Passa ai contenuti principali

20° - Morte di Suor Lucia dos Santos

L'ultima e più longeva dei pastorelli di Fàtima, che nel 1917 assistettero alle celebri apparizioni. Il 13 febbraio 2005, a quasi 98 anni, moriva Suor Maria Lucia di Gesù e del Cuore Immacolato, al secolo Lúcia de Jesus Rosa dos Santos, monaca carmelitana scalza e dal 2023 considerata Venerabile dalla Chiesa.

Suor Maria Lucia di Gesù e del Cuore Immacolato, al se secolo Lucia dos Santos, aveva appena 10 anni quando, nel 1917, le apparve la Madonna a Fàtima. Dopo 57 anni vissuti in clausura, è mancata il 13 febbraio 2005, a 97 anni, nel monastero carmelitano di Coimbra

Lucia dos Santos nacque il 28 marzo 1907, Giovedì Santo, ad Aljustrel, frazione di Fàtima, in Portogallo, ultima di 5 figli. In vista della celebrazione del Triduo Pasquale, il parroco di Fátima si rifiutava di battezzare durante il Sabato Santo i bambini che non fossero nati almeno da una settimana. Il padre allora, per farle ricevere il battesimo prima di Pasqua, disse che era nata 6 giorni prima. 
La famiglia dos Santos era una famiglia povera che viveva grazie ai prodotti del gregge. Lucia, come i fratelli, si dedicò quindi a galline, conigli. Nessuno dei fratelli ricevette un'istruzione, salvo una solida educazione cristiana da parte dei genitori.

Quando Lucia ebbe 6 anni, la madre Maria Rosa, che era anche catechista, mandò la figlia ad assistere alle lezioni di catechismo del parroco per prepararla alla prima comunione, sebbene non avesse ancora compiuto i 7 anni imposti da Pio X come età minima. Dopo il netto rifiuto del parroco, Lucia si mise a piangere in chiesa. Notata da un assistente del parroco, don Francisco Rodrigues da Cruz,  venne interrogata dal sacerdote, che garantì al parroco che era già pronta per la prima comunione, che ricevette il 30 maggio 1913, festa del Sacro Cuore di Gesù. Don Rodrigues da Cruz diventerà poi Servo di Dio.
All'età di sette anni, nel 1915, la madre affidò a Lucia il compito di far pascolare il gregge e presto altre amiche si unirono a lei per aiutarla e giocare insieme.
Proprio in una di queste occasioni, Lucia raccontò che, insieme ad altre tre compagne, mentre erano nelle vicinanze del monte Cabeço, sperimentò la sua prima esperienza mistica durante la recitazione del rosario. Lei e le tre amiche riferirono di aver visto una figura come avvolta in un lenzuolo di cui non si riuscivano a vedere gli occhi e il viso, sospesa sopra gli alberi, che era rimasta in quella posizione per tutta la recita della preghiera.
Nella primavera del 1916, poi, mentre stava pascolando il gregge con i cugini Francisco e Giacinta Marto, figli di Olímpia, sorella del padre António, mentre si trovavano in una grotta della località di Chousa Velha, la figura riapparve e si presentò come "l'angelo della pace" invitando i tre a pregare con questa preghiera: "Mio Dio! Io credo, adoro, spero e Vi amo! Vi domando perdono per quelli che non credono, non adorano, non sperano, e non Vi amano".
Qualche mese dopo, Lucia e i cugini stavano trascorrendo il pomeriggio nell'orto della sua famiglia, quando l'angelo riapparve, questa volta presentandosi come l'angelo custode del Portogallo, rimproverando i tre di non stare pregando e chiedendo di offrire sacrifici di riparazione per le offese subite da Dio da parte dei peccatori.
Passati alcuni mesi, Lucia, Francisco e Jacinta ripresero le loro mansioni (passeranno alla storia come "i pastorelli di Fàtima"), stavolta nei pascoli della Cova da Iria, possedimenti del padre di Lucia. Il 13 maggio 1917, mentre giocavano sorvegliando il gregge, riferirono di aver notato un lampo improvviso, come di un temporale imminente. Preoccupati per le loro pecore, mentre cercavano di metterle al riparo, notarono un secondo lampo circa a metà strada lungo la discesa, mentre una bellissima signora appariva loro sopra un piccolo elce verdeggiante. Secondo la descrizione di Lucia, era "una Signora tutta vestita di bianco, più brillante del sole, che spargeva una luce più chiara ed intensa di quella di un bicchiere di cristallo colmo d'acqua limpida, attraversato dai raggi del sole più cocente". 
"Il suo aspetto era di un'inenarrabile bellezza, né triste né allegro, ma serio con un'espressione soave di leggero rimprovero. Il vestito, più candido della neve, pareva tessuto di luce. Aveva le maniche relativamente strette ed era chiuso al collo; scendeva fino ai piedi, i quali, avvolti in una tenue nuvola, sfioravano appena i rami del leccio. Un manto le copriva il capo, anch'esso bianco e orlato d'oro, della stessa lunghezza della veste, avvolgendole quasi tutto il corpo. Le mani erano congiunte in preghiera, appoggiate sul petto e dalla destra pendeva un grazioso rosario dai grani brillanti come perle, che terminava con una piccola croce di vivissima luce argentata. Come unico ornamento, una fine collana d'oro lucente appesa al collo, che terminava con una piccola sfera del medesimo metallo", scriverà suor Lùcia.
La visione allora disse: "Non abbiate paura, non voglio farvi del male". Lucia, sbalordita, chiese: "Di dove venite, Signora?". "Vengo dal cielo" rispose, chiedendo ai tre pastorelli di recarsi in quello stesso luogo il 13 di ogni mese, per sei mesi consecutivi fino a ottobre, raccomandando loro inoltre di pregare il rosario affinché la Grande Guerra potesse finire e i soldati (fra i quali il fratello maggiore di Lúcia), potessero tornare alle proprie case. Giacinta raccontò tutto alla madre che, preoccupata, chiese aiuto alla cognata Rosa, madre di Lucia, che rimproverò aspramente la figlia pensando a un racconto inventato. Il 13 giugno, quando la visione sarebbe dovuta riapparire, tuttavia si aggiunsero ai tre bambini anche 14 amiche, e una madre il cui figlio, Giovanni, era nato con problemi di deambulazione. A mezzogiorno la Madonna riapparve ai pastorelli (mentre gli altri presenti non videro nulla), rivelando a Lucia che Giacinta e Francesco sarebbero presto morti, mentre lei sarebbe sopravvissuta per far conoscere al mondo ciò che aveva visto. Detto questo aveva mostrato ai veggenti il suo cuore ferito da spine pungenti. Gli altri presenti dichiararono solo di aver visto una nuvola volare via, verso Oriente. Al ritorno, di nuovo la madre di Lucia la credette una bugiarda e la portò dal parroco, che la interrogò con il sospetto che quella visione fosse in realtà una manifestazione diabolica. 
Questo non impedì ai tre pastorelli, il 13 luglio, un mese dopo, di tornare alla Cova da Iria. La folla continuava ad aumentare, fino a 5000 persone, alcune delle quali desiderose di prendersi gioco dei bambini. Secondo quanto riferito da Lucia, a mezzogiorno in punto si ripeté l'apparizione: la bambina si lamentò presso la Signora per tutti i maltrattamenti subiti, ricevendo come risposta l'invito a offrire le sue sofferenze per la conversione dei peccatori. 
Venne quindi mostrata ai tre pastorelli la celebre visione dell'Inferno, riportata testualmente dagli scritti di suor Lucia: "La Madonna ci mostrò un grande mare di fuoco, che sembrava stare sotto terra. Immersi in quel fuoco, i demoni e le anime, come se fossero braci trasparenti e nere o bronzee, con forma umana che fluttuavano nell'incendio, portate dalle fiamme che uscivano da loro stesse insieme a nuvole di fumo, cadendo da tutte le parti simili al cadere delle scintille nei grandi incendi, senza peso né equilibrio, tra grida e gemiti di dolore e disperazione che mettevano orrore e facevano tremare dalla paura. I demoni si riconoscevano dalle forme orribili e ributtanti di animali spaventosi e sconosciuti, ma trasparenti e neri. Questa visione durò un momento".
Questo racconto costituisce il primo Segreto di Fàtima, a cui si aggiunse subito il Secondo: "La guerra sta per finire, ma se non smetteranno di offendere Dio, nel regno di Pio XI ne comincerà un'altra peggiore. Quando vedrete una notte illuminata da una luce sconosciuta, sappiate che è il grande segnale che Dio vi dà del fatto che si appresta a punire il mondo per i suoi delitti, per mezzo della guerra, della fame e delle persecuzioni alla Chiesa e al Santo Padre. Per impedire tutto questo, sono venuta a chiedere la Consacrazione della Russia al Mio Cuore Immacolato e la comunione riparatrice nei primi sabati. Se ascolterete le Mie richieste, la Russia si convertirà e avrete pace; diversamente, diffonderà i suoi errori nel mondo, promuovendo guerre e persecuzioni alla Chiesa; i buoni saranno martirizzati, il Santo Padre dovrà soffrire molto, diverse nazioni saranno annientate. Infine il Mio Cuore Immacolato trionferà. Il Santo Padre Mi consacrerà la Russia che si convertirà, e sarà concesso al mondo qualche tempo di pace".
Va notato che nel 1917 non esisteva alcun Papa Pio XI: il Papa era Benedetto XV, il cui successore il cardinale Achille Ratti, sarebbe stato eletto nel 1922 scegliendo come nome proprio Pio XI senza sapere il contenuto del Segreto, ritenuta a posteriori una prova dell'autenticità delle apparizioni. In aggiunta, i tre bambini erano completamente analfabeti. La notizia, intanto, si era diffusa in tutto il Portogallo e iniziarono le prime accuse ai pastorelli di essere bugiardi, vittime di una messinscena orchestrata dalla Chiesa. Il sindaco di Vila Nova de Ourém, di cui Fátima è una frazione, Arturo Oliveira, che riteneva l'intera storia "una commedia", convocò Lucia, suo padre e il padre di Giacinta e Francesco, Manuel, ricoprendoli di insulti e minacciando di arrestarli.
Nel giorno delle apparizioni successive, il 13 agosto, vista l'enorme folla che si era radunata, con la scusa di accompagnarli alla Cova da Irìa, trascinò invece i tre bambini in prigione. Tuttavia, ogni tentativo di estorcere loro una confessione che si fossero inventati tutto risultò vano e infine, non sapendo più come minacciarli, il sindaco li rimandò a casa. I bambini non avevano dunque potuto assistere all'apparizione del 13, che però avvenne lo stesso 4 giorni dopo, il 19 agosto, quando la Madonna promise che il mese di ottobre avrebbe lasciato un segno per confermare l'autenticità delle loro affermazioni.
Il 13 settembre, quinta apparizione, erano radunate alla Cova da Iria circa 30mila persone, fra le quali molti malati in barella. A mezzogiorno in punto molti testimoni riferirono di aver visto un globo luminoso scendere dal cielo verso l'elce. La Madonna sarebbe apparsa ai bambini per consolare alcuni fra i malati, promettendo a Lucia che entro l'anno li avrebbe guariti, e chiese di utilizzare il denaro che la gente donava per costruire lì una cappella a lei dedicata. Lucia avrebbe voluto consegnare alla Madonna una fialetta di profumo e alcune lettere, ma l'apparizione le avrebbe rifiutate, per poi scomparire.

La Cappella delle Apparizioni alla Cova da Irìa a Fàtima, costruita su indicazioni della Madonna già nel 1919, due anni dopo le apparizioni, quando il culto non era ancora permesso. Nel 1922 venne semidistrutta da una bomba piazzata da un gruppo anarchico, che tentò anche di tagliare il leccio su cui era apparsa la Madonna, che oggi non esiste più

Il 13 ottobre 1917 la Cova da Iria traboccava di gente: uomini e donne giunti da tutto il Portogallo si erano recati lì per assistere al miracolo annunciato. Tra di essi c'erano anche molti giornalisti di sinistra, che volevano dimostrare che le apparizioni fossero soltanto una messinscena. Era una giornata molto piovosa.
A mezzogiorno in punto, tuttavia, non accadde nulla. Un sacerdote si avvicinò a Lucia, accusandola di essere una millantatrice poiché la Madonna non era ancora apparsa, ma poco dopo i presenti videro una nube circondare i pastorelli e l'elce. Lucia racconterà che, all'interno della nube, la Madonna le aveva chiesto nuovamente di far costruire in quel luogo una cappella in suo onore, dedicandola alla Vergine del Rosario, raccomandando inoltre di pregare molto perché la guerra era in procinto di concludersi; poi era salita al cielo, che si era aperto al suo passaggio. A quel punto si sarebbe verificato il celebre Miracolo del Sole di Fàtima: il sole, visibile a occhio nudo, aveva cominciato a volteggiare, dopo di che era parso cadere sulla folla atterrita, fermandosi poi di colpo per risalire in cielo.
Il fenomeno non fu visto dai tre pastorelli, ma sarebbe stato osservato da migliaia di persone (anche se non da tutti i presenti). Tra le testimonianze che certificarono l'autenticità del miracolo, la principale fu quella di Avelino de Almeida, direttore di O Século, il più diffuso e autorevole quotidiano liberale e anticlericale di Lisbona. Nel suo articolo, pubblicato il 15 ottobre 1917, de Almeida scrisse: "Dalla strada, dove i carri erano tutti raggruppati e dove stavano centinaia di persone che non avevano il coraggio sufficiente per attraversare il terreno reso fangoso dalla pioggia, vedemmo l'immensa folla girarsi verso il sole che apparve al suo Zenit, chiaro tra le nuvole. Sembrava un disco d'argento, ed era possibile guardarlo senza problemi. Non bruciava gli occhi, non li accecava. Come se vi fosse stata un'eclissi. Poi si udì un urlo fragoroso, e la gente più vicina cominciò a gridare: "Miracolo, miracolo! Meraviglia, meraviglia!". Davanti agli occhi estasiati delle persone, il cui comportamento ci riportava ai tempi della Bibbia e le quali ora contemplavano il cielo limpido, sbalordite e a testa scoperta, il sole tremò, compì degli strani e bruschi movimenti, al di fuori di qualsiasi logica scientifica. Il sole "danzò", secondo la tipica espressione dei contadini. Anche io mi sono rivoltato verso il punto che richiamava lo sguardo di tutti e potei vedere il sole apparire come un disco chiarissimo, con i contorni nitidi, che splendeva senza offendere la vista. Non poteva essere confuso con il sole visto attraverso una nebbia (che non c'era in quel momento) perché non era né velato né attenuato. A Fàtima esso manteneva la sua luce e il suo calore e si stagliava nel cielo con i suoi nitidi contorni, come un largo tavolo da gioco. La cosa più stupefacente era il poter contemplare il disco solare, per lungo tempo, brillante di luce e calore, senza ferirsi gli occhi o danneggiare la retina. Udimmo un clamore, il grido angosciato della folla intera. Il sole, infatti, mantenendo i suoi rapidi movimenti rotatori, sembrò essere libero di muoversi nel firmamento, e di spingersi, rosso sangue, verso la terra, minacciando di distruggerci con la sua enorme massa. Furono dei secondi davvero terribili". 
I tre pastorelli riferirono, invece, di aver visto dapprima la Madonna, san Giuseppe e Gesù Bambino mentre benedicevano il mondo tracciando un ampio segno di croce, successivamente la Vergine nelle vesti di Addolorata, seguita da Gesù con la croce e la corona di spine, infine la sola Vergine nelle vesti della Madonna del Carmelo.
Non appena il fenomeno si concluse, la folla si riversò acclamante sui pastorelli. Francisco riuscì a fuggire, Giacinta venne condotta via da un amico e Lucia riuscì con fatica a tornare a casa ma senza velo né trecce, poiché alcuni fanatici gliele avevano tagliate. Sarà l'ultima delle 6 apparizioni della Madonna di Fàtima.
A un anno e mezzo dalle apparizioni, alla fine del 1918, a guerra ancora in corso, la terribile epidemia di influenza spagnola che flagellava l'Europa si abbatté con forza anche sul Portogallo, colpendo anche i due pastorelli più piccoli, Giacinta riuscì a guarire dopo una lunga convalescenza, mentre Francisco ne venne colpito duramente. Dato che non aveva ancora fatto la prima comunione, il 3 aprile 1919 gli venne somministrata l’Eucaristia per la prima e unica volta nella sua breve vita. Francisco si spense alle 10 del 4 aprile 1919, a 11 anni, assistito da Lucia e dalla sua famiglia. Lucia scriverà che prima di morire disse di vedere una grande luce. Venne sepolto in una semplice tomba nel piccolo cimitero di Fatima.
Pochi mesi dopo, anche la sorellina Giacinta venne colpita da una pleurite purulenta. La malattia fu molto dolorosa: le si formò nel petto una profonda piaga, infettandosi al ritorno a casa dopo due mesi di degenza. Fu trasferita a Lisbona, ma la situazione continuò a peggiorare: il 10 gennaio 1920 le vennero asportate due costole dalla parte sinistra, dove c'era una piaga "larga quanto una mano", e senza anestesia, poiché, secondo i dottori, era diventata troppo fragile. Secondo i medici, la bambina sopportò ogni cosa dicendo che avrebbe offerto la propria sofferenza per la salvezza dei peccatori. Giacinta infine morì alle 10:30 del 20 febbraio, un mese prima di compiere 10 anni, in presenza solo di un'infermiera, lontana da Lúcia e dai genitori. Pochi giorni prima di morire, Giacinta riferì di aver visto il Papa (che lei non sapeva chi fosse) inginocchiato davanti a un tavolo, assorto in preghiera, con le lacrime sul volto e la testa fra le mani. Quando questo giungerà alle orecchie di Benedetto XV, si dice che il Papa si sarebbe meravigliato al riconoscere l'episodio.
Un nobile locale, il barone di Alvaiazere, offrì un loculo nella tomba della propria famiglia nel cimitero di Vila Nova de Ourèm. Dopo 15 anni si decise di seppellire Giacinta accanto al fratellino Francisco nel cimitero di Fàtima: era il 12 settembre 1935 e il vescovo di Leiria assistette anche a una ricognizione canonica della salma, il cui volto fu dichiarato incorrotto. Il 13 marzo 1952 le loro spoglie vennero traslate infine nel Santuario di Fàtima, dove era stata già approntata anche una terza tomba per Lùcia. 
L'ultima pastorella decise di lasciare Fàtima per consacrarsi alla vita religiosa. Nel 1921, a 14 anni, per ordine del vescovo di Leiria si trasferì a Porto, nel collegio delle Suore di Santa Dorotea. Il 15 maggio 1921, prima di partire, Lucia visitò la Cova da Iria, per la prima volta da sola, e scriverà di aver assistito a una nuova apparizione della Madonna. La veggente venne incoraggiata a seguire le volontà del vescovo, quale volontà di Dio. Sul luogo, a partire dal 1919, era sorta una prima cappellina per volontà dei fedeli e l'anno successivo, nonostante il divieto delle autorità, si era iniziato a celebrare messa e ad aprire un primo ostello per accogliere i pellegrini. 
A Fátima, inoltre, c'era scarsità di acqua a causa della natura del terreno, calcareo e poroso, tanto che gli abitanti erano costretti a raccogliere l'acqua piovana in cisterne. Durante la prima visita del vescovo di Leiria José Alves Correia da Silva, si stava ultimando lo scavo di un pozzo vicino al luogo della prima apparizione, e, alla sua presenza e nonostante il suo scetticismo, l'acqua iniziò a sgorgare non solo da quel pozzo, ma anche da altri due fatti scavare a poca distanza. Il problema delle risorse idriche fu definitivamente risolto.
Il 3 maggio 1922 la Chiesa avviò ufficialmente un procedimento canonico per accertare la veridicità delle apparizioni ma, senza aspettare la sua conclusione, il vescovo Correia e Silva presiedette una messa alla Cova da Iria il 26 luglio 1927 e benedisse una monumentale Via Crucis lunga 11 km. Il 13 maggio 1928, 11° anniversario delle apparizioni, iniziò la costruzione dell'attuale Santuario e infine, lo stesso vescovo Correia e Silva comunicò l'approvazione della Santa Sede al culto di Fàtima il 13 ottobre 1930.

Francisco e Giacinta Marto morirono ancora bambini nel 1919 e 1920 e vennero inizialmente sepolti nel cimitero di Fàtima, prima di essere traslati nell'odierno Santuario nel 1951, all'atto dell'inaugurazione. Dal 2006 suor Lucia riposa accanto a loro

Intanto, nel 1925, a 18 anni, suor Lucia era stata accettata come novizia dalle Suore di Santa Dorotea, prendendo il nome di Suor Maria Lucia dell'Addolorata e trasferendosi a Tui in Spagna. Fece la professione temporanea il 3 ottobre 1928, a 21 anni, e il 3 ottobre 1934, a 27 anni, emise i voti perpetui.
Secondo le sue memorie, tuttavia, suor Lucia vide la Madonna anche in altre occasioni negli anni successivi. Il 10 dicembre 1925, ad esempio, mentre si trovava nel convento di Pontevedra, in Spagna, avrebbe avuto una nuova apparizione della Vergine, che le aveva comunicato la sua Grande Promessa, ossia la comunione riparatrice nei primi cinque sabati del mese: "Guarda figlia mia, il mio Cuore circondato di spine che gli uomini ingrati in ogni momento Mi configgono con bestemmie e ingratitudini. Almeno tu vedi di consolarMi, e dì che tutti coloro che per 5 mesi, il primo sabato, si confesseranno, ricevendo la santa Comunione, reciteranno un rosario e Mi faranno compagnia per 15 minuti, meditando i 15 Misteri del Rosario con l'intenzione di alleviare la mia pena, Io prometto di assisterli nell'ora della morte con tutte le grazie necessarie per la salvezza delle anime".
Suor Lucia assistette a un’altra apparizione a Tui nel 1929: in tale occasione, mentre era nella cappella del convento a pregare, la Madonna le raccomandò di inviare una lettera al Papa, chiedendogli di consacrare la Russia al suo Cuore Immacolato, come già aveva chiesto nel 1917. Poiché questo non avvenne, nel 1931, mentre si trovava a Riaño, poco distante da Pontevedra, riferì un'altra visione, questa volta di Gesù, che si lamentava per la lentezza della Chiesa nell'adempiere alle sue richieste: "Fai sapere ai Miei ministri, che non hanno voluto soddisfare la Mia richiesta, come al Re di Francia, che si pentiranno e l'adempiranno, ma sarà tardi. La Russia avrà già sparso i suoi errori per il mondo, provocando guerre e persecuzioni alla Chiesa: il Santo Padre avrà molto da soffrire".
Per anni, comunque, i Segreti di Fàtima e in generale il contenuto integrale delle rivelazioni della Madonna rimasero conosciuti alla sola Lucia. Negli Anni '30, ad esempio, la suora riferirà che "una notte illuminata da una strana luce nel cielo", secondo il Secondo Segreto, sarebbe stato il segnale che avrebbe portato a una grande devastazione, se la Russia non fosse stata consacrata e se i cattolici non avessero pregato a sufficienza il Rosario secondo le sue indicazioni. Il 25 gennaio 1938, un'aurora boreale di colore rosso apparve nei cieli di tutta Europa, avvistata fino a Gibilterra e perfino negli Stati Uniti, fenomeno che non si è mai più ripetuto. Un'anno e mezzo dopo, il 1° settembre 1939, inizierà la Seconda Guerra Mondiale. 
Solo nel 1941, in piena guerra e a 24 anni dalle apparizioni, il vescovo Correia e SIlva ordinò a suor Lucia, su mandato della Santa Sede, di rivelare i Segreti di Fàtima e di scrivere un libro riguardante la vita della cugina Giacinta. Suor Lucia a quel punto diede il suo primo resoconto di tutto quello che sapeva sulla cugina e sulle apparizioni e aggiunse anche 2 dei 3 segreti rivelati dalla Madonna. Nel 1943 il vescovo ordinò a suor Lucia di rivelare anche il terzo segreto, ma la suora educatamente rifiutò, perché "non era ancora convinta che Dio l'avesse chiaramente autorizzata a rivelarlo". A ottobre del 1942, tuttavia, suor Lucia venne colpita da una seria broncopolmonite e, temendo che morisse, il vescovo le ingiunse nuovamente di mettere per iscritto il Terzo Segreto. Lucia stavolta obbedì, ma sigillò il foglio dentro una busta che consegnò al vescovo, con l'esplicita richiesta di non aprirla prima del 1960 o della propria morte. Pio XII l
'8 dicembre 1942, festa dell'Immacolata, consacrò la Russia e l'umanità al Cuore Immacolato di Maria, come richiesto dalla Madonna, rivelando i primi due Segreti senza mai aprire la busta contenente il Terzo.
Il 25 marzo 1948 Suor Lucia tornò in Portogallo per trasferirsi definitivamente a Coimbra, dove entrò a far parte delle monache carmelitane scalze con il nome di suor Maria Lucia di Gesù e del Cuore Immacolato. L'ordine arrivò direttamente dalla Santa Sede e suscitò in molti il sospetto che il Vaticano volesse "silenziare" la veggente. Infatti, la costituzione delle carmelitane scalze prevede che le monache parlino il meno possibile con tutti, anche con i parenti più stretti, e che le conversazioni siano brevi e limitate ad argomento religioso, senza alcuna menzione di affari legati al mondo esterno. 
Avvicinandosi il 1960, quando il Terzo Segreto avrebbe dovuto essere rivelato, ad agosto 1959 Giovanni XXIII aprì finalmente la busta, lesse il segreto ma scelse, contravvenendo alle indicazioni della Madonna, di non rivelarlo, lasciando istruzioni ai suoi successori affinché leggessero il Segreto e decidessero di conseguenza. Nel 1965 anche Paolo VI lesse quindi il Segreto e fu dello stesso parere.
Il 10 luglio 1977, anno del 60° anniversario delle apparizioni, il Patriarca di Venezia, cardinale Albino Luciani, si recò il pellegrinaggio a Fàtima con numerosi fedeli della diocesi e visitò anche il monastero di Coimbra. Suor Lucia, che non riceveva mai nessuno, volle incontrarlo da solo 
e gli parlò ininterrottamente per mezz'ora. Luciani non rivelò mai nulla di quell'incontro, ma uscì molto scosso dall'incontro. Un anno dopo venne eletto Papa con il nome di Giovanni Paolo I e, nonostante la straordinaria brevità del suo pontificato (33 giorni), lesse il Terzo Segreto di Fàtima, così come farà Giovanni Paolo II pochi mesi dopo.
Sarà il cardinale Joseph Ratzinger, Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, a rivelare, su autorizzazione di Giovanni Paolo II, il Terzo Segreto di Fàtima il 13 maggio 2000, in occasione della beatificazione di Francisco e Giacinta: "Dopo le due parti che già ho esposto, abbiamo visto al lato sinistro di Nostra Signora un poco più in alto un Angelo con una spada di fuoco nella mano sinistra; scintillando emetteva fiamme che sembrava dovessero incendiare il mondo; ma si spegnevano al contatto dello splendore che Nostra Signora emanava dalla sua mano destra verso di lui: l'Angelo indicando la terra con la mano destra, con voce forte disse: Penitenza, Penitenza, Penitenza! E vedemmo in una luce immensa, che è Dio, ("qualcosa di simile a come si vedono le persone in uno specchio quando vi passano davanti") un vescovo vestito di bianco, ("abbiamo avuto il presentimento che fosse il Santo Padre") insieme a vescovi, sacerdoti, religiosi e religiose salire una montagna ripida, in cima alla quale c'era una grande Croce di tronchi grezzi come se fosse di sughero con la corteccia; il Santo Padre, prima di arrivarvi, attraversò una grande città mezza in rovina e mezzo tremulo, con passo vacillante, afflitto di dolore e di pena, pregava per le anime dei cadaveri che incontrava nel suo cammino; giunto alla cima del monte, prostrato in ginocchio ai piedi della grande Croce, venne ucciso da un gruppo di soldati che gli spararono vari colpi di arma da fuoco e frecce, e allo stesso modo morirono gli uni dopo gli altri i vescovi, sacerdoti, religiosi, religiose e varie persone secolari, uomini e donne di varie classi e posizioni. Sotto i due bracci della Croce c'erano due Angeli ognuno con un innaffiatoio di cristallo nella mano, nei quali raccoglievano il sangue dei Martiri e con esso irrigavano le anime che si avvicinavano a Dio".
Suor Lucia rimarrà nel convento di Coimbra per 57 anni, tutta la vita, ad eccezione di 4 viaggi papali in cui le venne consentito di interrompere la clausura: nel 1967, quando Paolo VI compì il primo viaggio apostolico a Fàtima (fatto molto raro all'epoca) per il 50° anniversario delle apparizioni; nel 1982, quando Giovanni Paolo II rese grazie per essere sopravvissuto all'attentato dell'anno precedente; nel 1991 e, infine, nel 2000, quando lo stesso Pontefice beatificò gli altri due pastorelli. Nessuna delle 6 memorie scritte da Suor Lucia durante la sua vita è mai stata pubblicata prima del 1976. 
Il 13 maggio 1989, giorno del 72º anniversario delle apparizioni, Giovanni Paolo II proclamò l'eroicità delle virtù di Francesco e Giacinta, e, come detto, il 13 maggio 2000 li beatificò a Fátima. Papa Francesco li ha poi canonizzati il 13 maggio 2017, durante il suo viaggio a Fátima in occasione del centenario delle apparizioni.
Suor Lùcia dos Santos si è spenta nel convento di Coimbra il 13 febbraio 2005, a 97 anni, e, dopo un primo periodo nel cimitero del convento, è stata poi sepolta nel 2006 nel Santuario di Fàtima, accanto a Giacinta e Francisco Marto. 
Il 13 febbraio 2008 Benedetto XVI concedette la dispensa dai 5 anni di attesa dalla morte, necessari per l'avvio della causa di beatificazione. Il 22 giugno 2023 sono state riconosciute le virtù eroiche di Suor Lucia da Francesco e da quel momento ha il titolo di Venerabile.

Commenti

Post popolari in questo blog

475° - Morte di Paolo III

Il Papa che convocò il Concilio di Trento, che darà il via alla Controriforma cattolica dopo lo scisma protestante. Il 10 novembre 1549 moriva a 81 anni Paolo III , al secolo Alessandro Farnese , il Papa che autorizzò la fondazione della Compagnia di Gesù. Paolo III, nato Alessandro Farnese, fu Papa con il nome di Paolo III dal 13 ottobre 1534 alla morte, avvenuta il 10 novembre 1549 a 81 anni. Fu l'iniziatore del Concilio di Trento e colui che approvò l'istituzione dei Gesuiti Alessandro Farnese nacque a Canino, nella Maremma laziale, nei pressi di Viterbo), il 29 febbraio 1468. Era figlio di Pier Luigi I Farnese , signore di Montalto, e Giovannella Caetani, discendente dalla prestigiosa famiglia nobiliare che aveva dato 2 Papi alla Chiesa: Gelasio II (1118 - 1119) e Bonifacio VIII (1294 - 1303). Egli era il terzo di cinque figli, il secondo dei maschi. La famiglia Farnese arrivò al massimo splendore durante il pontificato di Paolo III, arrivando a governare il Ducato di Pa...

Innocenzo XIII, un pontificato troppo breve per essere efficace

Fu Papa per nemmeno 3 anni, un pontificato troppo breve per essere efficace dopo il ventennio del suo predecessore. Il 7 marzo 1724  moriva Papa Michelangelo Conti , che scelse il nome di Innocenzo XIII . Innocenzo XIII, nato Michelangelo Conti, è stato il 244° Papa, successore di Clemente XI. Eletto Papa l'8 maggio 1721, già anziano, il suo pontificato non arrivò a durare 3 anni: morì il 7 marzo 1724, a 68 anni Michelangelo Conti nacque a Poli, su un'altura dei Monti Prenestini laziali, il 13 maggio 1655. Figlio di Carlo dei Conti di Segni, era discendente da una nobile famiglia che aveva già dato un Papa alla Chiesa, cinquecento anni prima: Lotario dei Conti di Segni , eletto nel 1198 con il nome di Innocenzo III . Dopo gli studi al Collegio dei Gesuiti a Roma e una laurea in legge all'Università La Sapienza, a 25 anni venne ordinato sacerdote ed entrò nella corte pontificia. Il suo primo incarico fu inviato speciale di Papa Alessandro VIII a Venezia per la consegna di ...

1700° - Consacrazione di San Giovanni in Laterano

Cattedrale della diocesi di Roma, la più antica e importante chiesa d'Occidente. Il 9 novembre 324 , secondo la tradizione, veniva consacrata la Basilica di San Giovanni in Laterano , sita sul colle Celio di Roma, Madre e Capo di tutte le Chiese della Città e del Mondo. La Basilica di San Giovanni in Laterano è la più antica e importante Basilica d'Occidente e delle 4 Basiliche Papali di Roma. Consacrata il 9 novembre 324 da Papa Silvestro I, è anche la cattedrale della diocesi di Roma e sede del Vicariato La storia della Basilica comincia all'inizio del IV secolo, periodo in cui l'area orientale del colle Celio era di proprietà della famiglia dei Laterani, su cui avevano edificato un grande palazzo. Terreno e palazzo, all'estinzione della famiglia Laterani, vennero acquistati dalla famiglia imperiale romana e l'imperatore Massimiano li donò a Costantino , allora Cesare, quando egli sposò nel 307 sua figlia Fausta. Costantino adibì quindi il palazzo a residenza ...