Un Conclave che durò per ben tre mesi. L'elezione di un Papa che è passato alla storia come colui che soppresse il glorioso ordine gesuita. Lo stesso ordine che da cui oggi - curiosamente - proviene Papa Francesco.
Il 19 maggio 1769 veniva eletto Papa Clemente XIV, al secolo Lorenzo Ganganelli. Era il 249° vescovo di Roma.
Ganganelli era originario di Santarcangelo di Romagna, all'epoca nello Stato Pontificio, dove era nato il 31 ottobre 1705, figlio di un medico e della nobile pesarese Angela Serafina Maria Mazzi.
Entrare in seminario non fu una sua scelta, ma accettò la decisione della famiglia di buon grado. Studiò dai gesuiti di Rimini e dagli Scolopi di Urbino, ma nel 1723 - a diciassette anni - scelse di entrare nel noviziato del convento di Urbino dei Frati Minori Conventuali, uno dei 3 rami che compongono la famiglia francescana. Scelse come nome religioso Lorenzo, lo stesso del padre, mancato quando lui era ancora bambino.
Ordinato sacerdote nel 1731, scelse la strada dell'insegnamento, finché nel 1740 venne chiamato a dirigere il prestigioso Collegio San Bonaventura di Roma. Qui si fece notare da Benedetto XIV, che lo volle come consigliere della Santa Inquisizione. Fondò anche a Roma il Collegio Sant'Efrem per la formazione dei missionari conventuali.
Venne creato cardinale presbitero di San Bonaventura il 24 settembre 1759, a 53 anni, da Clemente XIII, con cui presto entrò in conflitto. La politica antifrancese del Pontefice non gli piaceva, e così venne estromesso dalla Curia Romana e si ritirò a vita privata.
Il 2 febbraio 1769 un ictus stroncò a 76 anni Clemente XIII, che venne sepolto nella Basilica di San Pietro, sotto un monumento funebre di Antonio Canova.
La principale questione sul tavolo era quella riguardante i Gesuiti. Per incamerare le loro ricchezze, i sovrani cattolici di Borbone, che governavano Francia, Spagna, Portogallo e le Due Sicilie, avevano espulso l'Ordine dal loro territorio accusandolo di ostacolare le riforme e di sovvertire l'ordine costituito. Clemente XIII era favorevole a un ridimensionamento, ma aveva sempre resistito alle pressioni per sopprimerli.
I cardinali erano 47 - più 11 che non si presentarono. Il Conclave si presentava spaccato tra i cardinali di Curia, in maggioranza e anti-Gesuiti, e i cosiddetti Zelanti, favorevoli alla Compagnia e ostili a qualunque ingerenza esterna. I curiali puntavano sull'arcivescovo di Napoli Antonio Sersale, mentre gli zelanti non avevano un candidato comune.
Il cardinale François Joachim de Pierre de Bernis, arcivescovo di Albi e rappresentante della Francia, incendiò da subito la discussione chiedendo che i cardinali si impegnassero prima del Conclave a firmare un impegno scritto per la futura soppressione dei Gesuiti. La proposta, tra mille polemiche, venne rifiutata.
Il Conclave si aprì il 15 febbraio nel Palazzo Apostolico ed entrò presto in una situazione di stallo: né curiali né zelanti riuscivano a raccogliere una maggioranza sufficiente all'elezione. L'imperatore d'Austria Giuseppe II e il suo erede al trono Leopoldo provarono a sbloccare le votazioni recandosi a Roma per parlare con i cardinali, nonostante la clausura imposta dal Conclave. La loro era una visita diplomatica, dato che l'Austria non si era esposta sui Gesuiti, ma di fatto non cambiò nulla.
Si decise allora di passare alle maniere forti. I re di Francia e Spagna, che all'epoca avevano diritto di veto - ossia potevano escludere un cardinale dalla candidatura - squalificarono 27 porporati su 47 e il cardinale De Bernis minacciò il blocco di Roma e un'insurrezione popolare se gli Zelanti non si fossero arresi. Tolta una decina di anziani, i papabili si erano ridotti a 4-5. Ma non bastava.
Il Conclave si trasformò in un caso diplomatico. Mentre il Collegio Cardinalizio protestava per le indebite pressioni, Francia e Spagna minacciarono di ritirare i loro ambasciatori, mentre gli zelanti chiamarono gli spagnoli Francisco De Solis e Buenaventura de la Cerda per ingrossare le loro fila.
Inizialmente il più votato fu Marcantonio Colonna, Prefetto della Congregazione per la Residenza dei Vescovi e Arciprete della Basilica di Santa Maria Maggiore. Ma la sua candidatura perse rapidamente appeal.
Nel bel mezzo della crisi, fu proprio l'arcivescovo di Siviglia De Solis a interpellare per la prima volta Lorenzo Ganganelli. Gli chiese di firmare un generico impegno scritto contro i Gesuiti per risolvere il Conclave ma lui rifiutò, sapendo di essere l'unico frate all'interno del Palazzo. E quindi, per la sua equidistanza, l'unico a essere potenzialmente gradito a entrambe le fazioni.
La svolta fu la firma di Ganganelli a una dichiarazione in cui riservava al futuro Pontefice il diritto di sciogliere la Compagnia di Gesù - diritto che già aveva - e auspicava che il suo operato soddisfacesse i sovrani borbonici. Era il segno che l'unico vero papabile aveva scelto da che parte stare. E gli zelanti si arresero all'inevitabile.
Ganganelli, a 64 anni, venne quindi eletto Papa il 19 maggio 1769. Aveva ricevuto 46 voti su 47: l'ultimo era il suo, dato al cardinale camerlengo Carlo Rezzonico, nipote del defunto Clemente XIII. Scelse lo stesso nome del suo predecessore, diventando Clemente XIV. Non era nemmeno vescovo: venne consacrato sul momento, prima dell'incoronazione.
Ganganelli confidò subito ai suoi collaboratori di essere contrario allo scioglimento dei Gesuiti e cercò di prendere tempo. Poi tentò la strada del compromesso: l'Ordine sarebbe stato salvo, ma senza la possibilità di accogliere novizi e sottoposto all'autorità dei vescovi locali. Il che era comunque una condanna a morte, ma in modo più lento e "diplomatico".
Il re di Spagna dopo qualche anno capì che Clemente XIV non aveva realmente intenzione di eliminare i Gesuiti e offrì al Papa uno scambio: la restituzione di Avignone e Benevento in cambio dell'abolizione. Clemente non rispose.
Per far capitolare il Pontefice servirono dunque le armi. O meglio, la minaccia delle armi. Francia e Spagna dichiararono pubblicamente di voler invadere lo Stato Pontificio mentre l'Austria si dichiarava neutrale, non volendo rischiare una guerra. E così il Papa fu costretto dopo 4 anni a firmare la resa: il 21 luglio 1773 con la bolla Dominus ac Redemptor la Compagnia di Gesù venne ufficialmente sciolta. Quella firma si legherà indissolubilmente alla memoria di Clemente XIV. Fece molto scalpore l'arresto - e poi la morte a Castel Sant'Angelo - del Superiore Generale Lorenzo Ricci.
In omaggio alla decisione, lo Stato della Chiesa riebbe Avignone dalla Francia e le cittadine di Benevento e Pontecorvo dal Regno delle Due Sicilie e Parigi sospese i progetti di nazionalizzazione degli altri ordini religiosi. Solo Russia e Prussia protessero i Gesuiti e accolsero gli esuli dagli altri Paesi perché fondamentali per il loro sistema scolastico.
Il pontificato di Clemente XIV durò appena 5 burrascosi anni, in cui subì pressioni politiche inaudite che ne minarono il fisico, con stati di paranoia e depressione. Dopo due settimane di febbre violenta contratta durante una vacanza estiva a Castel Sant'Angelo, il Pontefice morì il 22 settembre 1774, a 69 anni, vittima dello scorbuto. Si sospettò anche che fosse stato avvelenato dai Gesuiti, ma questa teoria non ha mai trovato conferma. Sepolto a San Pietro, venne poi trasferito nella Basilica di Santi XII Apostoli sotto il monumento funebre di Antonio Canova, come il suo predecessore.
I cittadini di Santarcangelo di Romagna costruirono in suo onore un arco nella piazza principale, che resiste ancora oggi.
Il Conclave che ne seguì durò oltre 4 mesi, il più lungo della storia recente. Perfino il Giubileo del 1775 fu inaugurato in ritardo per l'assenza del Papa, eletto il 15 febbraio. Era Giovanni Angelo Braschi, Tesoriere Generale, che prese il nome di Pio VI.
Fu lui a riconoscere la legittimità dei Gesuiti in vari Paesi, segnandone la rinascita. L'Ordine verrà poi ricostituito nel 1814 dal suo successore Pio VII.
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Elenco dei cardinali partecipanti al Conclave del 1769
Decano --> Carlo Alberto Guidobono Cavalchini, 86 anni, cardinale vescovo di Ostia e Velletri, Prefetto della Congregazione dei Vescovi e Regolari
Sottodecano --> Federico Marcello Lante Montefeltro della Rovere, 74 anni, cardinale vescovo di Porto - Santa Rufina, Prefetto della Congregazione del Buon Governo
Camerlengo --> Pietro Girolamo Guglielmi, 75 anni, Prefetto della Congregazione per la Disciplina dei Regolari;
Protodiacono --> Alessandro Albani, 77 anni, Archivista e Bibliotecario, Prefetto della Congregazione per le Acque e Abate di Nonantola;
Segretario del Conclave --> don Muzio Gallo, 48 anni, Segretario della Congregazione Concistoriale e della Congregazione per i Riti, poi cardinale
Il 19 maggio 1769 veniva eletto Papa Clemente XIV, al secolo Lorenzo Ganganelli. Era il 249° vescovo di Roma.
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Lorenzo Ganganelli venne eletto Papa a 64 anni. Era un semplice frate conventuale, per cui fu necessario consacrarlo vescovo prima dell'incoronazione |
Ganganelli era originario di Santarcangelo di Romagna, all'epoca nello Stato Pontificio, dove era nato il 31 ottobre 1705, figlio di un medico e della nobile pesarese Angela Serafina Maria Mazzi.
Entrare in seminario non fu una sua scelta, ma accettò la decisione della famiglia di buon grado. Studiò dai gesuiti di Rimini e dagli Scolopi di Urbino, ma nel 1723 - a diciassette anni - scelse di entrare nel noviziato del convento di Urbino dei Frati Minori Conventuali, uno dei 3 rami che compongono la famiglia francescana. Scelse come nome religioso Lorenzo, lo stesso del padre, mancato quando lui era ancora bambino.
Ordinato sacerdote nel 1731, scelse la strada dell'insegnamento, finché nel 1740 venne chiamato a dirigere il prestigioso Collegio San Bonaventura di Roma. Qui si fece notare da Benedetto XIV, che lo volle come consigliere della Santa Inquisizione. Fondò anche a Roma il Collegio Sant'Efrem per la formazione dei missionari conventuali.
Venne creato cardinale presbitero di San Bonaventura il 24 settembre 1759, a 53 anni, da Clemente XIII, con cui presto entrò in conflitto. La politica antifrancese del Pontefice non gli piaceva, e così venne estromesso dalla Curia Romana e si ritirò a vita privata.
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Clemente XIII, al secolo Carlo della Torre Rezzonico, fu Papa dal 1758 al 1769. Morì per un ictus a 69 anni |
Il 2 febbraio 1769 un ictus stroncò a 76 anni Clemente XIII, che venne sepolto nella Basilica di San Pietro, sotto un monumento funebre di Antonio Canova.
La principale questione sul tavolo era quella riguardante i Gesuiti. Per incamerare le loro ricchezze, i sovrani cattolici di Borbone, che governavano Francia, Spagna, Portogallo e le Due Sicilie, avevano espulso l'Ordine dal loro territorio accusandolo di ostacolare le riforme e di sovvertire l'ordine costituito. Clemente XIII era favorevole a un ridimensionamento, ma aveva sempre resistito alle pressioni per sopprimerli.
I cardinali erano 47 - più 11 che non si presentarono. Il Conclave si presentava spaccato tra i cardinali di Curia, in maggioranza e anti-Gesuiti, e i cosiddetti Zelanti, favorevoli alla Compagnia e ostili a qualunque ingerenza esterna. I curiali puntavano sull'arcivescovo di Napoli Antonio Sersale, mentre gli zelanti non avevano un candidato comune.
Il cardinale François Joachim de Pierre de Bernis, arcivescovo di Albi e rappresentante della Francia, incendiò da subito la discussione chiedendo che i cardinali si impegnassero prima del Conclave a firmare un impegno scritto per la futura soppressione dei Gesuiti. La proposta, tra mille polemiche, venne rifiutata.
Il Conclave si aprì il 15 febbraio nel Palazzo Apostolico ed entrò presto in una situazione di stallo: né curiali né zelanti riuscivano a raccogliere una maggioranza sufficiente all'elezione. L'imperatore d'Austria Giuseppe II e il suo erede al trono Leopoldo provarono a sbloccare le votazioni recandosi a Roma per parlare con i cardinali, nonostante la clausura imposta dal Conclave. La loro era una visita diplomatica, dato che l'Austria non si era esposta sui Gesuiti, ma di fatto non cambiò nulla.
Si decise allora di passare alle maniere forti. I re di Francia e Spagna, che all'epoca avevano diritto di veto - ossia potevano escludere un cardinale dalla candidatura - squalificarono 27 porporati su 47 e il cardinale De Bernis minacciò il blocco di Roma e un'insurrezione popolare se gli Zelanti non si fossero arresi. Tolta una decina di anziani, i papabili si erano ridotti a 4-5. Ma non bastava.
Il Conclave si trasformò in un caso diplomatico. Mentre il Collegio Cardinalizio protestava per le indebite pressioni, Francia e Spagna minacciarono di ritirare i loro ambasciatori, mentre gli zelanti chiamarono gli spagnoli Francisco De Solis e Buenaventura de la Cerda per ingrossare le loro fila.
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Il Conclave si aprì il 15 febbraio 1769 nel Palazzo Apostolico di Roma e si concluse il 19 maggio, dopo ben 93 giorni. Fu il 26° consecutivo - e il penultimo - a svolgersi nel Palazzo Apostolico |
Inizialmente il più votato fu Marcantonio Colonna, Prefetto della Congregazione per la Residenza dei Vescovi e Arciprete della Basilica di Santa Maria Maggiore. Ma la sua candidatura perse rapidamente appeal.
Nel bel mezzo della crisi, fu proprio l'arcivescovo di Siviglia De Solis a interpellare per la prima volta Lorenzo Ganganelli. Gli chiese di firmare un generico impegno scritto contro i Gesuiti per risolvere il Conclave ma lui rifiutò, sapendo di essere l'unico frate all'interno del Palazzo. E quindi, per la sua equidistanza, l'unico a essere potenzialmente gradito a entrambe le fazioni.
La svolta fu la firma di Ganganelli a una dichiarazione in cui riservava al futuro Pontefice il diritto di sciogliere la Compagnia di Gesù - diritto che già aveva - e auspicava che il suo operato soddisfacesse i sovrani borbonici. Era il segno che l'unico vero papabile aveva scelto da che parte stare. E gli zelanti si arresero all'inevitabile.
Ganganelli, a 64 anni, venne quindi eletto Papa il 19 maggio 1769. Aveva ricevuto 46 voti su 47: l'ultimo era il suo, dato al cardinale camerlengo Carlo Rezzonico, nipote del defunto Clemente XIII. Scelse lo stesso nome del suo predecessore, diventando Clemente XIV. Non era nemmeno vescovo: venne consacrato sul momento, prima dell'incoronazione.
Il re di Spagna dopo qualche anno capì che Clemente XIV non aveva realmente intenzione di eliminare i Gesuiti e offrì al Papa uno scambio: la restituzione di Avignone e Benevento in cambio dell'abolizione. Clemente non rispose.
Per far capitolare il Pontefice servirono dunque le armi. O meglio, la minaccia delle armi. Francia e Spagna dichiararono pubblicamente di voler invadere lo Stato Pontificio mentre l'Austria si dichiarava neutrale, non volendo rischiare una guerra. E così il Papa fu costretto dopo 4 anni a firmare la resa: il 21 luglio 1773 con la bolla Dominus ac Redemptor la Compagnia di Gesù venne ufficialmente sciolta. Quella firma si legherà indissolubilmente alla memoria di Clemente XIV. Fece molto scalpore l'arresto - e poi la morte a Castel Sant'Angelo - del Superiore Generale Lorenzo Ricci.
In omaggio alla decisione, lo Stato della Chiesa riebbe Avignone dalla Francia e le cittadine di Benevento e Pontecorvo dal Regno delle Due Sicilie e Parigi sospese i progetti di nazionalizzazione degli altri ordini religiosi. Solo Russia e Prussia protessero i Gesuiti e accolsero gli esuli dagli altri Paesi perché fondamentali per il loro sistema scolastico.
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Lo stemma della Compagnia di Gesù, fondata nel 1540 da Sant'Ignazio di Loyola. Soppressa da Clemente XIV nel 1773, verrà ricostituita dal suo bi-successore Pio VII nel 1814 |
Il pontificato di Clemente XIV durò appena 5 burrascosi anni, in cui subì pressioni politiche inaudite che ne minarono il fisico, con stati di paranoia e depressione. Dopo due settimane di febbre violenta contratta durante una vacanza estiva a Castel Sant'Angelo, il Pontefice morì il 22 settembre 1774, a 69 anni, vittima dello scorbuto. Si sospettò anche che fosse stato avvelenato dai Gesuiti, ma questa teoria non ha mai trovato conferma. Sepolto a San Pietro, venne poi trasferito nella Basilica di Santi XII Apostoli sotto il monumento funebre di Antonio Canova, come il suo predecessore.
I cittadini di Santarcangelo di Romagna costruirono in suo onore un arco nella piazza principale, che resiste ancora oggi.
Il Conclave che ne seguì durò oltre 4 mesi, il più lungo della storia recente. Perfino il Giubileo del 1775 fu inaugurato in ritardo per l'assenza del Papa, eletto il 15 febbraio. Era Giovanni Angelo Braschi, Tesoriere Generale, che prese il nome di Pio VI.
Fu lui a riconoscere la legittimità dei Gesuiti in vari Paesi, segnandone la rinascita. L'Ordine verrà poi ricostituito nel 1814 dal suo successore Pio VII.
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Elenco dei cardinali partecipanti al Conclave del 1769
Decano --> Carlo Alberto Guidobono Cavalchini, 86 anni, cardinale vescovo di Ostia e Velletri, Prefetto della Congregazione dei Vescovi e Regolari
Sottodecano --> Federico Marcello Lante Montefeltro della Rovere, 74 anni, cardinale vescovo di Porto - Santa Rufina, Prefetto della Congregazione del Buon Governo
Camerlengo --> Pietro Girolamo Guglielmi, 75 anni, Prefetto della Congregazione per la Disciplina dei Regolari;
Protodiacono --> Alessandro Albani, 77 anni, Archivista e Bibliotecario, Prefetto della Congregazione per le Acque e Abate di Nonantola;
Segretario del Conclave --> don Muzio Gallo, 48 anni, Segretario della Congregazione Concistoriale e della Congregazione per i Riti, poi cardinale
- Enrico Benedetto Maria Clemente Stuart, 44 anni, cardinale vescovo di Frascati, Arciprete della Basilica di San Pietro;
- Giovanni Francesco Albani, 49 anni, cardinale vescovo di Sabina, Segretario emerito della Congregazione per l'Immunità Ecclesiastica;
- Fabrizio Serbelloni, 74 anni, cardinale vescovo di Albano, Legato apostolico emerito a Bologna
- Giovanni Francesco Stoppani, 74 anni, cardinale vescovo di Palestrina, Prefetto dell'Economia della Congregazione di Propaganda Fide
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- Andrea Corsini, 34 anni, Protettore della Congregazione di Vallombrosa
- Pietro Colonna Pamphilj, 44 anni, nunzio apostolico emerito;
- Marcantonio Colonna, 45 anni, Vicario per Roma, Prefetto della Congregazione per la Residenza dei Vescovi e Arciprete della Basilica di Santa Maria Maggiore;
- Buenaventura Cordoba Espinosa de la Cerda, 45 anni, Spagna, Abate di Alcalà La Real e Patriarca delle Indie Occidentali;
- Carlo Rezzonico, 45 anni, Abate di Summaga
- Vitaliano Borromeo, 45 anni, Legato apostolico in Romagna;
- Lazzaro Opizio Pallavicini, 50 anni, Legato apostolico a Bologna;
- Domenico Orsini d'Aragona, 50 anni
- Giovanni Costanzo Caracciolo, 54 anni, Prefetto del Supremo Tribunale della Segnatura di Grazia;
- François Joachim Pierre de Bernis, 54 anni, Francia, arcivescovo di Albi;
- Giovanni Carlo Boschi, 54 anni, Penitenziere Maggiore e Prefetto della Congregazione per la Correzione dei Libri delle Chiese Orientali;
- Vincenzo Malfezzi Bonfioli, 54 anni, arcivescovo di Bologna;
- Urbano Paracciani Rutili, 54 anni, arcivescovo di Fermo;
- Girolamo Spinola, 56 anni, Legato apostolico emerito a Ferrara;
- Francisco de Solis Folch de Cardona, 56 anni, Spagna, arcivescovo di Siviglia;
- Carlo Vittorio Amedeo Ignazio delle Lanze, 57 anni, Abate di Fruttuaria;
- Flavio Chigi, 58 anni, Prefetto della Congregazione per i Riti;
- Antonio Branciforte Colonna, 58 anni, Presidente emerito della Legazione di Urbino;
- Andrea Negroni, 59 anni, Segretario dei Brevi Apostolici;
- Giovanni Ottavio Bufalini, 60 anni, vescovo di Ancona - Numana;
- Simone Bonaccorsi, 61 anni, Abate dei Santi Vincenzo e Anastasio alle Tre Fontane;
- Gaetano Fantuzzi, 61 anni, Prefetto della Congregazione per l'Immunità Ecclesiastica;
- Filippo Maria Pirelli, 61 anni, Segretario emerito della Congregazione per la Residenza dei Vescovi;
- Lorenzo Ganganelli, 64 anni, francescano conventuale;
- Giuseppe Maria Castelli, 64 anni, Prefetto della Congregazione de Propaganda Fide;
- Giovanni Molin, 64 anni, vescovo di Brescia;
- Benedetto Veterani, 66 anni, Prefetto della Congregazione per l'Indice dei Libri Proibiti;
- Paul d'Albert de Luynes, 66 anni, Francia, arcivescovo di Sens;
- Antonio Sersale, 67 anni, arcivescovo di Napoli;
- Antonio Marino Priuli, 69 anni, vescovo di Padova;
- Ludovico Maria Torriggiani, 72 anni, Segretario di Stato e Prefetto delle Congregazioni di Avignone e della Sacra Consulta;
- Nicola Perrelli, 73 anni, Tesoriere Generale emerito;
- Giuseppe Pozzobonelli, 73 anni, arcivescovo di Milano;
- Ferdinando Maria de' Rossi, 73 anni, Prefetto della Congregazione del Concilio;
- Lodovico Calini, 73 anni, Prefetto della Congregazione per le Indulgenze e le Sacre Reliquie;
- Saverio Canale, 74 anni, Abate di Subiaco;
- Pietro Paolo Conti, 80 anni, Segretario emerito della Congregazione per il Buon Governo;
- Neri Maria Corsini, 84 anni, Prefetto del Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica, Arciprete della Basilica di San Giovanni in Laterano e Segretario della Congregazione dell'Inquisizione;
Assenti
- Francisco de Saldanha de Gama, 46 anni, Patriarca di Lisbona;
- Cristoforo Migazzi, 55 anni, Austria, arcivescovo di Vienna;
- Jean François Joseph de Rochechouart, 61 anni, Francia, vescovo di Laon;
- Antoine Cleriade de Choiseaux - Beaupré, 62 anni, Francia, arcivescovo di Besançon;
- Franz Konrad von Rodt, 63 anni, Germania, vescovo di Costanza;
- Franz Christoph von Hutten, 63 anni, Germania, Principe - vescovo di Spira;
- Louis Constantin de Rohan, 72 anni, Francia, Principe - vescovo di Strasburgo e Abate di Chaise - Dieu;
- Etienne Renè Poter de Gesvres, 72 anni, Francia, vescovo di Caen e Abate di Santo Stefano di Caen;
- Luis Fernandez de Cordoba, 73 anni, Spagna, arcivescovo di Toledo;
- Carlo Francesco Durini, 76 anni, vescovo di Pavia;
- Giacomo Oddi, 90 anni, vescovo di Viterbo - Tuscania.
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