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225° - Elezione di Pio VII

L'ultimo Papa benedettino, restauratore del potere papale post napoleonico e della Compagnia di Gesù. Il 14 marzo 1800, a 57 anni, veniva eletto Papa Pio VII, al secolo Gregorio Chiaramonti, dal 2007 Servo di Dio.

Gregorio Chiaramonti (al secolo Barnaba) fu il 251° Papa dal 14 marzo 1800 al 20 agosto 1823 con il nome di Pio VII. Come il predecessore, venne sequestrato da Napoleone e imprigionato, ma venne liberato dopo 4 anni, al crollo dell'Impero Francese. 

Barnaba Niccolò Maria Luigi Chiaramonti nacque a Cesena il 14 agosto 1742. Era il penultimo figlio del conte Scipione Chiaramonti e di Giovanna Coronata Ghini, dei Marchesi Ghini, nobile casato di Romagna, Conti, Patrizi di Cesena e di San Marino, Cavalieri di San Giovanni e Frieri dell'Ospedale di Santo Spirito. La madre, donna di profonda religiosità, si farà in seguito monaca carmelitana a Fano. I Chiaramonti, esponenti della nobiltà cesenate, erano in ottimi rapporti con la famiglia Braschi, a cui apparterrà Pio VI.
Al contrario dei suoi fratelli, Barnaba non completò gli studi nel Collegio dei Nobili di Ravenna ma, all'età di 14 anni, scelse di farsi monaco benedettino. Entrò così nel monastero di Santa Maria del Monte a Cesena, prendendo il nome di Gregorio. I suoi superiori, resisi conto delle sue brillanti capacità, lo inviarono prima a Padova e poi a Roma al Collegio di Sant'Anselmo, nell'Abbazia di San Paolo Fuori le Mura, perché si perfezionasse nello studio della teologia.
Divenuto professore di teologia, cominciò a insegnare nei collegi benedettini a Parma e a Roma. A febbraio 1775 venne eletto Papa l'amico Giovanni Angelo Braschi con il nome di Pio VI e Chiaramonti, a soli 32 anni, venne nominato priore dell'Abbazia di San Paolo Fuori le Mura.
Il 16 dicembre 1782, a 40 anni, diventa vescovo di Tivoli. Il 14 febbraio 1785, "per l'eccellente condotta tenuta in questa carica", a 43 anni viene nominato vescovo di Imola e creato cardinale presbitero di San Callisto da Pio VI.
A Imola Chiaramonti venne ricordato per il suo amore per la cultura, possessore di una vasta biblioteca in cui campeggiava anche l'Enciclopedia di d'Alembert, appena scritta e condannata dalla Chiesa per le sue idee illuministe. Il cardinale Chiaramonti si dimostrò molto aperto alle idee moderne: a Natale 1797, poco dopo che Napoleone aveva imposto l'umiliante Trattato di Tolentino a Pio VI, fu il primo a sostenere apertamente la conciliabilità del Vangelo con la democrazia: “La forma di Governo Democratico adottata fra di noi, non è in opposizione colle massime fin qui esposte, né ripugna al Vangelo; esige anzi tutte quelle sublimi virtù, che non s'imparano che alla scuola di Gesù Cristo, e le quali, se saranno da voi religiosamente praticate, formeranno la vostra felicità, la gloria e lo splendore della nostra Repubblica”.

Pio VII decise di recarsi a Parigi nel 1804 per incoronare Napoleone ma finì per assistere solamente alla cerimonia, in cui fu l'Imperatore a incoronare sé stesso e la moglie. Trattenutosi 4 mesi a Parigi, tornò senza ulteriori concessioni. Era la prima volta che era il Papa a dover recarsi a un'incoronazione, anziché il contrario


Di lì a poco, per la Chiesa la situazione precipitò. Nel 1799 lo Stato Pontificio venne abolito dalla Francia napoleonica, che proclamava la Repubblica Romana. Papa Pio VI, anziano e malato, venne deportato da Roma e, dopo un interminabile viaggio, morì il 29 agosto 1799 a Valence, a 81 anni. Il suo papato era stato il più lungo della storia: 24 anni, 6 mesi e 14 giorni.
Dal suo primo esilio a Siena, nel 1798 Pio VI aveva pubblicato un breve in cui sospendeva l'intervallo tra la morte del Papa e l'inizio del Conclave e autorizzava i cardinali presenti in maggioranza relativa in un luogo a procedere all'elezione o, se necessario, a eleggere il nuovo Papa immediatamente e per acclamazione davanti al suo letto di morte pur di preservare l'istituzione. 
Dopo l'occupazione francese di Roma, infatti, i cardinali residenti a Roma si erano dispersi nei vari Stati antifrancesi, soprattutto nel Regno di Napoli, nel Granducato di Toscana e a Venezia. Due cardinali, arrestati dai francesi, costretti a dimettersi dal cardinalato. Il 9 marzo 1800 la Basilica di San Pietro venne spogliata dai francesi, mentre la salma di Pio VI veniva sepolta, dopo qualche mese, in una cappella del cimitero di Valence.
A causa dell'invasione di Napoleone di vari Stati europei, era molto complesso trovare un luogo che rispondesse ai requisiti di segretezza e di tranquillità per lo svolgersi del Conclave. Alla fine, accettando l'offerta dell'imperatore Francesco II, il Collegio Cardinalizio accettò di riunirsi a Venezia, da poco divenuta parte dell'Impero, nell'abbazia benedettina dell'Isola di San Giorgio. L'imperatore, per suggellare l'annessione della Serenissima, finanziò ogni spesa.
Tutti i cardinali, quindi, iniziarono a mettersi in viaggio verso Venezia. A metà ottobre, però, erano arrivati solo in 23 (metà degli appena 46 viventi), che provvidero a eleggere Romoaldo Braschi-Onesti, nipote del defunto Pio VI, come Camerlengo, essendo deceduto il predecessore Carlo Rezzonico e che l'esiliato Pio VI riuscisse a nominare un successore. I 23 cardinali decisero comunque di rispettare il rito funebre papale, tenendo i tradizionali Novendiali nella Basilica di San Marco senza il corpo del Papa, morto in Francia due mesi prima e là sepolto, con una semplice orazione funebre al posto delle esequie.
Si decise, temporaneamente, di ritardare il Conclave in attesa di altri arrivi. A fine novembre un mese dopo, il numero di cardinali era salito a 33, per cui si decise comunque di dare inizio al Conclave il 1° dicembre 1799 nel Coro Invernale della Basilica di San Giorgio Maggiore.
I porporati, il cui numero era il più basso da 3 secoli, erano d'accordo su un pontificato di esperienza e transizione, vista l'eccezionalità della situazione, ma erano comunque divisi: una fazione sosteneva Giovanni Andrea Archetti, 78 anni, vescovo di Ascoli Piceno ma in passato nunzio apostolico in Russia e Polonia, per un Papa esperto e di transizione, e una seconda appoggiava l'82enne Giacinto Sigismondo Gerdil, Prefetto della Congregazione de Propaganda Fide, ancor più anziano del defunto Pio VI ma in buoni rapporti con il Regno di Spagna. Entrambe le candidature sfumarono prestissimo: Gerdil ottenne 14 voti, ma Archetti solamente 2.
La discussione di spostò quindi sul piano ideologico. Emersero una corrente conservatrice, che voleva contrastare senza sconti la Rivoluzione Francese e restaurare il potere temporale della Chiesa, e una più realista, che puntava ad adattarsi alla nuova realtà europea, che considerava irreversibile. 
Le trattative vennero sconvolte dall'arrivo di Franz Von Herzan, rappresentante di Francesco II, che dichiarò che l'Impero avrebbe accettato alcun Papa proveniente da Francia, Spagna, Napoli, Genova e Regno di Sardegna. Graditi alla Casa d'Asburgo sarebbero stati quindi solamente Alessandro Mattei, arcivescovo di Ferrara e romano, o Luigi Valenti Gonzaga, Prefetto dell'Economia della Congregazione de Propaganda Fide e nativo di Verona, territorio imperiale.
I cardinali, quindi, scelsero di ignorare il parere imperiale, che avrebbe squalificato praticamente tutti i candidati, e procedere con un accordo sul cardinale Carlo Bellisomi, vescovo di Cesena, che arrivò a 19 voti, a un passo dai due terzi (24) richiesti per l'elezione. Seguì un mese di totale stallo, in cui nessuno concesse a Bellisomi gli appena 5 voti che gli mancavano, senza che emergessero alternative credibili e nonostante Francesco II, alla fine, avesse rinunciato a porre il veto.
A febbraio 1800, tuttavia, Napoleone Bonaparte prese il potere assoluto in Francia dopo un colpo di Stato e affidò a Charles Maurice de Talleyrand la responsabilità degli Affari Esteri. Talleyrand scrisse quindi una lettera al Re di Spagna e, vista  l'invasiva influenza dell'Austria all'interno del Conclave, si accordò per nominare il cardinale Francisco Antonio de Lorenzana, arcivescovo di Toledo, come rappresentante unitario delle Corone di Francia e Spagna, complicando ulteriormente la situazione.
Dopo un ulteriore mese di stallo e candidature rifiutate dai vari Stati, l'11 marzo 1800 Antonio Dugnani, Legato apostolico in Romagna, avanzò la proposta di Gregorio Chiaramonti, figura estranea alla politica e quindi non compromessa con alcuno schieramento. 
Il giorno dopo Herzan, cardinale della Corona d'Austria, convocò Chiaramonti per informarlo che numerosi cardinali del suo gruppo avevano intenzione di convogliare i loro voti su di lui. Tuttavia, la condizione per la candidatura era la nomina di Ludovico Flangini, Uditore della Rota Romana, come Segretario di stato. Chiaramonti educatamente rifiutò: non aveva alcuna intenzione di diventare Papa, anzi, voleva trascorrere la sua vita in preghiera come un semplice monaco benedettino e che semmai sarebbe stato felice di restare vescovo della piccola diocesi di Imola, se gli fosse stato concesso di tornare in Italia. Quanto a Flangini, Chiaramonti lo considerava un reazionario, non adatto a fare il Segretario di Stato. 
Nella sera del 12 marzo, tuttavia, i cardinali decisero di procedere ugualmente, visto che il Conclave si trascinava da oltre 3 mesi. Le due fazioni, stanche delle contrapposizioni, decisero di far confluire i voti su Gregorio Chiaramonti che  il mattino del 14 marzo 1800, a 57 anni, venne eletto Papa all'unanimità. Di fronte al fatto compiuto, Chiaramonti accettò l'elezione e prese il nome di Pio VII in ossequio al suo predecessore, amico e concittadino Pio VI. Alla fine, sia il Re di Spagna Ferdinando VII che l'Imperatore Francesco II espressero apertamente la loro soddisfazione per il nuovo Papa. Il conclave era durato 3 mesi e 14 giorni, più altri 3 mesi di sede vacante. Non se ne ripeterà più uno così lungo, per di più al di fuori del Vaticano.
Nonostante Francesco II lo volesse residente stabilmente a Venezia, Pio VII prese fin da subito la decisione di tornare a RomaInfatti a settembre 1799, sei mesi prima, era caduta la Repubblica Romana e Roma era stata occupata dal Regno di Napoli, con l'aiuto dell'Inghilterra, con l'intenzione di riconsegnarla al Papa, quando sarebbe stato eletto. Pio VII ristabilì quindi ufficialmente lo Stato Pontificio il 22 giugno 1800 e partì per nave alla volta di Pesaro, raggiugendo Roma seguendo la Via Flaminia, fermandosi a Fano, nel convento di Santa Teresa, per visitare la tomba di sua madre.
A luglio 1800 Pio VII fece finalmente il suo ingresso a Roma, accolto dalla nobiltà romana e dal popolo in tripudio, aprendo solennemente il Giubileo con 8 mesi di ritardo (anche il precedente, nel 1775, era stato aperto in ritardo da Pio VI per il protrarsi del Conclave). Pio VII nominò Ercole Consalvi come nuovo Segretario di Stato, contravvenendo agli accordi presi con l'Austria durante in Conclave, e si dedicò a riformare lo Stato con la liberalizzazione del settore agrario e di alcune antiche corporazioni, sia per venire incontro alle esigenze materiali della popolazione impoverita dagli anni dell'invasione francese, sia per riconoscere le richieste progressiste ormai diffuse in tutta Europa.

Pio VII fu un Papa estremamente riformista, al punto da incaricare uno scultore protestante, Bertel Thorvaldsen, di realizzare il proprio monumento funebre. Realizzato nella Cappella Clementina, è l'unico della Basilica di San Pietro opera di un artista non cattolico

L'attenzione di Pio VII si concentrò quindi, come il precedessore, sulla Francia. La Chiesa francese era in uno stato di totale anarchia ed era divisa dallo scisma causato dalla costituzione civile del clero: gran parte delle chiese era stata chiusa, alcune diocesi erano prive di vescovo mentre altre ne avevano addirittura più di uno, si stava diffondendo la pratica del matrimonio degli ecclesiastici e fra i fedeli serpeggiava l'indifferenza se non, addirittura, l'ostilità verso la Chiesa. Si stavano addirittura riaffacciando le antiche idee gianseniste, secondo cui l'essere umano nasce essenzialmente corrotto e, quindi, inevitabilmente destinato a commettere il male; senza la grazia divina, l'uomo non può far altro che peccare e disobbedire alla volontà di Dio e, per questo, alcuni esseri umani sono predestinati alla salvezza, mentre altri no.
Napoleone, ormai diventato padrone assoluto della Francia, manifestò l'intenzione di ristabilire il prestigio della Chiesa e Pio VII negoziò un nuovo Concordato nel 1801, che includeva anche la riconsegna della salma di Pio VI e il suo trasporto a Roma. Il 18 febbraio 1802, a 1 anno e 8 mesi dalla morte, Pio VII presiedette i funerali del suo predecessore, unico caso nella storia fino al 2023 (quando Papa Francesco presiedette i funerali di Benedetto XVI).
Nel 1804 Napoleone chiese poi a Pio VII di essere incoronato Imperatore, come i sovrani del Sacro Romano Impero a partire da Carlo Magno. Dopo alcune esitazioni, Pio VII, con un gesto storico, lasciò Roma alla volta di Parigi e, il 2 dicembre 1804, celebrò l'incoronazione nella cattedrale di Notre-Dame, ma Napoleone, a quel punto, decise, con un gesto umiliante, di porsi la corona in testa da solo. Il Papa rimase 4 mesi a Parigi ma, contrariamente alle sue aspettative, ricevette in cambio solo pochissime concessioni, peraltro di secondaria importanza. Ciò nonostante le acclamazioni entusiastiche del popolo francese verso Pio VII, ovunque egli passasse, erano tante e tali che non solo Napoleone se ne infastidì moltissimo, ma Pio VII capì che la fede, in Francia, stava rinascendo davvero. Dopo essere rientrato a Roma, il 16 maggio 1805 convocò infatti il Collegio Cardinalizio e ai porporati presentò il viaggio come un’esperienza complessivamente positiva.
Tuttavia, Napoleone cominciò ben presto a non rispettare il Concordato, arrivando al punto di pronunciare d'autorità lui stesso, anziché il Papa, l'annullamento del matrimonio del fratello Girolamo Bonaparte con la moglie Elizabeth Patterson, un'americana di Baltimora. Vista l'inesistente reazione di Pio VII, che sperava di mantenere buoni rapporti con l'uomo più potente d'Europa, Napoleone si convinse nuovamente di essere abbastanza forte da poter assoggettare il Pontefice al suo volere. Il 2 febbraio 1808, 9 anni dopo la volta precedente, lo Stato Pontificio venne nuovamente invaso e Roma occupata dal Generale Miollis, che intimò al Papa di cedere spontaneamente i territori. Pio VII rispose con la frase più celebre del suo pontificato: "Non possiamo. Non dobbiamo. Non vogliamo". Con un decreto emesso a Schönbrunn l'11 maggio 1809, l'Imperatore sciolse quindi nuovamente lo Stato Pontificio e ne annettè tutti i territori all'Impero Francese.
Pio VII, senza nominare l'imperatore, emise una bolla di scomunica contro gli invasori francesi. In tutta risposta, per evitare un'insurrezione popolare antifrancese, il Generale Miollis decise di prendere in custodia il Papa. Alle 2 di notte del 6 luglio 1809, scalate le mura e forzate le porte del Palazzo del Quirinale, i soldati francesi entrarono nello studio del Papa, lo arrestarono e lo condussero così come si trovava dentro una carrozza già pronta che, in gran segreto, partì per la Francia. Roma si accorse solo l'indomani che Pio VII era stato deportato. Con il solo cardinale Pro-Segretario di Stato Bartolomeo Pacca al suo fianco, il Papa, in un caldo soffocante, fu trascinato senza alcun riguardo attraverso il Lazio e la Toscana, e poi Genova, Torino e il Moncenisio fino a Grenoble, in Savoia, dove arrivò il 21 luglio 1809. La stessa sorte lo accomunò così con il predecessore Pio VI.
L’azione dei francesi suscitò il fortissimo sdegno di tutti i monarchi europei e di tutta la cristianità e Napoleone, allarmato, decise di temporeggiare. Il convoglio, invece di puntare su Parigi, venne quindi dirottato prima ad Avignone, poi ad Arles e infine a Nizza, per tornare in Italia. Invece di proseguire lungo la costa, dove avrebbe incontrato l'ostilità delle folle che si accalcavano e lungo le strade acclamando il Papa ed inveendo contro le guardie, il convoglio si diresse nell'entroterra. Entrando nella valle del Roia a Sospello e superato il Colle di Tenda, proseguì per Cuneo, Mondovì, Carcare e il Colle di Cadibona. Il 17 agosto 1809, dopo 42 giorni di viaggio quasi ininterrotto, il Pontefice arrivò infine a Savona, città designata da Napoleone per la sua prigionia. Il Papa rimase confinato nel Palazzo del Vescovado per quasi 3 anni, mentre il cardinale Pacca fu rinchiuso nel Forte di Fenestrelle, in Piemonte.
Fu subito chiesto a Pio VII di convalidare l'investitura dei vescovi nominati da Napoleone, ma Chiaramonti oppose un deciso rifiuto. Quando i francesi scoprirono che il Papa riceveva dei messaggi all'interno del Palazzo e riusciva anche a rispondere, gli fu addirittura proibito di leggere e scrivere. Insieme al Papa furono espulsi da Roma molti alti prelati, tra cui il Maestro Generale dei Domenicani Pio Giuseppe Gaddi, che venne esiliato prima a Parigi e poi ad Auxerre. Dopo quasi 2 anni di prigionia, fu estorta al Pontefice la promessa verbale di riconoscere l'investitura dei vescovi francesi.
Con il pretesto che gli inglesi avrebbero potuto liberare il Papa via mare se fosse rimasto a Savona, Napoleone obbligò Pio VII, ormai 70enne e afflitto da febbri croniche, a trasferirsi a Fontainebleau, vicino a Parigi. Il viaggio lo provò al punto tale che, al Passo del Moncenisio, gli fu impartita l'estrema unzione. Quando arrivò a Fontainebleau, Napoleone era partito per la Campagna di Russia e il Papa venne quindi alloggiato con tutti i riguardi nel Castello in attesa del suo ritorno.
Appena rientrato dalla disastrosa operazione militare, Napoleone impose al Papa, il 25 gennaio 1813, un nuovo Concordato a condizioni tanto umilianti che, dopo averlo sottoscritto, se ne pentì. Chiese ed ottenne di consultarsi con i cardinali, tra cui Bartolomeo Pacca ed Ercole Consalvi, e 3 giorni dopo lo rigettò, dicendo che gli era stato estorto e dichiarò nulli tutti gli atti ufficiali firmati dai vescovi francesi.
Il 19 ottobre 1813 la gloria di Napoleone cadde in totale rovina con la sconfitta di Lipsia. Di fronte alla penetrazione degli eserciti della Sesta coalizione in territorio francese, l'Imperatore decise di fare ricondurre Pio VII a Savona prima che venisse liberato. Pio VII ripartì quindi da Fontainebleau il 23 gennaio 1814, dopo poco più di un anno, vestito da vescovo, e fu condotto a Nizza attraverso un percorso tortuoso per aggirare la valle del Rodano, dove il fermento antibonapartista era al culmine. Il lungo percorso del Papa prigioniero si tramutò, con sorpresa dei francesi, in un trionfo: folle esultanti si accalcavano al passaggio dell'anziano Pontefice attraverso il sud della Francia fino al 16 febbraio 1814, quando Pio VII entrò nuovamente a Savona, tra ali di folla entusiaste. Al suo arrivo, tuttavia, il Papa venne informato che il 24 gennaio lo Stato Pontificio era stato ufficialmente ristabilito.
L'età di Napoleone, che due mesi dopo avrebbe abdicato, era finita. Napoleone si convinse quindi che era inutile tenere ulteriormente prigioniero Pio VII, che venne condotto a Bologna e lì ufficialmente liberato il 31 marzo 1814, dopo oltre 4 anni di prigionia. Il Papa, che aveva ormai 72 anni, scelse innanzitutto di recarsi a Imola, di cui da 29 anni era formalmente vescovo, anche dopo l'elezione a Papa, per celebrarvi la Pasqua il 10 aprile 1814. Si diresse quindi a Forlì: gli abitanti gli tributarono un'accoglienza trionfale, tanto che autorità e popolo, impazienti di vederlo, gli andarono incontro fuori delle mura. Entrato in città, venne ospitato dal vescovo Andrea Bratti, perdonandogli il fatto che si fosse schierato al fianco dei francesi. Poi, dopo un passaggio a Ravenna, si fermò due settimane a Cesena, sua città natale, si recò al Santuario di Loreto a rendere grazie per l'avvenuta liberazione e infine, il 24 maggio 1814, fece finalmente il suo ingresso a Roma accolto dalla folla esultante e riprese possesso del Palazzo del Quirinale e del governo dello Stato Pontificio. Erano passati 4 anni, 10 mesi e 9 giorni.
Una delle prime decisioni di Pio VII dopo il reinsediamento fu, il 7 agosto 1814, la ricostituzione della Compagnia di Gesù, soppressa nel 1773 da Clemente XIV, con la bolla Sollicitudo omnium ecclesiarum. Pio VII inviò al Congresso di Vienna il cardinale Ercole Consalvi, Segretario di Stato, che si assicurò la restituzione di quasi tutti i territori sottratti allo Stato della Chiesa, a eccezione del Contado Venassino e di Avignone, assegnate alla Francia.
Tuttavia, il 1° marzo 1815 Napoleone fuggì dall'Elba e riprese il potere in Francia. Il Re di Napoli Gioacchino Murat, suo cognato, decise quindi di attaccare lo Stato Pontificio, costringendo nuovamente Pio VII a fuggire, il 22 marzo 1815. Prima si trasferì a Genova, poi sostò a Torino, ospite di Vittorio Emanuele I, e quindi raggiunse Piacenza. Sconfitto Murat dagli austriaci, seguì la via Emilia fino a Bologna, poi Firenze, e il 7 giugno 1815, dopo neanche 3 mesi, rientrò a Roma. Nei mesi successivi, come atto di perdono, accolse come rifugiati politici alcuni parenti di Napoleone esiliati dalla Francia nuovamente repubblicana.
Pio VII incaricò quindi Consalvi di realizzare un ambizioso piano di riforme amministrative, entrate in vigore il 6 luglio 1816. Lo Stato Pontificio veniva suddiviso in 13 delegazioni e 4 legazioni (Bologna, Ferrara, Ravenna e Forlì), oltre al Distretto di Roma ribattezzato Comarca, e il catasto venne riformato per rendere più efficace la tassazione soprattutto delle tenute agricole. Quest'ultima parte venne ultimata dal successore Leone XII, prendendo il nome di Catasto Piano-Gregoriano. Nel 1817 veniva inoltre emanato il primo Codice di procedura civile e nel 1821 venivano proibite tutte le società segrete, pena la scomunica, compresa la Carboneria.
Consalvi si dedicò quindi a stipulare una serie di Concordati a condizioni particolarmente vantaggiose con tutti gli Stati cattolici, a eccezione dell'Impero Austriaco. Pio VII rese la città di Roma fu molto ospitale verso tutte le famiglie regnanti, i cui rappresentanti vi si recarono spesso; il pontefice, e anche verso i sovrani in esilio, con una notevole e singolare magnanimità anche nei confronti della famiglia di Napoleone.
Nel 1815 Pio VII istituì poi la prima cattedra universitaria al mondo in Chirurgia presso l'Università La Sapienza, nell'antico ospedale di San Giacomo in Augusta: il primo direttore ne fu il chirurgo Giuseppe Sisco. Nel 1816 fondò poi a Roma l'Università per Ingegneri con il fine della supervisione delle strade e delle opere civili, sul modello di quella francese, sancì l'abolizione perpetua della tortura e la soppressione del rapporto feudale di vassallaggio.
Nel 1820 Giuseppe Settele, professore di ottica e di astronomia all'Università La Sapienza, si appellò a Pio VII dopo che la Congregazione per la Dottrina della Fede non aveva concesso l'imprimatur al suo manuale dal titolo Elementi di Astronomia perché faceva riferimento alla teoria eliocentrica copernicana come teoria assodata e non come mera ipotesi. Il 16 agosto 1820, con una decisione storica, Pio VII accolse l'appello di Settele, pubblicando un decreto di approvazione. Di conseguenza, nel 1822 il Sant'Uffizio rimosse il divieto di pubblicazione dei libri che trattano del moto della Terra in conformità con l'astronomia moderna, chiudendo formalmente la vicenda galileiana dopo 189 anni: dal 1835 il Dialogo sopra i Due Massimi Sistemi, infatti, venne escluso dall'Indice dei Libri Proibiti. La dimostrazione definitiva della correttezza della teoria eliocentrica arrivò poco dopo, nel 1851, per opera del fisico Jean Foucault, attraverso l'esperimento del Pendolo di Foucault.
Nel 1822 il pontefice emanò inoltre un editto a favore della vaccinazione, ottenendo grande stima e consenso da parte del mondo scientifico. Al Campo Vaccino, sede dell'antico Foro romano, Pio VII soppresse inoltre il tradizionale mercato agricolo e diede il via ai primi scavi archeologici sistematici, affidandone la direzione a Carlo Fea, che intraprese scavi anche sul Campidoglio e fu tra i fondatori della Pontificia Accademia Romana di Archeologia.
Nello stesso 1822, inoltre, Pio VII fece erigere sul Pincio l'obelisco, rinvenuto nel XVI secolo e mai innalzato, che l'Imperatore Adriano aveva fatto scolpire per l'amato e idolatrato Antinoo, annegato a 20 anni e in seguito divinizzato, e diede incarico a uno scultore protestante, il danese Bertel Thorvaldsen, di costruire per sé uno splendido mausoleo, ancora oggi l'unica opera d'arte della Basilica di San Pietro eseguita da un artista di fede non cattolica, pagata dall'amico e fedelissimo cardinale Ercole Consalvi, che morirà 5 mesi dopo il Papa.
Pio VII spirò infatti il 20 agosto 1823, pochi giorni dopo avere compiuto 81 anni, a seguito di una caduta in cui si era rotto il femore, avvenuta il 6 luglio. Il suo pontificato era durato 23 anni, 5 mesi e 6 giorni e all'epoca era il 3° più lungo di sempre, appena inferiore al record del suo predecessore Pio VI (24 anni, 6 mesi e 14 giorni). Dal 2007 Pio VII è Servo di Dio e nel 2021 è stata avviata la causa di beatificazione.
Il 28 settembre 1823 gli succederà il cardinale Annibale Della Genga, Prefetto della Congregazione per l'Immunità Ecclesiastica e Arciprete della Basilica di Santa Maria Maggiore, eletto Papa con il nome di Leone XII.

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Elenco dei partecipanti al Conclave del 1799/1800:
- DecanoGiovanni Francesco Albani, 80 anni, cardinale vescovo di Ostia e Velletri, Pro-Segretario emerito della Congregazione per l'Immunità Ecclesiastica
- Sottodecano Enrico Benedetto Stuart, 74 anni, cardinale vescovo di Frascati, Arciprete della Basilica di San Pietro
- Protodiacono Antonio Maria Doria Pamphilj, 51 anni, Maestro di Camera emerito
- Camerlengo → Romoaldo Braschi-Onesti, 47 anni, Gran Priore per Roma del Sovrano Militare Ordine di Malta e Segretario dei Brevi Apostolici

- Luigi Valenti Gonzaga, 74 anni, cardinale vescovo di Albano, Prefetto della Congregazione dell'Immunità Ecclesiastica e Prefetto dell'Economia della Congregazione de Propaganda Fide
- Leonardo Antonelli, 69 anni, cardinale vescovo di Palestrina, Prefetto del Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica e della Congregazione sopra la Correzione dei Libri della Chiesa Orientale
- Francesco Saverio de Zelada, 83 anni, Archivista e Bibliotecario, Penitenziere Maggiore e Arciprete della Basilica di San Giovanni in Laterano
- Giacinto Sigismondo Gerdil, 82 anni, Prefetto della Congregazione de Propaganda Fide
- Giovanni Battista Bussi de Pretis, 79 anni, vescovo di Jesi
- Andrea Gioannetti, 78 anni, arcivescovo di Bologna
- Francesco Carafa della Spina di Traetto, 77 anni, Prefetto della Congregazione per i Vescovi e i Regolari
- Francisco Antonio de Lorenzana, 77 anni, Spagna, arcivescovo di Toledo
- Carlo Giuseppe Filippa della Martiniana, 75 anni, arcivescovo di Vercelli
- Bernardino Honorati, 75 anni, vescovo di Senigallia
- Guido Calcagnini, 74 anni, vescovo di Osimo e Cingoli
- Filippo Carandini, 70 anni, Prefetto della Congregazione del Buon Governo
- Ignazio Busca, 68 anni, Prefetto della Congregazione per la Disciplina dei Regolari
- Stefano Borgia, 68 anni, Prefetto della Congregazione per l'Indice dei Libri Proibiti e Pro-Prefetto della Congregazione de Propaganda Fide
- Giovanni Andrea Archetti, 68 anni, vescovo di Ascoli Piceno
- Giovanni Battista Caprara Montecuccoli, 66 anni, nunzio apostolico emerito
- Ludovico Flangini, 66 anni, Uditore del Tribunale della Rota Romana
- Frantisek Herzan, 64 anni, Impero d'Austria, ambasciatore presso la Santa Sede
- Carlo Bellisomi, 63 anni, vescovo di Cesena
- Ippolito Antonio Innocenti Mareri, 61 anni, legato apostolico emerito a Bologna
- Gregorio Chiaramonti, 57 anni, vescovo di Imola, eletto Papa con il nome di Pio VII
- Giovanni Rinuccini, 56 anni, Governatore emerito di Roma
- Francesco Maria Pignatelli, 55 anni, legato apostolico emerito a Ferrara
- Alessandro Mattei, 55 anni, arcivescovo di Ferrara
- Giulio Maria della Somaglia, 55 anni, Vicario per Roma
- Fabrizio Dionigi Ruffo, 55 anni, Tesoriere Generale emerito
- Jean Siffrein Maury, 53 anni, vescovo di Montefiascone e Corneto
- Antonio Dugnani, 51 anni, legato apostolico emerito in Romagna
- Aurelio Roverella, 51 anni, Pro-Datario
- Giuseppe Maria Doria Pamphilj, 48 anni, Segretario di Stato e Prefetto della Congregazione della Sacra Consulta

Assenti:
- Giuseppe Maria Capece Zurlo, 88 anni, arcivescovo di Napoli
- Dominique de la Rochefoucauld, 87 anni, Francia, arcivescovo di Rouen
- Cristoforo Migazzi, 85 anni, Impero d'Austria, arcivescovo di Vienna
- Muzio Gallo, 78 anni, vescovo di Viterbo e Tuscania
- Carlo Livizzani Forni, 77 anni, abate commendatario di Santa Maria di Valdiponte
- Louis Joseph de Montmorency-Laval, 75 anni, Francia, principe-vescovo di Metz
- Josè Antonio de Mendonça, 74 anni, Portogallo, Patriarca di Lisbona
- Joannes Henricus von Frackenberg, 73 anni, Impero d'Austria, arcivescovo di Malines
- Vincenzo Ranuzzi, 73 anni, vescovo di Ancona e Numana
- Antonio Sentmanat y Castellà, 65 anni, Spagna, Vicario Castrense
- Louis de Rohan-Guemenèe, 65 anni, Francia, principe-vescovo di Strasburgo

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475° - Morte di Paolo III

Il Papa che convocò il Concilio di Trento, che darà il via alla Controriforma cattolica dopo lo scisma protestante. Il 10 novembre 1549 moriva a 81 anni Paolo III , al secolo Alessandro Farnese , il Papa che autorizzò la fondazione della Compagnia di Gesù. Paolo III, nato Alessandro Farnese, fu Papa con il nome di Paolo III dal 13 ottobre 1534 alla morte, avvenuta il 10 novembre 1549 a 81 anni. Fu l'iniziatore del Concilio di Trento e colui che approvò l'istituzione dei Gesuiti Alessandro Farnese nacque a Canino, nella Maremma laziale, nei pressi di Viterbo), il 29 febbraio 1468. Era figlio di Pier Luigi I Farnese , signore di Montalto, e Giovannella Caetani, discendente dalla prestigiosa famiglia nobiliare che aveva dato 2 Papi alla Chiesa: Gelasio II (1118 - 1119) e Bonifacio VIII (1294 - 1303). Egli era il terzo di cinque figli, il secondo dei maschi. La famiglia Farnese arrivò al massimo splendore durante il pontificato di Paolo III, arrivando a governare il Ducato di Pa...

1700° - Consacrazione di San Giovanni in Laterano

Cattedrale della diocesi di Roma, la più antica e importante chiesa d'Occidente. Il 9 novembre 324 , secondo la tradizione, veniva consacrata la Basilica di San Giovanni in Laterano , sita sul colle Celio di Roma, Madre e Capo di tutte le Chiese della Città e del Mondo. La Basilica di San Giovanni in Laterano è la più antica e importante Basilica d'Occidente e delle 4 Basiliche Papali di Roma. Consacrata il 9 novembre 324 da Papa Silvestro I, è anche la cattedrale della diocesi di Roma e sede del Vicariato La storia della Basilica comincia all'inizio del IV secolo, periodo in cui l'area orientale del colle Celio era di proprietà della famiglia dei Laterani, su cui avevano edificato un grande palazzo. Terreno e palazzo, all'estinzione della famiglia Laterani, vennero acquistati dalla famiglia imperiale romana e l'imperatore Massimiano li donò a Costantino , allora Cesare, quando egli sposò nel 307 sua figlia Fausta. Costantino adibì quindi il palazzo a residenza ...

Benedetto XIII, l'ultimo Papa del Sud Italia

Originario di Gravina di Puglia, è stato l'ultimo Papa proveniente dal Sud Italia. Il 29 maggio 1724 veniva eletto Papa Benedetto XIII , al secolo P ietro Francesco (in religione Vincenzo Maria ) Orsini , domenicano, 245º Papa per 6 anni, fino alla morte, avvenuta il 21 febbraio 1730, a 81 anni. Vincenzo Maria Orsini (al secolo Pietro Francesco) è stato eletto 245° Papa il 29 maggio 1724, a 75 anni. Sedette sul trono pontificio per quasi 6 anni, fino alla morte, avvenuta il 21 febbraio 1730, a 81 anni Pietro Francesco Orsini di Gravina nacque il 2 febbraio 1649 a Gravina in Puglia da Ferdinando III Orsini, XI duca di Gravina, e da sua moglie, Giovanna Frangipane della Tolfa di Toritto. Fu il figlio primogenito della coppia, che ebbe altri cinque figli. La famiglia Orsini , tuttora esistente, è tra le più antiche casate d'Italia e d'Europa, legata a doppio filo alla città di Roma, allo Stato Pontificio e al Regno di Napoli. Prima di Benedetto XIII, infatti, la famiglia av...