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100° - Morte di Benedetto XV

È passato alla storia come il Papa della Grande Guerra, il primo a esprimere uno sforzo pacifista universale che sarà poi un modello per i suoi successori. Il 22 gennaio 1922, a 67 anni, moriva per una polmonite Benedetto XV, al secolo Giacomo Della Chiesa.

Benedetto XV, al secolo Giacomo Della Chiesa, fu 258° Papa dal 1914 al 1922. Fu il Papa della Grande Guerra, che tentò di scongiurare con numerose iniziative diplomatiche per riportare la pace


Giacomo Della Chiesa nasce il 21 novembre 1854 a Pegli (Genova), terzo dei sei figli del marchese Giuseppe Della Chiesa e della marchesa Giovanna Migliorati. Discendente del beato Antonio Della Chiesa, frate domenicano del '400 compagno di San Bernardino da Siena, la famiglia paterna diceva di annoverare Papa Callisto II e il Re d'Italia Berengario II come antenati, più Papa Innocenzo VII (Cosimo de' Migliorati) da parte di madre. 
Educato a casa, Giacomo manifesta fin da bambino la sua vocazione per la vita sacerdotale, osteggiata dal padre, che lo indirizza verso gli studi in legge. Nel 1875 ottiene un dottorato in legge all'Università di Genova, ampiamente dominata da un ambiente anticlericale nei primi anni dell'Unità d'Italia. Ottenuta la laurea, il padre gli consente a malincuore di entrare in seminario ma a Roma, non a Genova, perché Giacomo diventasse almeno vescovo e non un pretino di campagna. 
Dalla Chiesa entra così nell'Almo Collegio Capranica di Roma e nel 1878 assiste al Conclave che segue la morte di Pio IX, che porta all'elezione di Leone XIII. Il nuovo Pontefice lo riceve, insieme agli altri studenti del Collegio, pochi giorni dopo l'incoronazione. 
Il 21 dicembre 1878, a 24 anni, Della Chiesa viene ordinato sacerdote nella Basilica di San Giovanni in Laterano dal cardinale Raffaele Monaco La Valletta, Vicario per Roma, ed entra nella Pontificia Accademia dei Nobili Ecclesiastici per gli studi diplomatici. Viene notato dall'arcivescovo Mariano Rampolla del Tindaro, Segretario della Congregazione per le Chiese Orientali, poi cardinale, che lo vuole come suo segretario personale. Nel 1882 Della Chiesa segue Rampolla a Madrid, dove era stato nominato nunzio apostolico. 
Nel 1887 Rampolla viene richiamato in Vaticano come Segretario di Stato e Della Chiesa lo segue, occupandosi delle trattative tra Germania e Spagna sulle Isole Caroline e dei soccorsi durante le epidemie di colera.
Si dice che la marchesa Migliorati, madre di Della Chiesa, si lamentò un giorno che la bravura del figlio non venisse riconosciuta adeguatamente. Rampolla rispose: "Signora, suo figlio deve solo compiere pochi passi, ma saranno enormi".
Nel 1903, alla morte di Leone XIII, la candidatura di Della Chiesa a Segretario del Conclave viene battuta da quella di Rafael Merry del Val, giovane sacerdote conservatore spagnolo, che il neoeletto Pio X nominerà cardinale e Segretario di Stato. Rampolla, uno dei favoriti in Conclave, viene costretto a lasciare la Segreteria di Stato dal nuovo Pontefice, ma Della Chiesa conserva il suo incarico.
Dopo qualche anno, il 18 dicembre 1907, a 53 anni, Della Chiesa viene nominato arcivescovo di Bologna dopo la morte, ad agosto, del cardinale Domenico Svampa. Viene consacrato il 22 dicembre successivo nella Basilica di San Pietro da Pio X in persona. 
A Bologna visita tutte le parrocchie dell'arcidiocesi, anche quelle che si potevano raggiungere solo a cavallo, e organizza grandi pellegrinaggi diocesani a Loreto e Lourdes, per i 50 anni delle apparizioni. Nel 1913 viene colpito dalla morte del cardinale Rampolla, suo mentore, avvenuta a 70 anni a Roma, e ne celebra i funerali.
Probabilmente perché troppo vicino al cardinale Rampolla, la nomina a cardinale di Della Chiesa venne ritardata fino alla sua morte, avvenuta oltre 6 anni dalla sua promozione a Bologna, al tempo sede cardinalizia di primo livello. Il 25 maggio 1914, a 59 anni, viene creato cardinale presbitero dei Santi Quattro Coronati da Pio X.
Della Chiesa deve ben presto affrontare alcune rivolte a Bologna e, soprattutto, il dibattito sul ruolo dell'Italia nella Grande Guerra. L'arcivescovo di Bologna è tra i primi a schierarsi per la neutralità, sottolineando il ruolo della Chiesa nel portare sollievo ai sofferenti.

L'incoronazione di Benedetto XV nella Basilica di San Pietro il 6 settembre 1914. A causa del conflitto appena iniziato, il Conclave fu tesissimo e scelse un profilo diplomatico come Della Chiesa, anche se distante dalle posizioni di Pio X


Pio X muore a 69 anni il 20 agosto 1914, lo stesso giorno in cui le truppe tedesche entrano a Bruxelles. La Grande Guerra è scoppiata da poco (il 28 luglio) e la Chiesa si sta chiedendo se mantenere la neutralità, dopo che il Belgio e la Francia, cattolici, vengono attaccati dalla Germania protestante, a sua volta però alleata della cattolicissima Austria. Per i funerali di Pio X e per il Conclave si ritrovano a Roma cardinali appartenenti a Stati di opposti schieramenti in guerra, in alcuni casi con l'esplicito permesso dei rispettivi Capi di Stato per recarsi a Roma, che all'epoca, dopo la fine dello Stato Pontificio nel 1870, era parte integrante dell'Italia, Paese formalmente alleato con Austria e Germania ma ancora non entrato in guerra. L'aria è tesissima e le maggiori potenze mondiali puntano a eleggere un Papa a loro favorevole.
Nel 1904 Pio X aveva stabilito che occorresse attendere 10 giorni dalla morte del Papa prima di aprire il Conclave, in modo che i cardinali stranieri potessero giungere a Roma. Due dei tre cardinali statunitensi, tuttavia, non riescono ad arrivare in tempo, così come l'unico canadese, mentre altri 5 rinunciano per motivi di salute. Nonostante le fortissime tensioni politiche, il Conclave si apre il 31 agosto 1914 nella Cappella Sistina. È il primo nella storia in cui non vale più il diritto di veto dei monarchi cattolici, abolito da Pio X nel 1904: ora, se un cardinale tenta di porre un veto a nome di un sovrano, viene scomunicato. 
I favoriti erano due: l'Assessore del Sant'Uffizio Domenico Serafini, antimodernista come Pio X e con il supporto della Curia Romana, e il liberale Pietro Maffi, arcivescovo di Pisa, vicino alla famiglia Savoia. Della Chiesa, considerato un diplomatico, figura estremamente necessaria a guerra in corso, ottenne ben presto i voti della fazione di Maffi.
Il 3 settembre 1914, a 59 anni, Giacomo Della Chiesa viene eletto Papa, al decimo scrutinio, per un voto soltanto. All'epoca i foglietti di voto erano numerati, in modo che si potesse verificare se un cardinale non avesse votato per sè stesso. Dopo il controllo, chiesto dal cardinale Merry Del Val, l'elezione è ritenuta valida. Della Chiesa assume il nome di Benedetto XV, in omaggio a Benedetto XIV (1740 - 1758), anch'egli arcivescovo di Bologna al momento dell'elezione. A causa del permanere della Questione Romana, solo il cardinale Protodiacono appare sulla Loggia Centrale della Basilica di San Pietro per pronunciare l'Habemus Papam, ma non il neoeletto, che avrebbe dovuto impartire la prima benedizione Urbi et Orbi. Il 6 settembre Benedetto XV viene solennemente incoronato nella Basilica di San Pietro ma, seppur vescovo di Roma, non prende possesso della Basilica di San Giovanni in Laterano a causa delle tensioni politiche con l'Italia.

Benedetto XV si ammalò di influenza nei primi giorni del 1922. La sua situazione peggiorò di giorno in giorno fino alla morte, il 22 gennaio 1922, a 67 anni. La sua tomba si trova nelle Grotte Vaticane


Il pontificato di Benedetto XV è dominato dalla Grande Guerra, che egli definì "il suicidio dell'Europa". Nella sua prima enciclica fa un forte appello per la pace e chiede una tregua per il Natale 1914, ignorato. Dichiara la neutralità della Santa Sede e presenta due proposte di pace nel 1916 e 1917, ignorate anch'esse. Nel 1917, in Portogallo si verificano le apparizioni di Fatima, che saranno validate solo nel 1930 dal suo successore Pio XI, e nell'Impero Zarista la Rivoluzione di Lenin, la cui portata sarà chiara, anche in questo caso, solo durante il pontificato di Pio XI.
Il suo pacifismo a tutti i costi (nel 1921 Benedetto XV arriva a chiedere la messa al bando della leva obbligatoria) lo porta a inimicarsi sia la Germania protestante che Paesi cattolici come l'Italia, che voleva la vittoria a tutti i costi, e la Francia, che accusa il Papa di favorire l'Impero Austro-Ungarico, altra superpotenza cattolica. Ognuno dei due fronti lo accusa di essere favorevole all'altro ma, anche se non ha successo, la strategia di pace di Benedetto XV diventa un modello per i suoi successori, da Pio XII durante la Seconda Guerra Mondiale a Paolo VI durante la Guerra del Vietnam a Giovanni Paolo II durante la Guerra in Iraq. La sua dichiarazione più celebre della Grande Guerra fu definirla "un'inutile strage".
Il Pontefice ottiene però alcuni risultati inediti, come lo scambio di prigionieri feriti o incapaci di combattere. Nel 1915, su pressione della Santa Sede, 20mila residenti vengono trasferiti dalle zone occupate alla Francia meridionale e nel 1916 29mila prigionieri con problemi polmonari causati dal gas vengono collocati nella neutrale Svizzera. Il Vaticano crea anche un ufficio persone scomparse, che riceve 40mila segnalazioni, e un servizio postale tra i prigionieri e le loro famiglie, che riceve 50mila lettere. Nel 1915 il genocidio degli armeni scuote l'opinione pubblica. Benedetto XV tenta di spingere Germania e Austria a condannare l'alleato ottomano e invia una lettera personale al Sultano, senza successo. 
Nel 1919 il sentimento anticlericale spinge gli Stati europei a escludere la Santa Sede, priva di uno Stato e quindi personalità giuridica, dalla Conferenza di Pace di Versailles. Benedetto XV critica il Trattato di Versailles perché umilia eccessivamente la Germania e scioglie il cattolicissimo Impero Austro-Ungarico. Inoltre, non è convinto dell'avvio della Società delle Nazioni perché ente privo di valori cattolici e unicamente secolare. Inoltre, la dissoluzione dell'Impero Ottomano pone nuovi interrogativi riguardo alla sicurezza dei pellegrini cattolici in Terra Santa.
Il 5 gennaio 1922 Benedetto XV si ammala di influenza mentre aspetta il suo autista sotto la pioggia, dopo aver celebrato la messa del mattino. Nei giorni successivi subentrano febbre e complicazioni che sfociano in una polmonite. Il 20 gennaio detta le sue ultime volontà al cardinale Oreste Giorgi. Benedetto XV muore nel Palazzo Apostolico alle 5.20 del 22 gennaio 1922, a 67 anni. Le sue ultime parole furono al cardinale Pietro Gasparri: "La catastrofe è imminente". 
Il 6 febbraio 1922 viene eletto come suo successore il cardinale Achille Ratti, arcivescovo di Milano, che prende il nome di Pio XI. Nel 2005 il cardinale Joseph Ratzinger, appena eletto Papa, scelse il nome di Benedetto XVI in onore di Della Chiesa, per i suoi sforzi come pacificatore. 

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