Nove mesi di lavori, la proclamazione del dogma dell'infallibilità papale e una brusca interruzione. L'8 dicembre 1869 nella Basilica di San Pietro si apriva il Concilio Vaticano I, la 20° assemblea ecumenica della storia della Chiesa.
Non si teneva un Concilio da 306 anni, dalla chiusura del Concilio di Trento il 4 dicembre 1563.
Era il 1864 quando Pio IX iniziò a confidare ai collaboratori l'idea di indire un Concilio ecumenico. L'8 dicembre di quell'anno era stato pubblicato il Sillabo, appendice dell'enciclica Quanta cura che conteneva 80 proposizioni di condanna da parte della Chiesa di varie dottrina filosofiche: razionalismo, naturalismo, socialismo, comunismo, separatismo tra Stato e Chiesa, libertà di stampa, di opinione e di coscienza e indifferentismo religioso. La Chiesa, in sostanza, non veniva a patti con nessuna delle moderne ideologie.
L'8 dicembre era un giorno simbolico per Pio IX, che costruì tutta la prima parte del suo pontificato intorno alla difesa dell'ordine soprannaturale rispetto alla mondanità. Quel giorno del 1854 era stato proclamato il dogma dell'Immacolata Concezione, che ancora oggi è festa e che è alla base delle apparizioni di Lourdes del 1858.
C'erano voci contrarie alla proclamazione di un concilio, soprattutto perché non sembrava garantita la sicurezza dei partecipanti, visto che lo Stato Pontificio era seriamente minacciato dall'espansione del Regno d'Italia. L'Impero Austro-Ungarico era minacciato dall'espansione della Prussia, la Spagna, altra potenza cattolica, era in declino e la Francia di Napoleone III stava affrontando la Guerra franco-prussiana, che perderà il 1° settembre 1870 dopo la battaglia di Sedan.
Il Concilio venne solennemente convocato il 29 giugno 1867, festa dei Santi Pietro e Paolo, in occasione dell'800° anniversario del martirio di San Pietro. Vennero istituite 7 commissioni preparatorie, che in due anni misero a punto 50 schemi di decreto pontificio, di cui solamente 2 approdarono sui banchi.
Il Concilio Vaticano I venne solennemente aperto l'8 dicembre 1869 alla presenza di 700 vescovi.
Il tema principale sul tavolo era l'approvazione del dogma dell'infallibilità papale: il Papa non può sbagliare se proclama o conferma verità di fede ex cathedra, in virtù del potere conferito da Gesù a San Pietro primo Papa e trasmesso ai suoi successori. La maggioranza dei padri conciliari era favorevole all'approvazione; alcuni propendevano per un compromesso, come la necessità di un consenso universale della Chiesa come precondizione. La minoranza francese e tedesca, infine, non riteneva opportuno il dogma: tanti Papi nella storia della Chiesa avevano sbagliato, la Chiesa era sopravvissuta per 18 secoli senza l'infallibilità e, soprattutto, una mossa simile avrebbe irritato le principali potenze europee e le altre confessioni religiose.
I padri conciliari presero tempo e si dedicarono alla stesura di un documento sugli errori del razionalismo. Il 24 aprile 1870 venne promulgata la Costituzione Apostolica Dei Filius, in cui si sosteneva che l'esistenza di Dio possa essere dimostrata con la ragione, fatta salva la necessità della rivelazione, e che non vi è opposizione tra fede e ragione, che risultavano due ordini di pensiero distinti ma non contraddittori.
La costituzione Pastor Aeternus, invece, che entrava nel merito dell'infallibilità papale, fu oggetto di forti polemiche. Il testo venne votato il 13 luglio 1870: 50 vescovi non parteciparono al voto, 88 negarono l'approvazione e 62 dissero sì con riserva, per un totale di un quarto di voti contrari. Il 18 luglio avvenne il voto decisivo, con l'assenza degli anti-infallibilisti.
Non ci fu tempo per discutere di altro. Dovevano ancora essere affrontate alcune questioni relative alle missioni, ma il 19 luglio scoppiò la guerra franco-prussiana e i vescovi francesi e tedeschi lasciarono Roma. La sconfitta della Francia segnò il destino dello Stato Pontificio e del Concilio Vaticano I.
Il 20 settembre 1870 la Breccia di Porta Pia poneva fine al potere temporale dei Pontefici e stabiliva l'annessione di Roma al Regno d'Italia e, esattamente un mese dopo, Pio IX aggiornò sine die il Concilio, non potendo più garantire le condizioni di sicurezza.
L'atto formale di chiusura sarà firmato soltanto 90 anni dopo, quando nel 1960 Giovanni XXIII chiuse formalmente il Concilio Vaticano I poco dopo la solenne convocazione del Concilio Vaticano II.
Finora il dogma dell'infallibilità papale è stato usato una sola volta, nel Giubileo del 1950, quando Pio XII proclamò il dogma dell'assunzione in cielo di Maria.
Non si teneva un Concilio da 306 anni, dalla chiusura del Concilio di Trento il 4 dicembre 1563.
Era il 1864 quando Pio IX iniziò a confidare ai collaboratori l'idea di indire un Concilio ecumenico. L'8 dicembre di quell'anno era stato pubblicato il Sillabo, appendice dell'enciclica Quanta cura che conteneva 80 proposizioni di condanna da parte della Chiesa di varie dottrina filosofiche: razionalismo, naturalismo, socialismo, comunismo, separatismo tra Stato e Chiesa, libertà di stampa, di opinione e di coscienza e indifferentismo religioso. La Chiesa, in sostanza, non veniva a patti con nessuna delle moderne ideologie.
L'8 dicembre era un giorno simbolico per Pio IX, che costruì tutta la prima parte del suo pontificato intorno alla difesa dell'ordine soprannaturale rispetto alla mondanità. Quel giorno del 1854 era stato proclamato il dogma dell'Immacolata Concezione, che ancora oggi è festa e che è alla base delle apparizioni di Lourdes del 1858.
C'erano voci contrarie alla proclamazione di un concilio, soprattutto perché non sembrava garantita la sicurezza dei partecipanti, visto che lo Stato Pontificio era seriamente minacciato dall'espansione del Regno d'Italia. L'Impero Austro-Ungarico era minacciato dall'espansione della Prussia, la Spagna, altra potenza cattolica, era in declino e la Francia di Napoleone III stava affrontando la Guerra franco-prussiana, che perderà il 1° settembre 1870 dopo la battaglia di Sedan.
Il Concilio venne solennemente convocato il 29 giugno 1867, festa dei Santi Pietro e Paolo, in occasione dell'800° anniversario del martirio di San Pietro. Vennero istituite 7 commissioni preparatorie, che in due anni misero a punto 50 schemi di decreto pontificio, di cui solamente 2 approdarono sui banchi.
Il Concilio Vaticano I venne solennemente aperto l'8 dicembre 1869 alla presenza di 700 vescovi.
Il tema principale sul tavolo era l'approvazione del dogma dell'infallibilità papale: il Papa non può sbagliare se proclama o conferma verità di fede ex cathedra, in virtù del potere conferito da Gesù a San Pietro primo Papa e trasmesso ai suoi successori. La maggioranza dei padri conciliari era favorevole all'approvazione; alcuni propendevano per un compromesso, come la necessità di un consenso universale della Chiesa come precondizione. La minoranza francese e tedesca, infine, non riteneva opportuno il dogma: tanti Papi nella storia della Chiesa avevano sbagliato, la Chiesa era sopravvissuta per 18 secoli senza l'infallibilità e, soprattutto, una mossa simile avrebbe irritato le principali potenze europee e le altre confessioni religiose.
I padri conciliari presero tempo e si dedicarono alla stesura di un documento sugli errori del razionalismo. Il 24 aprile 1870 venne promulgata la Costituzione Apostolica Dei Filius, in cui si sosteneva che l'esistenza di Dio possa essere dimostrata con la ragione, fatta salva la necessità della rivelazione, e che non vi è opposizione tra fede e ragione, che risultavano due ordini di pensiero distinti ma non contraddittori.
La costituzione Pastor Aeternus, invece, che entrava nel merito dell'infallibilità papale, fu oggetto di forti polemiche. Il testo venne votato il 13 luglio 1870: 50 vescovi non parteciparono al voto, 88 negarono l'approvazione e 62 dissero sì con riserva, per un totale di un quarto di voti contrari. Il 18 luglio avvenne il voto decisivo, con l'assenza degli anti-infallibilisti.
Non ci fu tempo per discutere di altro. Dovevano ancora essere affrontate alcune questioni relative alle missioni, ma il 19 luglio scoppiò la guerra franco-prussiana e i vescovi francesi e tedeschi lasciarono Roma. La sconfitta della Francia segnò il destino dello Stato Pontificio e del Concilio Vaticano I.
Il 20 settembre 1870 la Breccia di Porta Pia poneva fine al potere temporale dei Pontefici e stabiliva l'annessione di Roma al Regno d'Italia e, esattamente un mese dopo, Pio IX aggiornò sine die il Concilio, non potendo più garantire le condizioni di sicurezza.
L'atto formale di chiusura sarà firmato soltanto 90 anni dopo, quando nel 1960 Giovanni XXIII chiuse formalmente il Concilio Vaticano I poco dopo la solenne convocazione del Concilio Vaticano II.
Finora il dogma dell'infallibilità papale è stato usato una sola volta, nel Giubileo del 1950, quando Pio XII proclamò il dogma dell'assunzione in cielo di Maria.
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