aver ordinato la pena di morte per il duce prima della sua cattura, ma il primo ministro Ivanoe Bonomi negò che questo ordine fosse stato dato con l'approvazione del governo. 
Sembra che la decisione definitiva sia stata presa nella notte tra il 27 e il 28 aprile da una riunione d'urgenza del CLNAI, che infatti dichiarerà che l'esecuzione fosse la conseguenza di decisioni prese dallo stesso organo. Il compito fu affidato a Walter Audisio, affiancato da Aldo Lampredi, che raggiunsero immediatamente Dongo. 
Mussolini e Claretta Petacci furono prelevati e portati a Giulino di Mezzegra, dove furono giustiziati dallo stesso Audisio alle 16:10 contro il muro di Villa Belmonte. Ancora oggi una croce nera ricorda il luogo dell'esecuzione. Gli altri gerarchi fascisti catturati seguirono la stessa sorte a poche ore di distanza. 


Dei 16 cadaveri trasportati in Piazzale Loreto il 29 aprile 1945, i 7 più noti vennero appesi per i piedi al traliccio di un distributore di benzina dai pompieri per salvarli dalla furia della folla

I corpi di Mussolini, Petacci e degli altri fascisti furono portati la mattina del 29 aprile in Piazzale Loreto a Milano. Nello stesso luogo erano stati fucilati 15 partigiani l'anno precedente e i loro corpi erano stati lasciati alla pubblica vista, e lo stesso accadde per quelli dei fascisti. Dopo una mattinata in cui vennero presi a calci, vennero appesi a un distributore di benzina a testa in giù per proteggerli dalla furia della folla. 
Le autorità americane ordinarono l'autopsia e poi la sepoltura in una tomba anonima nel cimitero di Musocco a Milano. Il giorno di Pasqua del 1946, però, la salma venne trafugata da un giovane fascista, Domenico Leccisi, e due amici. Verrà ritrovata tre mesi dopo alla Certosa di Pavia, mancante di una gamba. 
Si decise quindi di collocare il corpo di Mussolini in un convento di frati cappuccini a Cerro Maggiore, vicino a Milano, sempre tenendo segreta la località e senza informare nemmeno la famiglia dell'ex dittatore. Il 1° aprile 1957 il corpo di Mussolini venne definitivamente seppellito nel cimitero di Predappio, il suo paese natale.

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