Uno dei quattro dogmi mariani della Chiesa, diffuso e radicato nella tradizione popolare secoli prima che diventasse tale. Il 1° novembre 1950, durante il Giubileo, Pio XII, facendo l'unico uso nella storia dell'infallibilità papale, proclamava il dogma dell'Assunzione di Maria, l'ultimo finora proclamato nella storia, la quale, al termine della sua vita terrena, ascese in Paradiso in anima e corpo.
È stata la spiritualità orientale, fin dai primi secoli di vita del cristianesimo, a proclamare che Maria fosse stata assunta in cielo. Gli scritti più antichi riferibili alla dottrina dell'Assunzione di Maria in cielo sono il Liber Requiei Mariae del III/IV secolo, pervenutoci intatto in una traduzione in lingua etiopica e siriaca, e 6 Libri della Dormizione (IV secolo), in siriaco, non riconosciuti come testi ufficiali dalla Chiesa nè iscritti nella Bibbia e considerati quindi apocrifi.
Sulla base di questi apocrifi, nel VI secolo San Giovanni il Teologo scrisse il De Obitu S. Dominae. In questo caso, il testo proviene da un santo riconosciuto dalla Chiesa, e quindi si intende implicitamente approvato dalla Santa Sede. La Chiesa ortodossa identifica San Giovanni il Teologo con San Giovanni Battista e a Patmo ha infatti dedicato a San Giovanni Teologo ed Evangelista un monastero dell'anno 1000. Anche il calendario romano contempla un unico santo, segno che la distinzione tra queste due figure non era chiarissima nemmeno nella Chiesa cattolica.
Efrem il Siro, nello stesso periodo, sostenne che il corpo di Maria non avesse subito corruzione dopo la morte: "La sua illibatezza e verginità perpetua fu l'anticipo dell'assenza di corruzione data dalla mancata decomposizione del suo corpo". Timoteo di Gerusalemme, invece, scriveva che la Vergine era rimasta immortale perché il Cristo l'aveva trasferita nei luoghi della sua ascensione, mentre Epifanio di Salamina affermava Maria visse a Gerusalemme in casa di San Giovanni (a cui infatti sulla croce Gesù aveva detto: "Ecco tua madre") e poi lo seguì nella sua predicazione in Asia fino ad Efeso. A quel punto non era chiaro come fosse finita l'esistenza terrena di Maria, ma fu "piena di prodigio" e quasi certamente la Vergine possedeva già con la carne il regno dei cieli. Epifanio era comunque convinto che Elìa l'avesse assunta in cielo. Esiste anche un'operetta siriaca l'Obsequia Beatae Virginis, che riferiva che l'anima di Maria, subito dopo la morte, si era riunita nuovamente al corpo.
In quello stesso periodo circolò anche il trattato Transito della Beata Maria Vergine, attribuito a Giuseppe di Arimatea (l'uomo che aveva ceduto a Cristo il suo posto nel sepolcro) o a San Melitone, vescovo di Sardi nel II secolo. Il Decretum Gelasianum del VI secolo, con cui Gelasio II stabilì quali libri fossero conformi alla dottrina cattolica e quali no, dichiarò poi fra gli apocrifi un Liber qui appellatur Transitus sanctae Mariae, attribuito a San Giovanni evangelista, di cui esiste un solo manoscritto alla Biblioteca di Bonn, in Germania.
Secondo quest'opera, la Madonna aveva chiesto a Gesù di avvertirla della sua 3 tre giorni prima e infatti, il secondo anno dopo l'Ascensione, Maria stava pregando quando le apparve l'Arcangelo Gabriele. Teneva un ramo di palma e le disse: "Fra 3 giorni sarà la tua assunzione". La Madonna convocò quindi al capezzale Giuseppe d'Arimatea e altri apostoli e annunciò loro la sua prossima morte. "Venuta la domenica, all'ora terza, come lo Spirito Santo discese sopra gli apostoli in una nube, discese pure Cristo con una moltitudine di angeli e accolse l'anima della sua diletta madre. E fu tanto lo splendore di luce e il soave profumo mentre gli angeli cantavano il Cantico dei Cantici al punto in cui il Signore dice: "Come un giglio tra le spine, tale è la mia amata fra le fanciulle", che tutti quelli che erano là presenti caddero sulle loro facce come caddero gli apostoli quando Cristo si trasfigurò alla loro presenza sul monte Tabor, e per un'intera ora e mezza nessuno fu in grado di rialzarsi. Poi la luce si allontanò e insieme con essa fu assunta in cielo l'anima della Beata Vergine Maria in un coro di salmi, inni e cantici dei cantici. E mentre la nube si elevava, tutta la terra tremò e in un solo istante tutti i Gerosolimitani videro chiaramente la morte della Santa Maria".
In quel momento, sempre secondo l'opera, Satana istigò gli abitanti di Gerusalemme, che presero le armi e si diressero contro gli apostoli per ucciderli e impadronirsi del corpo della Vergine che volevano bruciare, ma una cecità improvvisa impedì loro di riuscirvi. Gli apostoli fuggirono con il corpo della Madonna trasportandolo fino alla valle di Giosafat dove lo deposero in un sepolcro: in quell'istante li avvolse una luce dal cielo e, mentre cadevano a terra, il santo corpo fu assunto in cielo dagli angeli.
Giuseppe di Arimatea non era presente alla morte di Maria e chiese e ottenne per questo di riaprire la tomba della Vergine, che viene trovata vuota, ad eccezione dei suoi vestiti funebri. A quel punto, Maria avrebbe lasciato cadere la sua cintura dall'alto verso Giuseppe come testimonianza dell'evento, episodio raffigurato in molti dipinti.
Forse a seguito di questo libro, che ne contiene la prima rappresentazione completa, l'insegnamento dell'Assunzione di Maria si diffuse rapidamente in tutto il mondo cristiano, essendo stato celebrato già nel V secolo e stabilito ufficialmente in Oriente dall'Imperatore Maurizio intorno al 600.
La Chiesa cattolica, forse per avere elementi distintivi da quella ortodossa, per secoli non diede eccessiva importanza all'Assunzione, che rimase come tradizione popolare senza mai essere ufficialmente discussa a livello dogmatico, benché alcuni teologi la considerassero quasi alla stregua di una verità di fede. Scriveva infatti San Giovanni Damasceno: "Era conveniente che colei che nel parto aveva conservato integra la sua verginità conservasse integro da corruzione il suo corpo dopo la morte. Era conveniente che colei che aveva portato nel seno il Creatore fatto bambino abitasse nella dimora divina. Era conveniente che la Sposa di Dio entrasse nella casa celeste. Era conveniente che colei che aveva visto il proprio figlio sulla Croce, ricevendo nel corpo il dolore che le era stato risparmiato nel parto, lo contemplasse seduto alla destra del Padre. Era conveniente che la Madre di Dio possedesse ciò che le era dovuto a motivo di suo figlio e che fosse onorata da tutte le creature quale Madre e serva di Dio".
La questione rimase in sospeso per circa mille anni, fino all'Ottocento. In Germania viveva infatti la giovane monaca suor Anna Katharina Emmerick, che, gravemente malata, viveva a Dülmen, in Francia, e dopo aver ricevuto le stigmate, iniziò a raccontare di avere ricevuto diverse visioni, tra le quali quella del matrimonio tra la 14enne Maria di Nazaret e Giuseppe, la Passione di Gesù, ricchissime di dettagli non riportati dai Vangeli, e Sant'Orsola, in buona parte coincidenti con le fonti medievali più attendibili. Suor Emmerick, morta a soli 49 anni nel 1824, fu in cura dallo psichiatra Franz Wesener, suo amico, medico ateo divenuto credente, che per 11 anni tenne un diario dei fenomeni occorsi alla sua paziente. Un altro amico, poeta tedesco Clemens Brentano, dal 1816 al 1824 prese nota delle visioni della monaca.
Una di queste visioni, oggetto poi di diversi libri dei due autori, riguardava una casa che San Giovanni evangelista avrebbe edificato ad Efeso per ospitare Maria, nella quale sarebbe vissuta fino alla fine dei suoi giorni terreni. Emmerick fornì dettagli particolareggiati, sia della casa che dall'ambiente circostante: "Maria non visse di preciso ad Efeso, ma in un paese vicino. La dimora di Maria si trovava su una collina a sinistra della strada in direzione di Gerusalemme, a circa 3 ore e mezza da Efeso. Questa collina si dirada ripidamente volgendosi verso Efeso; avvicinandosi da sud-est, la città sembra giacere su un terreno rialzato... Stretti sentieri in direzione del sud conducono ad una collina, alla cui sommità è sito un altopiano irregolare, distante circa mezz'ora di viaggio".
Fra i dettagli della casa, Emmerick riferì che era costruita con pietre rettangolari, con finestre ampie e quasi all'altezza del tetto, piatto, composta da 2 parti, con un focolare al centro, descrivendo anche la posizione delle porte e la forma del camino.
Basandosi su questo resoconto il sacerdote francese Julien Gouyet partì per la Turchia per cercare la Casa di Maria e il 18 ottobre 1881 scoprì una piccola costruzione in pietra sita nel promontorio che domina il Mar Egeo e che sovrasta i resti dell'antica Efeso, perfettamente coincidente con i racconti della monaca. Il ritrovamento di Gouyet inizialmente non fu preso in seria considerazione dalla Chiesa, ma 10 anni più tardi, incoraggiati una suora francese, Marie de Mandat-Grancey, delle Figlie della Carità, altri 2 sacerdoti lazzaristi tedeschi, Jung e Paulin, ripercorsero il percorso tracciato da Emmerick e si ritrovarono nello stesso posto scoperto da Gouyet, apprendendo che le rovine delle mura perimetrali della casa erano da secoli oggetto di pellegrinaggio e di venerazione da parte degli abitanti del vicino villaggio di Sirinto, che discendevano direttamente dalla prima comunità cristiana di Efeso, che il 15 agosto di ogni anno vi si recavano in pellegrinaggio. La casa in lingua locale era chiamata Panaya Kapulu ("Porta della Vergine"). La costruzione è stata datata come al I secolo, datazione confermata da stili architettonici coerenti con gli altri edifici di quel tempo.
Pio XII, eletto Papa nel 1939 e scampato alla Seconda Guerra Mondiale, nell'indire il Giubileo del 1950 si dice stesse pensando a un grande gesto solenne da compiere in quell'occasione, possibilmente inerente alla Madonna. Nei mesi successivi studiò l'Ascensione con l'intenzione di proclamare un dogma, ma era esitante a utilizzare l'infallibilità papale, dogma proclamato nel 1870 da Pio IX ma di cui nessun Papa aveva scelto di avvalersi. Pio XII avrebbe quindi chiesto a Dio un segno che potesse rassicurarlo che il dogma dell’Assunzione della Vergine fosse voluto effettivamente da Dio. Mentre stava riflettendo su questa scelta, il 1º maggio 1950 ricevette in udienza per il Giubileo un gruppo di pellegrini francesi; tra essi c'era un bambino, Gilles Bouhours, che gli riferì un messaggio che la Vergine Maria gli avrebbe ordinato di comunicargli: "Proclama senza esitazione quel dogma dell'Assunzione a cui stai pensando". Pio XII, prima di procedere, decise comunque di consultare i vescovi del mondo: solo 22 si dissero contrari. Tra questo il vescovo di Brescia Giacinto Tredici fu l'unico italiano contrario, non perché non ne condividesse il contenuto ma perché pensava che l'introduzione di un nuovo dogma mariano non fosse necessaria e avrebbe reso più difficile il dialogo ecumenico con i protestanti.
Il 1° novembre 1950, quindi, facendo uso dell'infallibilità papale per la prima e finora unica volta nella storia, Pio XII, con la Costituzione Apostolica Munificentissimus Deus, proclamava solennemente un nuovo dogma, finora l'ultimo approvato dalla Chiesa: "L'immacolata Madre di Dio sempre vergine Maria, terminato il corso della vita terrena, fu assunta alla gloria celeste in anima e corpo", fissandone la ricorrenza il 15 agosto.
Pio XII e i teologi successivi, poi, chiariranno altri aspetti del dogma dell'Assunzione, chiarendo che si tratta di un'anticipazione della risurrezione della carne, che per tutti gli altri uomini avverrà soltanto alla fine dei tempi, con il Giudizio Universale; è quindi differente dall'approdo in Paradiso riconosciuto ai Santi, che hanno raggiunto la beatitudine celeste solo con l'anima. Questo, tra l'altro, giustifica le numerose apparizioni di Maria nel corso del tempo in tutto il mondo, manifestandosi non come spirito ma apparendo realmente in carne e ossa.
Il fatto che Maria sia stata assunta in corpo e anima in cielo già ora, prima della seconda venuta del Cristo, è possibile perché Maria è stata l'unica persona nella storia dell'umanità a essere preservata dal peccato originale: per questo, la tradizione, e poi il dogma, dell'Assunzione di Maria sono in stretta connessione logica con l'Immacolata Concezione, secondo cui appunto Maria fu preservata dal peccato originale alla sua nascita, anche se la tradizione dell'Immacolata Concezione è successiva e più elaborata e discussa teologicamente. Tuttavia, paradossalmente, il dogma dell'Assunzione di Maria è successivo a quello dell'Immacolata, che è il penultimo proclamato dalla Chiesa nel 1854 da Pio IX, poco prima delle apparizioni di Lourdes.
Secondo la Chiesa, non è nemmeno contraddittorio il fatto che Maria sia apparsa nei vari secoli e continenti con aspetto fisico differente: il corpo con cui i redenti vivono la beatitudine eterna è "glorificato", cioè, pur essendo lo stesso corpo che si aveva nell'esistenza terrena, non è soggetto alla relativizzazione spaziotemporale né alla caducità così come a nessuna legge fisica.
Lo psicanalista Carl Gustav Jung rimase impressionato dalla proclamazione del dogma, ritenendola "l'evento più rilevante della storia del cristianesimo dai tempi della Riforma", affermando che tuttavia "il metodo che il Papa adopera per dimostrare la verità del dogma ha senso per la mente psicologica". Del nuovo dogma Jung apprezzava in particolare l'estensione simbolica della Trinità a "quaternità", che si apriva finalmente alla dimensione femminile e, quindi, alla totalità.
Le altre Chiese cristiane hanno opinioni differenti sull'Assunzione. La Chiesa ortodossa, ad esempio, crede fermamente e celebra con grande fasto e partecipazione questo mistero di fede come Dormizione di Maria il 15 agosto, al termine di un periodo di digiuno di 14 giorni. L'episodio della dormizione è descritto con dovizia di particolari nelle icone bizantine e un grande affresco della dormizione è tradizionalmente posto sopra l'ingresso alla navata delle chiese ortodosse e cattoliche di rito bizantino. Le Chiese protestanti, invece, non credono nell'Assunzione di Maria, ritenendo che non se ne possa ravvisare prefigurazione nell'Antico Testamento né menzione nel Nuovo Testamento. Solo una piccola parte degli anglicani la accetta come adiaphora,(questioni considerate non essenziali per la fede che possono essere o non essere praticate a seconda delle usanze e delle opportunità).



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