Diciotto anni per varare la Controriforma, la risposta della Chiesa alla Riforma protestante di Martin Lutero. Il 13 dicembre 1545 si apriva nella Cattedrale di San Vigilio il Concilio di Trento, 25 sessioni guidate da 3 Pontefici. Sarà l'ultimo per oltre 3 secoli.
Il precedente Concilio, il Laterano Quinto, si era chiuso a marzo 1517 con alcune proposte di riforma su selezione dei vescovi, tassazione, censura e predicazione. Il documento finale lasciava però invariate tutte le problematiche che stavano provocando dissenso nella Chiesa, come il mercato delle indulgenze. Gli animi si accesero particolarmente in Germania. Il 31 ottobre 1517 Martin Lutero affisse le sue 95 Tesi sulla porta del convento di Wittenberg, dando il via al movimento protestante.
In un primo momento sembrò che la controversia tra Roma e i luterani potesse essere rimarginata con la diplomazia, ma la posizione di Lutero diventò man mano sempre più intransigente. Nel 1520 chiese pubblicamente ai principi tedeschi di tenere un Concilio in Germania senza il Papa e, in risposta, Leone X con la bolla Exsurge Domine condannò come eretiche 25 delle sue Tesi. I cattolici tedeschi chiesero a gran voce un Concilio, ma il Vaticano prese tempo.
Il Papa giudicava inaccettabile la propria esclusione dal Concilio e non voleva esasperare le tensioni tra gli Stati europei, con la rivalità tra Francia e Germania e il pericolo turco nel Mediterraneo. Per essersi schierato con i francesi, l'imperatore tedesco Carlo V punì Clemente VII con il grande sacco di Roma del 1527 da parte dei lanzichenecchi. Vedere la Basilica di San Pietro e la Cappella Sistina adibite a stalle per cavalli portò il resto d'Europa a non ritenere il Concilio una priorità. Il Papa, da lì in poi, si mostrò sempre oscillante tra Francia e Germania.
Nel 1532 Francesco I di Francia, rivale di Carlo V, firmò la pace con la Germania a Norimberga garantendo libertà di culto ai protestanti e chiese un grande Concilio tra cattolici e luterani per arrivare a una sintesi teologica e ricomporre lo scisma. La cattolica Francia e i principi protestanti tedeschi si unirono contro l'Impero Ottomano e l'idea di un Concilio si allontanò.
Fu Paolo III Farnese, eletto nel 1534 alla morte di Clemente VII, a spingere per un Concilio cattolico-protestante, visto che i protestanti ormai non erano solo uno sparuto gruppo di credenti e che la coesistenza delle due fedi cristiane era diventato un problema politico per l'Europa. L'assise si sarebbe dovuta aprire a Mantova il 23 maggio 1537, ma a causa dello scoppio di una nuova guerra tra Francia e Germania i prelati dei due Paesi scelsero di non venire. Paolo III tentò di tenere lo stesso il Concilio a Vicenza, ma nel 1539 dovette arrendersi e lo annullò.
Le trattative tra cattolici e protestanti proseguirono, ma i due schieramenti non riuscirono ad accordarsi sui concetti di Chiesa e giustificazione (la modalità di cancellazione della colpa dopo un peccato). Il Concilio venne rimandato fino al 1545, quando Lutero era anziano e malato. Alla fine il Papa dovette cedere alle pressioni di Carlo V. L'assise non si tenne a Mantova ma a Trento, che apparteneva al Sacro Romano Impero, e nessuno dei 3 Papi durante la sua durata vi partecipò, sostituiti da legati, come chiesto dall'Imperatore. Il 13 dicembre 1545 Cristoforo Madruzzo, principe-vescovo di Trento, apriva il Concilio di Trento.
I 18 anni del Concilio ebbero una storia travagliata. Nel 1549 Paolo III chiese di spostarlo a Bologna con il pretesto di evitare il contagio da peste e, ottenendo un rifiuto, lo sospese. Il suo successore Giulio III lo riaprì a Trento nel 1551 ma l'anno successivo fu di nuovo interrotto perché Maurizio, elettore di Sassonia, aveva sconfitto Carlo V e cinto d'assedio il Trentino. Nel 1555 venne eletto Papa Paolo V Carafa, un fiero antiprotestante, che rifiutò di riconvocare il Concilio.
Fu il suo successore Pio IV a riconvocare l'assise un'ultima volta nel 1562 a Roma, nella Basilica di Santa Maria Maggiore. Il Concilio venne solennemente chiuso il 4 dicembre 1563. I decreti conclusivi furono firmati da 255 vescovi, il numero più alto di sempre fino ad allora. I vescovi francesi parteciparono solo all'ultima fase a Roma. Per oltre tre secoli non si tennero più Concili ecumenici, fino all'8 dicembre 1869, quando Pio IX aprì il Concilio Vaticano I.
Venne riaffermata la giustificazione come cooperazione tra umano e divino (mentre per i protestanti era pura accettazione umana della benevolenza divina), venne ribadita l'importanza del celibato sacerdotale e riorganizzata la dottrina riguardo immagini sacre, purgatorio, e indulgenze, di cui venne vietata la vendita.
I decreti conclusivi vennero attuati con la bolla Benedictus Deus di Pio IV del 26 gennaio 1564. Venne istituito l'Indice dei Libri Proibiti, che resterà in vigore per 4 secoli. Seguirono una nuova professione di fede, catechismo, breviario, messale e vulgata, ossia la traduzione della Bibbia in latino.
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