Patrono delle arti e fierissimo nemico di Martin Lutero. Il 1° dicembre 1521 moriva a soli 46 anni Leone X, al secolo Giovanni di Lorenzo de' Medici, l'ultimo Papa non sacerdote al momento dell'elezione.
Giovanni di Lorenzo de' Medici nacque a Firenze l'11 dicembre 1475. Era il quinto figlio su 8 (secondo maschio) di Lorenzo il Magnifico, a capo della Repubblica di Firenze, e Clarice Orsini. Il padre decise per lui la carriera ecclesiastica e a 7 anni Giovanni ricevette la tonsura.
Papa Innocenzo VIII (Giovanni Battista Cybo) aveva 2 figli illegittimi, nati prima della sua ordinazione. Il Magnifico ottenne che il maggiore, Franceschetto, sposasse sua figlia Maddalena in cambio di una porpora cardinalizia per l'altro figlio Giovanni. E così, nel suo unico concistoro, Innocenzo VIII creò cardinale Giovanni a soli 13 anni, affidandogli la diaconia di Santa Maria in Domnica, senza attendere che questi fosse sacerdote. La diaconia gli venne affidata solo in pectore. Nel frattempo ricevette un'educazione umanistica alla corte fiorentina da insegnanti come Pico della Mirandola, Angiolo Poliziano e Marsilio Ficino. Venne anche mandato per un anno a Pisa per studiare teologia e diritto canonico.
Nel 1492 Innocenzo VIII rese pubblico il suo cardinalato e Giovanni si trasferì a Roma, dove partecipò al Conclave che elesse Alessandro VI Borgia. Appena 10 giorni dopo il padre Lorenzo morì a soli 43 anni e il suo posto a capo di Firenze venne preso dal figlio maggiore Piero il Fatuo, fratello di Giovanni. Nel 1494 la famiglia Medici venne esiliata dal Re di Francia Carlo VIII e, mentre Piero si rifugiò a Venezia e Urbino, Giovanni, forte del suo rango di cardinale, andò in Germania, Paesi Bassi e Francia.
Durante il Giubileo del 1500 tornò a Roma, dove iniziò a vivere immerso nell'arte e nella letteratura. Nel 1503 partecipò al Conclave che elesse Giulio II, con cui aveva ottimi rapporti, e divenne capo della famiglia Medici dopo la morte del fratello Piero. Venne nominato legato apostolico a Bologna e in Romagna e messo dal Papa a capo dell'esercito pontificio per riconquistare Firenze. In un primo tempo Giovanni venne catturato dai francesi, ma nel 1513 una rivoluzione senza spargimento di sangue riportò i Medici alla guida della città. A capo di Firenze venne posto Giuliano de' Medici, fratello di Giovanni, che però manteneva l'influenza maggiore.
La maggior parte dei cardinali si trovava già a Roma, quando Giulio II si ammalò di febbri, dato che il Papa aveva convocato il Quinto Concilio Lateranense per discutere dei maggiori problemi della Chiesa. La salute del Papa divenne via via sempre più compromessa e divenne chiaro che ci sarebbe stato un Conclave a breve. Il Concilio riuscì ad approvare solo la norma che vietava la simonia. Il re di Francia Giovanni XII, informato dello stato di salute del Pontefice, ordinò ai cardinali di non entrare in Conclave fino all'arrivo dei cardinali francesi, ma essi disobbedirono. Giulio II morì a 69 anni la notte tra il 20 e il 21 febbraio 1513, dopo un decennio di pontificato.
Giovanni era alle prese con problemi di salute e, senza partecipare al Concilio, si era trasferito a Firenze per aiutare Giuliano nel governo della città quando venne raggiunto dalla notizia della morte del Papa. Si affrettò quindi a Roma, nonostante i dolori.
Dei 31 cardinali, 15 erano stati creati da Giulio II ed erano capeggiati dalla famiglia Della Rovere, mentre gli altri 16 erano stati creati dai precedenti Pontefici ed erano capeggiati dal cardinale Camerlengo Raffaele Riario. In tutto, solo 25 di essi entrarono in Conclave, iniziato il 4 marzo. Giovanni de' Medici, Protodiacono, ottenne di poter entrare in Conclave due giorni dopo, dopo essere stato operato per una fistola.
Contro ogni tradizione, prima del primo scrutinio il cardinale Riario lesse la bolla di Giulio II contro la simonia, appena approvata. Riario, considerato tra i favoriti, non ottenne un singolo voto nel primo scrutinio. Nonostante la famiglia Riario fosse odiata dai Medici perché implicata nella Congiura dei Pazzi del 1477, in cui era rimasto ferito il padre di Giovanni e ucciso lo zio Giuliano. Nonostante questo, Riario appoggiò Giovanni de' Medici, considerandolo preferibile all'elezione di uno straniero e dandogli i voti necessari all'elezione.
L'accordo portò anche la fazione dei cardinali più anziani ad appoggiare la candidatura di Giovanni. L'11 marzo 1513, a 37 anni, Giovanni de' Medici venne eletto Papa all'unanimità, scegliendo il nome di Leone X. Fu il cardinale Alessandro Farnese, futuro Papa Paolo III, secondo cardinale nell'ordine dei diaconi dopo lo stesso Giovanni, a pronunciare l'Habemus Papam. Non essendo sacerdote, venne ordinato il 15 marzo e consacrato vescovo di Roma il 17 marzo successivo dallo stesso Riario, segnando il ritorno della concordia tra le due famiglie. Fu l'ultimo Papa non sacerdote al momento dell'elezione.
La prima ambizione del nuovo Papa fu agevolare la carriera del fratello Giuliano e del nipote Lorenzo, creando un ampio Stato nell'Italia centrale sotto il controllo dei Medici. Nel 1516 Giuliano morì e Leone X finanziò una guerra contro il Duca di Urbino, che venne esiliato e sostituito da Lorenzo.
A causa del conflitto le relazioni con il Collegio Cardinalizio si deteriorarono, al punto che alcuni porporati tramarono per avvelenarlo. Il Papa arrivò ad arrestarli e perfino a mandarne a morte uno, Alfonso Petrucci, prima di indire un Concistoro per creare ben 31 nuovi cardinali, tutti a lui favorevoli. Raffaele Riario, l'uomo che aveva favorito la sua elezione, non era coinvolto ma sapeva del piano e non fece niente per avvertire il Papa. Leone X ordinò che fosse messo a morte. Riario si barricò nella dimora di famiglia, Palazzo Riario, accanto alla Basilica di San Lorenzo in Damaso, e ottenne salva la vita solo cedendolo al Papa, che lo affidò al cugino cardinale Giulio de' Medici, poi Papa Clemente VII, che lo rese sede della Cancelleria Apostolica. Da allora è noto come Palazzo della Cancelleria.
Preoccupato dall'avanzata dell'Impero Ottomano, capeggiato da Solimano il Magnifico, Leone X tentò di favorire una tregua tra le potenze cattoliche per lanciare una Crociata, ma non vi riuscì.
La questione più importante del suo pontificato, tuttavia, fu la nascita del Protestantesimo nel 1517, con l'affissione delle 95 Tesi di Martin Lutero sulla porta della Cattedrale di Wittenberg. Dopo un'iniziale tentativo di mediazione, nel 1520 il Papa emise la bolla Exsurge Domine in cui condannava le Tesi e l'anno successivo scomunicò Lutero, invitando l'imperatore Carlo V a prendere energiche misure per evitare il diffondersi del Luteranesimo.
Leone X dedicò i suoi ultimi anni alle questioni italiane, tentando di unire Ferrara, Parma e Piacenza allo Stato Pontificio. Nel 1521 siglò un trattato con Carlo V (a cui poi aderì anche l'Inghilterra) che prevedeva l'appoggio militare dell'Impero Asburgico alla protezione di Firenze e all'espansione dello Stato Pontificio in cambio dell'assegnazione a Carlo della corona di Napoli e di una solenne incoronazione imperiale.
Il Papa fece appena in tempo a vedere le tre città occupate dalle truppe pontificie e Milano conquistata dagli austriaci. Ammalatosi di broncopolmonite, Leone X morì il 1° dicembre 1521, a 46 anni, così improvvisamente che non si fece in tempo a conferirgli l'estrema unzione. Venne sepolto nella Basilica di Santa Maria sopra Minerva. Gli succedette il cardinale olandese Adriaan Florenz Boeyens, che prese il nome di Adriano VI, ultimo Pontefice non italiano prima di Giovanni Paolo II, oltre 450 anni dopo. Il cugino Giulio de' Medici sarà il suo bi-successore, Papa dal 1523 al 1534 con il nome di Clemente VII.
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