Uno dei miracoli mariani più famosi della Sicilia e di tutto il Sud Italia. Il 29 agosto 1953 e i tre giorni successivi si compiva a Siracusa il prodigio della Madonna delle Lacrime.
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Tra il 29 agosto e il 1° settembre 1953 l'effigie in gesso del Cuore Immacolato di Maria, posta nella casa degli sposini Angelo Iannuso e Antonina Giusto a Siracusa, iniziò a lacrimare e proseguì, con varie interruzioni, per 4 giorni. Da allora, l'effigie ha preso il nome di Madonna delle Lacrime |
Tutto inizia con una giovane coppia, Angelo Iannuso, 27 anni, e Antonina Lucia Giusto, 20 anni, che si sposano a Siracusa a marzo 1953. Come regalo di nozze, la cognata Grazia va ad acquistare un'effigie della Madonna, un piccolo quadretto in gesso con una teca di vetro che raffigurava il Cuore Immacolato di Maria, da tenere sopra il letto coniugale. Comprata in un emporio cittadino, si scoprirà poi essere stata modellata a Bagni di Lucca dallo scultore Amilcare Santini per l'ILPA (Industrie Lucchesi Plastiche Artistiche). Danneggiata lievemente, era stata restaurata ed esposta per circa 6 mesi, prima dell'acquisto.
Antonina Giusto, al momento dei fatti, era incinta del primo dei suoi 4 figli. Tuttavia, soffriva di tossicosi gravidica, con frequenti abbassamenti della vista. Il 29 agosto 1953, alle 3 di notte, Antonina fu vittima di un attacco epilettico, che la privò della vista fino al mattino seguente. Quando tornò a vedere, la prima cosa che percepì furono le lacrime che scendevano dal quadretto della Madonna al capezzale del letto. Chiamò quindi immediatamente la cognata e la zia che, dopo un primo momento di incredulità, constatarono l'autenticità del fenomeno, con copiose lacrime che cadevano fino alla spalliera del letto.
La casa venne circondata quindi da una gran folla di curiosi e il marito Angelo, rientrando a casa dal lavoro e vedendo tutta quella gente davanti alla sua porta, ebbe un malore, pensando che fosse capitato qualcosa a sua moglie. Dopo pochi minuti, anch'egli fu testimone del prodigio. La polizia decise brevemente di portare il quadretto in questura per dispendere la folla ma decise la sera stessa di restituirlo, non facendo che aumentare la curiosità delle persone.
La mattina del 30 agosto Angelo e Antonina decisero di appendere l'immagine fuori dalla casa, in modo che fosse visibile a più persone possibile. E la lacrimazione avvenne, ripresa anche da un cineamatore. Si decise quindi di spostare nuovamente l'immagine nel piazzale della casa antistante, in modo che un cancello potesse proteggerla dalla folla.
Le lacrimazioni procedettero fino al 1° settembre, con qualche interruzione, per un totale di 58 volte. La curia di Siracusa procedette immediatamente alla nomina di una commissione di esperti e il Comune decise di collocare l'immagine, che ormai non lacrimava più, in una struttura provvisoria su una stele di pietra, in modo da poter regolare il flusso dei pellegrini in attesa di una sistemazione definitiva.
Accanto al fenomeno prodigioso, la commissione dovette anche esaminare alcune presunte guarigioni fisiche, di cui ne vennero riconosciute 300 solo nel 1953. Antonina fu la prima a guarire dai suoi malanni, ma fece anche rumore il caso di una bambina di 3 anni, Enza Moncada, che riprese a muovere il braccio destro paralizzato da due anni. L'altare quindi si riempì di protesi, stampelle e altri oggetti simili lasciati come ex voto.
L'immagine venne anche analizzata scientificamente. Anzi, la curia si attivò subito, ordinando al parroco don Giuseppe Bruno, i primissimi giorni dopo il fenomeno, di accompagnare il Direttore della sezione micrografica nell'Ufficio provinciale d'igiene al Foro siracusano Michele Cassola e la sua equipe medica per permettergli di esaminare l'icona.
Era il 1° settembre 1953. Davanti alla commissione, alle 11, si tenne l'ultima lacrimazione, di circa 15 minuti. Venne prelevato circa 1 centimetro cubico di liquido che, analizzato in laboratorio, si dimostrò compatibile con le lacrime umane. Il quadretto venne smontato e osservato al microscopio, dopodichè la commissione dichiarò il fenomeno non spiegabile scientificamente.
L'arcivescovo di Siracusa Ettore Baranzini si dimostrò molto cauto e, dopo un'udienza con Pio XII, scelse di istituire un tribunale speciale che esaminasse accuratamente la vicenda. Dopo 51 sessioni, il 12 dicembre 1953 la Conferenza Episcopale di Sicilia, presieduta dal cardinale Ernesto Ruffini, arcivescovo di Palermo, dichiarò miracolosa la lacrimazione del quadro.
Immediatamente, Baranzini costituì un comitato per la costruzione di un santuario mariano, comprando i terreni nel 1955. Dopo un concorso, vinse il progetto di due giovani architetti francesi, Michel Andrault e Pierre Parat. Tuttavia, la mole dell'edificio suscitò molte proteste per l'impatto paesaggistico, tanto che il Governo mise sotto vincolo l'area, impedendo la costruzione. Dopo alcune trattative, il Governo permise la costruzione a patto che l'edificio venisse abbassato di 20 metri, per un totale di 103 in altezza.
I lavori iniziarono solo nel 1966. La cripta venne consacrata il 29 agosto 1968, 15° anniversario della lacrimazione, dall'arcivescovo di Siracusa Gaetano Buonfiglioli, che vi collocò sull'altare maggiore il quadretto miracoloso. Durante gli scavi, venne fuori un tempio di epoca bizantina, un ipogeo, inglobato nella cripta, e un corso d'acqua dolce. I lavori per la basilica superiore inizieranno invece nel 1987. Sarà Giovanni Paolo II a consacrare ufficialmente la Basilica di Nostra Signora delle Lacrime il 6 novembre 1994. Oggi ha dignità di basilica minore e santuario regionale.
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