Il primo imperatore romano a convertirsi al cattolicesimo, dandogli cittadinanza all'interno dell'Impero con l'Editto di Milano del 313. Il 27 febbraio 272 nasceva a Naissus (l'odierna Nis, in Serbia) l'imperatore Costantino il Grande, i cui 31 anni di regno segnano uno dei passaggi decisivi della storia dall'antichità classica al Medioevo.
Flavio Valerio Costantino nasce a Naissus il 27 febbraio 272, anche se la data è convenzionale (sarebbe tra il 271 e il 275). È figlio di Costanzo Cloro, militare e componente della guardia personale dell'imperatore Aureliano. Sua madre era una donna greca di nome Elena, nativa di Drepana (poi chiamata Elenopoli in suo onore da Costantino), ma non è chiaro se fosse moglie o concubina di Cloro.
Costantino avanza rapidamente nella gerarchia politica dell'Impero grazie all'influenza del padre. Nel 284 Diocleziano nomina Costanzo Cloro governatore della Dalmazia.
L'anno successivo segna la storia dell'Impero Romano: Diocleziano divide l'Impero in due, mantenendo per sè la parte Est, con sede a Nicomedia (l'odierna Izmir, in Turchia). A ovest viene scelto come imperatore Massimiano, che sceglie come capitali Milano e Treviri, allontanandosi da Roma. Massimiano sceglie Costanzo Cloro come capo della sua guardia personale (prefetto del pretorio) e gli concede in moglie la figliastra Teodora.
Nel 293 Diocleziano inaugura la Tetrarchia: i due imperi sarebbero stati formalmente uniti ma avrebbero avuto due Augusti, uno a Est e uno a Ovest, di fatto i due imperatori (con una supremazia riconosciuta a quello dell'Est) e due Cesari, loro vice ed eredi designati. Costanzo Cloro e Galerio vengono scelti come Cesari dell'Impero d'Occidente e, in particolare, il padre di Costantino viene mandato nelle Gallie a combattere i ribelli Carausio e Alletto. L'incarico di Cesare, nelle intenzioni, doveva essere ereditario e, quindi, Costantino diventa l'erede designato di suo padre e si trasferisce alla corte imperiale di Diocleziano, a Nicomedia, forse come "ostaggio" politico per garantirsi la fiducia di Costanzo.
Costantino riceve una solida educazione umanistica e diventa un membro eminente della corte combattendo su vari fronti, come Danubio, Siria e Mesopotamia. Nel 305, a 33 anni, diventa tribuno di prim'ordine.
Nel 303 Diocleziano scatena la più grande persecuzione contro i cristiani nella storia dell'Impero, con sequestri e roghi di opere, distruzioni di chiese, esilio ed esecuzioni di cristiani. Non è chiaro se Costantino abbia avuto un ruolo nella persecuzione, ma è improbabile.
Nel 305 Diocleziano sceglie di abdicare per motivi di salute e Massimiano, a ovest, decide di fare lo stesso. Contro ogni previsione, l'imperatore scelse Costanzo Cloro e Galerio come Augusti e Severo e Massimino (nipote di Galerio) come Cesari, ignorando sia Costantino che Massenzio, figlio di Massimiano.
Costantino si sente immediatamente prigioniero alla corte Est di Galerio. Costanzo Cloro chiede formalmente all'omologo l'aiuto del figlio per la campagna militare in Britannia. Costantino e il padre trascorsero un anno a Eboracium (l'odierna York) senza ottenere successi rilevanti.
Il 25 luglio 306 Costanzo Cloro muore a Eboracium. Come ultime volontà, chiede che gli succeda il figlio Costantino. È Croco, re degli Alamanni, fedeli ai Romani, a proclamarlo Augusto. Anche Gallia e Britannia lo riconoscono come Augusto, ma non la Spagna. Galerio è contrario. Tuttavia, volendo evitare una guerra civile, sceglie come Augusto Severo e conferma Costantino come Cesare, mandandogli tuttavia le tradizionali vesti porpora imperiali.
Costantino si trova quindi a regnare su Britannia, Gallia e Spagna, trasferendosi a Treviri dopo un periodo di permanenza a Eboracium. I Franchi non riconoscono l'ascesa di Costantino e invadono l'Impero nell'inverno del 306. Il nuovo imperatore li respinge, arrivando a catturare i re Asgaric e Merogais e a darli in pasto alle fiere nell'arena di Treviri insieme ai loro soldati dopo il trionfo. L'imperatore ordina la fine delle persecuzioni e la restituzione ai cristiani dei beni sequestrati e fortifica la città di Treviri.
La minaccia maggiore a Costantino, comunque, viene dall'interno. Il 28 ottobre 306 Massenzio, figlio dell'ex imperatore Massimiano, adirato per il mancato riconoscimento come Augusto, da Roma si proclama Augusto. Galerio ordina a Severo, legittimo Augusto, di detronizzarlo, ma Severo viene sconfitto e catturato.
Massimiano esce dal suo ritiro e incontra Costantino, offrendogli in sposa la figlia Fausta e il titolo di Augusto in cambio del riconoscimento della sovranità di Massenzio sull'Italia. Costantino accetta e nel 307 sposa Fausta, concedendo controvoglia il proprio riconoscimento politico a Massenzio.
Per evitare ogni coinvolgimento nelle vicende italiane, Costantino torna in Britannia e, anziché fornire supporto militare a Massenzio, inizia una campagna contro le tribù germaniche ribelli sul Reno. Massimiano, nel frattempo, torna a Roma ma i rapporti con il figlio degenerano e, dopo un fallimentare tentativo di deporlo, torna da Costantino.
L'11 novembre 308 Galerio convoca un consiglio generale a Carnuntum (l'attuale Petronell-Carnuntum, in Austria), convocando anche l'anziano Diocleziano e Massimiano. Quest'ultimo venne costretto a rinunciare a qualunque influenza su Massenzio e venne ribadito che Costantino non fosse l'Augusto dell'Ovest, titolo assegnato a Licinio, uno dei vecchi compagni d'armi di Galerio.
La situazione viene ancora più ingarbugliata. Non solo Costantino stavolta rifiuta la decisione, ma anche Massenzio è scontento per essere stato di nuovo ignorato. Galerio offre a entrambi di essere Augusti alla pari, ma entrambi rifiutano.
Nel 310 Massimiano si ribella contro Costantino, mentre l'imperatore è impegnato contro i Franchi. Massimiano si trasferisce a Massilia (Marsiglia) preparandosi a resistere all'assedio, ma la popolazione, leale a Costantino, apre alle sue truppe l'entrata posteriore della città. Costantino garantisce clemenza a Massimiano, ma lo invita al suicidio. Nel 310 Massimiano si impicca ed è vittima della damnatio memoriae del vincitore, con la distruzione di ogni sua icona.
Nonostante la rottura delle loro relazioni, Massenzio si presenta immediatamente come devoto figlio di Massimiano. Nel 310 Costantino alza il tiro, presentandosi come discendente di Claudio II, imperatore che un secolo prima aveva sconfitto i Goti e ridato ordine all'Impero, e implicitamente alludendo che fosse l'unico designato imperatore, sfidando perfino Galerio, nel frattempo diventato troppo malato per essere coinvolto negli affari dell'Ovest.
Nel 311 Galerio muore subito dopo aver posto fine alle persecuzioni. Il figlio Massimino si mobilita contro Licinio, Augusto dell'Ovest. Massenzio, di contro, si trova in difficoltà a causa della scarsa prosperità economica dell'Italia e delle rivolte in Africa del suo generale Domizio Alessandro. Nell'estate del 311 Massenzio dichiara guerra a Costantino, che poco prima si era alleato con Licinio, che gli aveva offerto in sposa la sorella Costanza. Di contro Massimino rafforza i suoi legami con Massenzio.
Nel 312 Costantino inizia la sua avanzata in Italia, conquistando Susa e Torino, dopo la prima battaglia contro la cavalleria di Massenzio. Costantino conquista Milano, Verona (dopo un assedio), Brescia, Aquileia, Modena e Ravenna, aprendosi la strada verso Roma. Massenzio sceglie di lasciare l'Italia centrale al nemico, preparandosi all'assedio con rifornimenti dal Sud Italia e il rafforzamento delle Mura Aureliane.
Il 28 ottobre del 312, pur essendo numericamente la metà, le truppe di Costantino travolgono quelle di Massenzio nella Battaglia di Ponte Milvio. Lo stesso Massenzio perde la vita, trascinato e annegato nel Tevere durante la caotica ritirata del suo esercito. La notte prima della battaglia avrebbe avuto luogo il famoso sogno di Costantino, descritto da Eusebio di Cesarea, in cui avrebbe avuto l'indicazione di far scrivere sugli stendardi e sulle armi il labaro, simbolo cristiano composto da P e X incrociate, con la promessa: "In hoc signo vinces" ("sotto queste insegne vincerai").
Il 29 ottobre 312 Costantino entra trionfante a Roma, fa ripescare dal Tevere e decapitare il corpo di Massenzio, portando in processione la sua testa per tutta la città come monito, prima di spedirla a Cartagine, che giura fedeltà al nuovo imperatore. Il nome di Massenzio venne cancellato ovunque e alcuni edifici vennero ridedicati a Costantino, come il Tempio di Romolo e la Basilica di Massenzio.
Nel 313 Costantino suggella l'alleanza con Licinio offrendogli in sposa la sorellastra Costanza e proclamando l'Editto di Milano, garantendo tolleranza a tutte le religioni dell'Impero, incluso il cristianesimo, e restituendo ai cristiani tutti i beni sequestrati durante il regno di Diocleziano.
Licinio sconfigge Massimino e si garantisce il controllo dell'Impero Orientale, ma le relazioni tra i due Augusti si deteriorano in modo irrimediabile quando il candidato di Licinio al ruolo di Cesare ordisce una cospirazione per uccidere Costantino. Dopo due battaglie a Cibala e Mardia, nel 317 i due Augusti si accordano, concedendo il titolo di Cesare ai due figli di Costantino, Crispo e Costantino II, e al figlio di Licinio Liciniano.
Costantino si stabilisce a Sirmium, in Pannonia (l'odierna Serbia), dove muove guerra nel 322 ai Goti e Sarmati, uccidendo il leader dei Goti Rausimod.
Nel 320 Licinio si rimangia l'Editto di Milano, riprendendo con confische e persecuzioni non violente. I due arrivano di nuovo allo scontro armato. Nel 324 l'esercito di Costantino e degli alleati Franchi vince ad Adrianopoli, Ellesponto e Chrysopolis. Licinio e il suo luogotenente Martiniano si arrendono. In cambio, Costantino risparmia le loro vite e li esilia in Tessalonica e Cappadocia, ma l'anno seguente l'imperatore li accusa di complottare contro di lui e li fa impiccare. Nel 326 Liciniano, figlio della sorellastra di Costantino e potenziale pretendente al trono, viene ucciso, lasciando Costantino come unico sovrano per tutto l'Impero.
Riconoscendo il declino dell'Ovest spopolato rispetto alle ricche città dell'Est e la necessità di proteggere i confini orientali da invasioni barbariche e persiane, Costantino nel 330 rifonda la greca Bisanzio come Costantinopoli, rendendola la nuova capitale dell'Impero.
Nel 326 Costantino fa avvelenare il figlio maggiore Crispo a Pula, nell'odierna Croazia, e la sua stessa moglie, l'imperatrice Fausta. A oggi non sono chiari i motivi dell'ordine. Nel 332 l'imperatore riprende le sue battaglie contro Goti e Sarmati, riconquistando parte della Dacia, allargando i confini romani. Dopo l'invasione persiana del regno cristiano dell'Armenia, Costantino pianifica una grande campagna militare a Est, con i toni di una crociata cattolica e pianificando di farsi battezzare nel Giordano.
I preparativi, tuttavia, si arrestano alla malattia di Costantino, sopravvenuta qualche giorno prima di Pasqua del 337. Dopo un tentativo di cura ai bagni caldi di Helenopolis, città natale della madre, cerca di tornare a Costantinopoli per morire. Arrivato a Nicomedia, non riesce a proseguire. Chiede di essere battezzato prima di spirare dal vescovo locale, Eusebio. Costantino muore il 22 maggio 337, a 65 anni.
Il suo corpo viene portato a Costantinopoli e sepolto nella Chiesa dei Santi Apostoli, da lui stesso voluta, in un sarcofago di porfido. Sappiamo che il suo corpo era ancora nella tomba originaria nel 1204, quando la città viene saccheggiata durante la Quarta Crociata, ma non è arrivato a fino a noi. La Chiesa ortodossa lo venera come Santo.
Per sua volontà, il potere viene diviso tra i 3 figli Costante, Costantino II e Costanzo II, che si spartirono l'Impero: a Costanzo II viene assegnata la parte Est, a Costante l'Illiria e a Costantino la parte Ovest (Gallia, Spagna e Britannia). Tuttavia, dopo un eccidio degli altri eredi maschi e una serie di guerre fratricide, nel 350 Costanzo II riunirà tutto l'Impero sotto la sua sovranità.
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