Il 13 novembre 2015 la Francia cade nel terrore. Nove terroristi affiliati all'Isis attaccano in punti diversi di Parigi, provocando 130 morti e 416 feriti nell'attacco terroristico più grave della storia di Francia dopo la Seconda Guerra Mondiale. A dieci mesi di distanza dall'attacco a Charlie Hebdo.
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La Torre Eiffel di Parigi spenta la sera del 13 novembre 2015, dopo gli attentati che costarono la vita a 130 persone. Furono gli attentati più sanguinosi in Europa dopo quelli le bombe nella metropolitana di Madrid l'11 marzo 2004, con 193 vittime |
La Francia aveva imparato fin troppo bene quanto potesse essere spietato il terrorismo jihadista. Il 7 gennaio 2015 i due fratelli Said e Chèrif Kouachi facevano irruzione nella redazione del settimanale satirico Charlie Hebdo, uccidendo 12 giornalisti. Saranno uccisi due giorni dopo in una fabbrica di Dammartin-en-Goele dalle forze speciali. A poche ore di distanza, Amedy Coulibaly prima uccideva una poliziotta a Parigi, poi prendeva altri ostaggi in un Hyper Cacher prima di venire ucciso. Con 20 morti, era la strage più sanguinosa di Francia dopo la bomba sul treno Strasburgo-Parigi a Vitry-le-François nel 1961, ad opera dell'Organizzazione Armata Segreta (OAS), che si opponeva all'indipendenza dell'Algeria.
Dopo quei giorni drammatici, il 2015 aveva visto numerosi piccoli attacchi continuare senza sosta su tutto il territorio francese: l'accoltellamento di tre guardie a Nizza, il tentativo di far esplodere una fabbrica a Saint-Quentin Fallavier e, ad agosto, un attentato al treno Amsterdam-Parigi, sventato dagli stessi passeggeri con appena 4 feriti.
L'Isis era nel pieno della sua guerra santa e aveva rivendicato, oltre agli attacchi di Charlie Hebdo, anche l'abbattimento del volo Metrojet 9268 in Russia, costato la vita a 224 persone, e il peggior attentato in Libano dalla fine della guerra civile, un attacco suicida a Beirut che aveva provocato 43 morti.
Si scoprirà dopo che l'Isis aveva mandato due cellule in Europa dalla Siria: una a Parigi e l'altra in Germania, nello Schleswig-Holstein, smantellata a settembre 2016 dalla polizia tedesca. Pare che i servizi segreti di Iraq e Turchia avessero avvertito la Francia di un attentato imminente sul suo territorio. In particolare a Parigi il teatro del Bataclan era stato oggetto di numerose minacce per il suo aperto supporto a Israele. Due fratelli ebrei, Pascal e Joel Laloux, avevano posseduto il locale per 40 anni prima di cederlo appena due mesi prima della strage.
L'azione del 13 novembre 2015 fu coordinata. Tre gruppi di terroristi lanciarono 6 differenti attacchi, con varie modalità e in vari punti della città. Allo Stade de France di Saint Denis c'è un'amichevole tra Francia e Germania, con in tribuna il Presidente francese François Hollande e il ministro degli esteri tedesco Frank-Walter Steinmeier (attuale Presidente della Germania). Tre attentatori si fanno saltare in aria all'esterno dello stadio, causando per fortuna soltanto un decesso oltre a loro stessi. Hollande lascia lo stadio ma decide che la partita continui regolarmente, senza informare pubblico e giocatori di quanto sta accadendo per non scatenare il panico. La nazionale tedesca non viene fatta tornare al proprio albergo e dorme allo stadio e i giocatori francesi scelgono di stare con loro.
Contemporaneamente, la città diventa bersaglio di altri terroristi, che entrano nei locali e sparano a casaccio. Fuori dal Cafè Bonne Bière rimangono a terra in 5, nel dehors de La Belle Epoque in 19, fuori da Le Carillon e all'interno di Le Petite Cambodge in 15.
Al teatro Bataclan, in Boulevard Voltaire, va in scena un concerto degli Eagles of Death Metal. Ci sono almeno 1500 persone. Tre uomini (Foued-Mohamed Aggad, Ismael Omer Mostefai e Samy Amimour) entrano e aprono il fuoco sulla folla. La polizia uccide Amimour, gli altri due si barricano all'interno con 12 ostaggi. Il blitz dei reparti speciali Raid salva tutti e 12 gli ostaggi, mentre gli attentatori si fanno saltare senza causare altre vittime. I morti nel teatro sono in tutto 90, tra cui l'italiana Valeria Solesin.
Solo uno degli attentatori sopravvisse. Si tratta di Salah Abdeslam, "tradito" dalla cintura esplosiva difettosa e oggetto di una delle più imponenti cacce all'uomo che l'Europa ricordi. Il Belgio si ricorda ancora il lockdown imposto a Bruxelles, ben prima che arrivasse il Covid. Il 21 novembre 2015 l'intelligence avvertì il governo che Abdeslam si stava nascondendo in città e l'esecutivo innalzò immediatamente l'allerta per terrorismo a livello massimo e chiuse tutti i negozi, invitando la popolazione a non uscire di casa. Abdeslam è stato poi catturato a Molenbeek, vicino a Bruxelles, il 18 marzo 2016 dopo una sparatoria.
In risposta agli attacchi, la Francia intensificò l'Opèration Chammal, la campagna aerea contro Isis, con 20 bombe sganciate sulla capitale Raqqa, con il supporto della portaerei Charles de Gaulle. Hollande confermò anche il piano di accoglienza per 30mila rifugiati siriani nei successivi 2 anni.
Purtroppo la Francia non ha smesso di essere bersaglio di fondamentalisti islamici:
- 26 luglio 2016 -> nella chiesa di Saint Etienne du Rouvray due attentatori uccidono l'anziano sacerdote Jacques Hamel
- 14 luglio 2016 -> Mohamed Lahouaiej-Bouhlel investe 86 persone alla guida di un tir sulla Promenade des Anglais di Nizza
- 20 aprile 2017 -> Karim Cheurfi spara a tre agenti di polizia all'Arco di Trionfo di Parigi, uccidendone uno
- 11 dicembre 2018 -> Chèrif Chekatt ai mercatini di Natale di Strasburgo uccide 6 persone, tra cui l'italiano Antonio Megalizzi
- 16 ottobre 2020 -> lo studente ceceno Abdoullakh Anzorov decapita il suo insegnante Samuel Paty a Conflains-Sainte-Honorine, sobborgo di Parigi
- 29 ottobre 2020 -> tre persone vengono uccise nella cattedrale di Nizza, tra cui una donna decapitata
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