Uno dei più importanti Stati del Sud Est asiatico, teatro di una guerra durata 20 anni, che rappresenta una delle rare sconfitte militari nella storia degli Stati Uniti. Il 2 settembre 1945 il Vietnam si dichiara indipendente dalla Francia, con via alla Guerra d'Indocina contro l'ex potenza colonizzatrice.
Secondo la mitologia, i primi vietnamiti discendevano dal Signore Dragone Lạc Long Quân e dallo spirito Âu Cơ. Lạc Long Quân e Âu Cơ ebbero cento figli prima di decidere di separarsi: 50 bambini si trasferirono con la loro madre nelle zone di montagna, gli altri 50 con il padre nelle zone costiere. Il figlio maggiore divenne il primo di una serie di re vietnamiti, noti collettivamente come i re Hùng, che chiamavano il loro Paese, situato sul fiume Rosso nell'attuale nord del Vietnam, Văn Lang e il loro popolo Lạc Việt. La cultura di Văn Lang era probabilmente basata su una società matriarcale, simile a molte altre società del Sud-est asiatico e delle isole del Pacifico.
È in questo periodo che si formano le leggende che costituiscono l'ossatura della cultura vietnamita. La leggenda del dolce di riso, che tratta di un principe che ha vinto una gara culinaria con la sua creazione, la torta di riso, riflette la profonda importanza della coltivazione del riso come base dell'economia e del sostentamento. La leggenda di Giong, che parla di un giovane che va in guerra per salvare il paese indossando un'armatura di ferro, cavalcando su un cavallo corazzato e armato di una mazza di ferro, mostra l'importanza della lavorazione dei metalli e quanto essa fosse sofisticata. La leggenda della balestra magica, che poteva scoccare migliaia di frecce all'unisono, mostra quanto fondamentale fosse la pratica del tiro con l'arco nella guerra.
Dal III secolo a.C. un'altra popolazione, gli Âu Việt, emigrò dalla Cina meridionale al delta del Fiume Rosso e si mescolò con la popolazione indigena di Văn Lang, formando, nel 258 a.C., un nuovo regno, Âu Lạc, con capitale Cổ Loa.
Nel 207 a.C., però, il signore della guerra cinese Triệu Đà sconfisse il re di Âu Lạc An Dương Vương grazie alle informazioni di suo figlio Trọng Thủy, che era marito della figlia di un Duong Vuong. Triệu Đà unì Âu Lạc ai suoi domini, che si trovavano nell'attuale Guangdong, nella Cina meridionale e costituì un nuovo regno indipendente, Nam Việt (letteralmente "terra meridionale", in quanto a sud rispetto ai suoi domini cinesi). Trọng Thủy, il principe ereditario, si suicidò annegandosi a Cổ Loa per il rimorso dopo la morte della moglie nella guerra.
Alcuni ritengono che questo sia l'inizio della dominazione cinese, dal momento che Triệu Đà era un ex generale della dinastia Qin, anche se altri riconoscono che la famiglia Triệu venne in realtà assimilata alla cultura locale e governò in maniera indipendente dall'Impero Cinese, in cui regnava la dinastia Han. Anzi, Triệu Đà arriverà a proclamarsi imperatore, mettendosi sullo stesso piano di quello cinese.
Nel 111 a.C. le truppe cinesi invasero il Nam Việt, suddividendolo in 3 province; mentre i governatori e gli alti funzionari erano cinesi, i nobili originali vietnamiti riuscirono comunque a ricoprire ruoli di rilievo nell'amministrazione. Nel 40 d.C. le sorelle Trung condussero una vittoriosa rivolta contro il governatore cinese Han Tô Định e riconquistarono 65 città, ricostituendo il regno del Nam Việt, di cui Trưng Trắc divenne la regina. Tuttavia, due anni dopo, nel 42 d.C., l'imperatore cinese Han Guangwu mandò il suo generale Mã Viện a sedare la rivolta, riuscendo, non senza fatica, a sconfiggere la regina, che si suicidò per evitare la cattura. Oggi le sorelle Trung sono venerate in Vietnam come simbolo nazionale delle donne vietnamite. A questo punto, l'Impero Cinese, per evitare altre rivolte, eliminò del tutto il potere dei nobili vietnamiti e assimilò il Paese alla cultura cinese. Nel 225, poi, un'altra donna, Triệu Thị Trinh, popolarmente conosciuta come Bà Triệu, guidò un'altra rivolta anticinese, che durò per ben 23 anni, fino al 248.
Durante la dinastia Tang (618-907), il Vietnam venne rinominato dai cinesi Annam, denominazione che rimase in uso fino alla colonizzazione europea. In questo periodo, la regione diventò un avamposto commerciale fiorente che riceveva merci dai mari del sud; il primo convoglio dall'Antica Roma in Cina arrivò attraverso questa rotta commerciale nel 166. Attraverso il Fiume Rosso le merci arrivavano in Cina, nello Yunnan del sud, e da lì, via terra, venivano spedite al resto dell'Impero.
Nell'attuale Vietnam centrale, tuttavia, ebbe successo una rivolta delle nazioni Chăm, che stabilirono un nuovo regno, Lin-Yi. Diverse rivolte, a intervalli regolari, tentarono di spezzare il dominio cinese sul Vietnam. Nel 544 Lý Bôn e Triệu Quang Phục riuscirono a cacciare i cinesi e a rendere il Vietnam nuovamente indipendente per quasi 60 anni, fino alla riconquista da parte dei cinesi della dinastia Sui nel 602, che avviarono la terza dominazione cinese.
La Cina governerà il Vietnam per altri 400 anni. All'inizio del X secolo, quando il Dragone visse un periodo di crisi e frammentazione interna, i signori della famiglia Khúc presero di nuovo in potere, inaugurando la dinastia Tang. Nel 938, la Cina organizzò una spedizione per riconquistare il nuovo Stato di Giao Châu, ma Ngô Quyền sconfisse la flotta dell'Han del Sud nella battaglia del fiume Bạch Đằng e si proclamò re. Era la prima volta dopo 1000 anni che il Vietnam diventava effettivamente indipendente, ricevendo anche il riconoscimento dalla Cina imperiale nel 939.
Ngô Quyền morì solo 5 anni dopo, nel 944, senza aver nominato un erede, scatenando una grande guerra civile nel neonato Stato che durerà ben 22 anni, la ribellione dei dodici signori della guerra, ognuno dei quali aspirava al trono. Solo nel 967 il clan guidato da Đinh Bộ Lĩnh sconfisse gli altri signori della guerra, unificando il Paese, fondando la dinastia Đinh e proclamandosi primo imperatore del rinominato Stato di Đại Cồ Việt (letteralmente "Grande Territorio del Viet"), con capitale Hoa Lu (attuale Ninh Bình). La dinastia imperiale cinese Song non lo riconobbe ufficialmente, ritenendolo solo come principe di Jiaozhi.
Nel 979, dopo 12 anni di regno, l'imperatore Đinh Bộ Lĩnh e il suo principe ereditario Đinh Liễn furono assassinati, lasciando il trono all'unico membro della famiglia maschio superstite, Đinh Toàn, che aveva appena 6 anni. Approfittando della situazione, l'Impero Cinese della Dinastia Song invase Đại Cồ Việt; di fronte alla minaccia, il comandante dell'esercito Lê Hoàn spodestò il giovane imperatore e prese il potere con un colpo di Stato, fondando la prima dinastia Lê. Lê Hoan sapeva che uno scontro frontale con l'enorme esercito cinese sarebbe stato insostenibile, così, nel 981, gli tese un'imboscata nel passo di Chi Lăng, uccidendo il comandante cinese e costringendo gli invasori alla ritirata. Le truppe della dinastia Song si ritirarono, ma la Cina non riconobbe Lê Hoàn come sovrano fino a 12 anni più tardi. Una volta ottenuto il riconoscimento cinese, Lê Hoàn iniziò il processo di espansione verso il Vietnam del Sud, occupato dal regno del Champa.
Lê Hoàn morì nel 1005 dopo 24 anni di regno, causando un'altra guerra civile tra i suoi figli per il trono, in cui prevalse Lê Long Đĩnh, ancora oggi l'emblema della tirannia nella storia vietnamita., ideatore di punizioni sadiche per i prigionieri per puro divertimento e amante delle perversioni sessuali. Gravemente ammalato, l'imperatore doveva restare sdraiato durante gli incontri con i suoi funzionari di corte, fino alla morte nel 1009 dopo appena 3 anni di regno, a soli 24 anni.
Visto che l'imperatore era morto senza figli, la nobiltà vietnamita, per evitare un'altra guerra civile, assegnò il trono al comandante delle guardie imperiali Lý Công Uẩn. Il nuovo imperatore venne scelto per la sua incrollabile lealtà: nonostante fosse il più potente comandante militare del Paese e avesse avuto diverse opportunità di prendere il potere durante il nefasto regno dell'imperatore Lê Hoàn, non era mai venuto meno al proprio senso del dovere e venne quindi candidato al trono dal clero buddhista, che lo aveva allevato quando era fanciullo. Lý Công Uẩn fondò la dinastia Lý, evento considerato l'inizio di un'epoca d'oro nella storia vietnamita, cambiando il nome del Paese in Đại Việt (letteralmente "Grande Viet").
Dopo aver lasciato Hoa Lư, fortificazione naturale circondata da montagne e fiumi, Lý Công Uẩn trasferì la corte nella nuova capitale Thăng Long, l'attuale Ha Noi, discostandosi così dalla mentalità militare difensiva dei suoi predecessori, e puntò sul rafforzamento dell'economia, anziché sulla guerra, per garantire l'indipendenza. I successivi sovrani Lý, seguendo questa mentalità, compirono imprese di vasta portata che resero il Paese tra i più moderni dell'Asia: costruirono un sistema di argini per proteggere la zona di produzione del riso, fondarono nella capitale l'Accademia imperiale, la prima università del Paese (oggi Tempio della Letteratura), tennero una volta ogni 3 anni esami per selezionare tra i comuni cittadini quelli più dotati e adatti a ricoprire cariche governative, organizzarono un nuovo sistema di tassazione, stabilirono nuove leggi per un trattamento più equo dei prigionieri, cercarono di valorizzare le donne, assegnando alle dame di corte il compito di riscuotere le tasse, promosse il buddhismo ma con un atteggiamento pluralistico e permissivo verso gli altri 2 principali sistemi filosofici del tempo, il confucianesimo e il taoismo.
Nonostante questo, il regno della dinastia Lý non fu pacifico, con 2 grandi guerre contro la dinastia cinese Song e l'espansione verso sud, nel regno del Champa. La battaglia più importante si svolse in territorio cinese nel 1075: dopo aver appreso che un'invasione dei Song era imminente, l'esercito e la marina dei Lý, per un totale di circa 100mila uomini, con un'azione preventiva sbarcarono a Yong Zhou, Qin Zhou e Lian Zhou e uccisero 100mila cinesi. La dinastia Song tentò di vendicarsi invadendo il Đại Việt l'anno successivo ma le truppe cinesi furono respinte nella battaglia del fiume Như Nguyệt (conosciuto oggi come fiume Cầu), a circa 40 km dalla capitale. Nessuno dei due eserciti fu in grado di prevalere e il conflitto si concluse con una tregua. Della guerra approfittarono i regni Champa e Khmer, che si impadronirono di vasti territori invadendo l'indebolito Vietnam nel 1128 e nel 1132.
Il potente ministro Trần Thủ Độ costrinse a quel punto l'imperatore Lý Huệ Tông a diventare monaco buddhista e fece proclamare regina sua figlia Lý Chiêu Hoàng, dandola in sposa al proprio nipote Trần Cảnh, che, in assenza di eredi maschi, alla morte della regina diede inizio alla dinastia Trần, che eliminò diversi membri della nobiltà Lý, mentre altri fuggirono in Corea, incluso Lý Long Tường, membro di un ramo secondario della dinastia Lý: il suo cognome venne traslitterato in Lee, diventato oggi il più comune delle due Coree.
Conclusa l'epurazione, tuttavia, la maggior parte dei sovrani Trần governò il paese in modo simile ai Lý, introducendo un sistema di censimento della popolazione a livello di villaggi, la compilazione di una storia ufficiale del Đại Việt in 30 volumi e l'introduzione dell'alfabeto Nôm, il primo sistema ufficiale di scrittura della lingua vietnamita. Per evitare guerre intestine, i Trần adottarono anche un nuovo sistema per la successione al trono: raggiunta una determinata età, l'imperatore avrebbe automaticamente ceduto la corona al principe ereditario, mantenendo il titolo di Alto Imperatore e divenendo il mentore del nuovo sovrano.
Tuttavia, dopo pochi anni, gli eserciti dell'Impero Mongolo guidati da Munke e Kublai Khan, il fondatore della dinastia cinese Yuan, invasero il Vietnam 3 volte (1257, 1284 e 1288), ma il Đại Việt respinse tutti gli attacchi, evitando scontri frontali in campo aperto e abbandonando le città per non subire assedi, attaccando e sconfiggendo il formidabile esercito mongolo in battaglie in zone paludose come Chương Dương, Hàm Tử, Vạn Kiếp e sulle rive di fiumi Vân Đồn e Bạch Đằng, dove la cavalleria non poteva dispiegarsi, i mongoli erano sensibili alle malattie tropicali e i rifornimenti erano più difficili. La guerra tra le dinastie Yuan e Trần raggiunse il culmine quando l'esercito Yuan in ritirata fu decimato nella battaglia sul fiume Bạch Đằng del 1288. Al fine di evitare altre disastrose campagne e ingenti perdite di uomini, comunque, sia il Vietnam che il Champa riconobbero la supremazia della Cina e ne divennero Stati vassalli, mantenendo però la loro indipendenza. La Cina non interferì nelle guerre tra i due regni vietnamiti, ormai nemici giurati. Nel 1377 l'imperatore Trần Duệ Tông venne ucciso in battaglia e Thăng Long, capitale del Đại Việt, venne posta 2 volte sotto assedio, senza successo. I Trần, dal canto loro, riuscirono ad annettere 2 province Champa tramite il matrimonio della principessa vietnamita Huyền Trân con un re locale della dinastia Chăm.
La dinastia Trần venne infine spodestata dopo oltre 2 secoli da Hồ Quý Ly, uno dei maggiori funzionari di corte, che nel 1400 organizzò un colpo di Stato e divenne il capostipite della dinastia Hồ, cambiando il nome del Paese in Đại Ngu e la capitale nella nuova città di Tây Đô (letteralmente "capitale occidentale"), l'attuale Thanh Hóa, mentre la vecchia capitale Thăng Long venne rinominata Đông Đô. Hồ Quý Ly introdusse molte riforme, tra cui l'aggiunta della matematica per gli esami nazionali, la critica aperta alla filosofia del confucianesimo, il primo uso al mondo delle banconote al posto delle monete e investimenti nella costruzione di grandi navi da guerra e cannoni, e la riforma agraria. Dopo appena un anno, tuttavia, in ottemperanza alle leggi Trần cedette il trono al figlio Hồ Hán Thương e assunse il titolo di Alto Imperatore).
Nel 1407, con il pretesto di aiutare a ripristinare la dinastia Tran, l'Impero Cinese della Dinastia Ming invase il Đại Ngu e catturò Imperatore e Alto Imperatore. La Dinastia Hồ era finita dopo appena 7 anni e la Cina annettè il Đại Ngu all'Impero (quarta dominazione cinese). I lealisti della dinastia Trần iniziarono quindi una guerra di resistenza sotto la guida di Trần Quĩ. I successi iniziali ebbero fine dopo che Trần Quĩ ordinò l'esecuzione di due alti ufficiali per sospetto tradimento; si aprì quindi una spaccatura interna nella guerriglia che portò alla sconfitta nel 1413.
Nel 1418, il ricco agricoltore Lê Lợi guidò una rivolta contro i Ming dalla sua base di Lam Son. arrivando a cingere d'assedio Đông Quan (l'attuale Ha Noi, che aveva cambiato di nuovo nome), dove risiedevano i governanti cinesi. La Cina inviò una legione di rinforzo, ma Lê Lợi con un'imboscata uccise in un'imboscata a Chi Lăng il comandante cinese Liễu Thăng e, secondo le cronache, uccise 300mila soldati cinesi. Nel 1428, quindi, Lê Lợi pose fine a 21 anni di occupazione cinese e salì al trono del Đại Việt nuovamente indipendente, fondando la dinastia Lê e ritrasferendo la capitale a Thăng Long.
A differenza delle dinastie Lý e Trần, che erano più influenzate dal buddhismo, i Lê favorirono il confucianesimo, introducendo il codice penale Hồng Đức, una serie completa di leggi con forti influenze confuciane, tra cui regolamentazioni che stabilivano i diritti delle donne. La dinastia commissionò inoltre la realizzazione delle prime mappe nazionali e affidò a Ngô Sĩ Liên il compito di continuare la scrittura della storia del Đại Việt fino all'avvento di Lê Lợi.
Nel 1471, le truppe guidate dall'Imperatore Lê Thánh Tông invasero il Champa e ne conquistarono la capitale Vijaya; il regno, dopo 1300 anni, venne declassato a protettorato e sopravviverà altri 350 anni, fino all'annessione da parte della Cina, ma la maggior parte della popolazione Chăm preferì rifugiarsi in altri Paesi e oggi è la principale minoranza etnica del Vietnam. La città di Huế, fondata nel 1600, si trova vicino a Indrapura, la capitale dell'antico regno del Champa. Il Vietnam assume quindi per la prima volta i confini attuali.
Nel 1479, 8 anni dopo aver annesso il Champa, l'Imperatore Lê Thánh Tông iniziò anche una campagna militare contro il vicino regno di Lan Xang, l'odierno Laos, saccheggiandone la capitale Mueang Sua, espugnata per la prima volta nella sua storia. Nel corso di questa campagna militare, le truppe vietnamite compirono varie incursioni spingendosi oltre il fiume Irrawaddy, nell'attuale Birmania, e furono costrette a ripiegare solo dall'intervento militare del Regno Lanna, che occupava il Paese, mentre pianificavano di conquistarne la capitale Nan. Dei 4.000 ufficiali vietnamiti che presero parte alla spedizione, solo 600 sopravvissero.
La dinastia Lê venne rovesciata dopo quasi un secolo esatto, nel 1527, da Mạc Đăng Dung, un generale dell'esercito, che uccise l'Imperatore e prese il suo posto, fondando la dinastia Mạc per poi, secondo le usanze vietnamite ormai consolidate, cedere il trono al figlio Mạc Đăng Doanh.
Nel frattempo, Nguyễn Kim, ex funzionario della corte Lê, si ribellò contro i Mạc e aiutò Lê Trang Tông, figlio dell'Imperatore assassinato da Mạc Đăng Dung, a ripristinare uno Stato Lê nell'area di Thanh Hóa, nel Sud del Paese. Si aprì così una guerra civile tra la Corte del Nord (Mạc) e la Corte del Sud (Lê). Nguyễn Kim, comandante dell'esercito del Sud, venne assassinato nel 1545 e il potere militare passò nelle mani del genero, Trịnh Kiểm. Nel 1558, poi, il figlio di Nguyễn Kim, Nguyễn Hoàng, sospettando di poter essere ucciso da Trịnh Kiểm per assicurarsi il potere, ottenne la carica di governatore delle province all'estremo sud, non coinvolte nella guerra civile, a cui inviava denaro e soldati che resero i territori di Trịnh Kiểm gradualmente dipendenti da lui. Il Sud, economicamente arretrato, si trasformò in un avanzato avamposto commerciale e rotta internazionale per lo scambio di merci nel sud est asiatico.
La guerra civile tra le dinastie Lê/Trịnh e Mạc terminò dopo oltre 70 anni, nel 1592, quando l'esercito di Trịnh Tùng conquistò Thăng Long e uccise l'Imperatore Mạc Mậu Hợp. I sopravvissuti della famiglia reale Mạc fuggirono verso le montagne, continuando a governare quei territori per altri 70 anni, fino al 1667, quando furono definitivamente sconfitti dalle truppe di Trịnh Tạc. La dinastia Lê non aveva avuto alcun ruolo effettivo e il potere del Vietnam venne quindi assunto dalla nuova dinastia Trịnh.
Nel 1600, poi, Nguyễn Hoàng si autoproclamò signore del Vietnam del Sud, rifiutò di inviare altro denaro o soldati per aiutare il Nord, trasferì la capitale a Phú Xuân, l'attuale Huế, e morì nel 1613, dopo aver governato il Sud per ben 55 anni. Gli succedette il 6° figlio, Nguyễn Phúc Nguyên. L'Imperatore del Nord Trịnh Tráng, succedeuto al padre Trịnh Tùng, morto nel 1623, inviò nel 1627 150mila soldati al Sud, forte di una popolazione e un esercito più grandi e una più solida economia, ma non furono in grado di sconfiggere gli Nguyễn, che avevano costruito 2 enormi muraglie difensive e comprato i più moderni fucili dai colonizzatori portoghesi.
La nuova guerra civile tra le dinastie Trịnh e Nguyễn durò per 45 anni, fino al 1672. In questo periodo, l'esercito Trịnh scatenò almeno 7 offensive senza successo fino alla tregua, con cui il Paese venne nuovamente diviso in due. Questa divisione segnerà la storia del Vietnam fino a oggi, sia sul profilo culturale che commerciale, alla base della divisione tra Vietnam del Sud e Vietnam del Nord dopo la Seconda Guerra Mondiale.
I Trịnh e i Nguyễn mantennero comunque la pace per i successivi cent'anni, durante i quali da entrambe le parti vennero creati uffici governativi centralizzati responsabili del bilancio dello Stato e della produzione di valuta, unificate le unità di peso in un sistema decimale, istituite stamperie nazionali per ridurre la necessità di importare materiale dalla Cina, istituita un'accademia militare, e commissionati numerosi libri di storia nazionale. Al sud, i coloni Việt si espansero fino a raggiungere la zona scarsamente popolata nota come "Acqua Chenla", la parte più bassa del delta del Mekong, in Cambogia.
Nel 1771 scoppiò la rivolta dei Tây Sơn a Quy Nhơn, che era sotto il controllo dei Nguyễn, al Sud. Dopo 5 anni, il re Nguyễn Phúc Ánh fuggì nel vicino Siam (attuale Malaysia) e ottenne il sostegno militare da parte del re. Forte di 50mila soldati siamesi, venne comunque sconfitto nella battaglia di Rạch Gầm-Xoài Mút, nella quale fu quasi ucciso e costretto nuovamente a fuggire.
L'esercito Tây Sơn, comandato da Nguyễn Huệ, marciò poi a nord nel 1786 e sconfisse le truppe di Trịnh Khải, che si suicidò. I Tây Sơn conquistarono la capitale del Nord in meno di 2 mesi; l'ultimo imperatore Lê, Lê Chiêu Thống, fuggì in Cina e chiese aiuto all'imperatore Qing Qianlong, che mise a disposizione un imponente esercito di circa 200mila uomini per riconquistare il trono. Nguyễn Huệ si proclamò Imperatore con il titolo Quang Trung e sconfisse le truppe Qing con un esercito di 100mila uomini (la metà) con una campagna a sorpresa durata appena 7 giorni.
Il Đại Việt, formalmente unificato, era in realtà di fatto diviso in 3 entità diverse, che in poco tempo, alla morte di Quang Trung nel 1792 si resero nuovamente indipendenti. Il regno del Tây Sơn si installà nel centro del Paese con capitale Quy Nhơn, gli imperatori Nguyen governavano il nord da Phú Xuân (attuale Huế) e, nel Sud, Nguyễn Ánh riuscì a conquistare Gia Định (l'attuale Ho Chi Minh) nel 1788 e a costituire un solido regno.
Dopo la morte di Quang Trung, la dinastia Tây Sơn divenne instabile, dato che i fratelli rimanenti iniziarono una guerra civile tra di loro e contro la dinastia Nguyen, che nel 1799 avanzò verso il nord conquistando Quy Nhơn. Nel 1802, dopo l'assedio di Thăng Long (Hanoi) e dopo aver giustiziato il figlio di Nguyễn Huệ, Nguyễn Quang Toản, insieme a molti generali e funzionari Tây Sơn, il Paese venne nuovamente riunificato sotto la dinastia Nguyen: Nguyễn Ánh ascese al trono e si fece chiamare Imperatore Gia Long (Gia stava per Gia Định, l'antico nome di Saigon, e Long per Thăng Long, il vecchio nome di Ha Noi).
Il nome cinese del Đại Việt era da secoli Annam (letteralmente "Sud pacificato"), e Gia Long chiese all'Imperatore cinese Qing di rinominare il Paese in Nam Việt: per evitare confusione con l'antico regno di Triệu Đà, l'Imperatore scelse tuttavia di invertire l'ordine delle due parole in Việt Nam.
Da tempo il Vietnam, come tutti gli altri Stati asiatici, avevano avuto contatti con l'Occidente, anche se sporadici. Dopo l'Impero Romano, nessun occidentale giunse nel Paese per quasi 1200 anni, fino al 1292 con la visita di Marco Polo. Nel XVI secolo, poi, giunsero i primi commercianti e missionari portoghesi. Alexandre de Rhodes, un gesuita francese, sviluppò l'alfabeto vietnamita romanizzato (quốc ngữ), con il suo Dictionarium Annamiticum Lusitanam et Latinum del 1651.
Durante il periodo di guerre civili tra il 1627 e 1775, tra Trinh al Nord e Nguyen al Sud, i commercianti europei fecero affari sostenendo entrambe le fazioni con la vendita di armi: i portoghesi rifornirono i Nguyễn, mentre gli olandesi aiutarono i Trịnh.
Nel 1784, durante il conflitto tra Nguyễn Ánh e la dinastia Tây Sơn, il vescovo cattolico francese Pigneaux de Béhaine salpò per la Francia per cercare il sostegno militare di Parigi in favore di Nguyễn Ánh. Pigneaux arrivò a redigere un Piccolo Trattato di Versailles, che prometteva agli Nguyễn l'aiuto militare francese in cambio di alcuni territori, ma poi scoppiò la Rivoluzione Francese e il progetto sfumò. Pigneaux si recò quindi nella colonia francese di Pondicherry, in India, dove ottenne dal governatore 2 navi, un reggimento di truppe indiane e una manciata di volontari per dare manforte agli Nguyen. Nel 1788 le truppe del vescovo Pigneaux tornarono un Vietnam: uno dei volontari, il francese Jean-Marie Dayot, riorganizzò la marina di Nguyễn Ánh e sconfisse la flotta Tây Sơn a Quy Nhơn nel 1792. Quando Nguyễn Ánh conquistò Gia Định (Ho Chi Minh), i francesi fecero erigere una grande fortezza al centro della città, ancora oggi esistente.
Quando Nguyễn Ánh fondò la dinastia Nguyễn nel 1802, in segno di ringraziamento, pur essendo confuciano, rese legale il cattolicesimo e assunse diversi francesi come consiglieri. I primi sovrani Nguyễn, con il sostegno della Francia, si impegnarono per ammodernare il Vietnam tramite la costruzione di strade, canali, l'emissione di un codice giuridico, strutture di assistenza per i malati, la compilazione di nuove mappe e annali storici e tentarono di estendere l'influenza della cultura vietnamita in Cambogia e Laos. Tuttavia, non si verificò alcun sostanziale miglioramento sociale e politico né si creò una forte identità nazionale vietnamita, che superasse la divisione Nord/Sud.
I successiori di Nguyễn Ánh, Ming Mạng, Thiệu Trị e Tự Đức cambiarono politica e autorizzarono brutali repressioni nei confronti dei cattolici e degli occidentali in generale. L'atteggiamento della corona portò alla rivolta di Lê Văn Khôi, in cui il missionario francese Joseph Marchand incoraggiò i cattolici a ribellarsi per far salire al trono un Imperatore cattolico.
Con il pretesto di proteggere i cattolici vietnamiti e i francesi residenti nel Paese, Napoleone III di Francia nel 1858 attaccò il porto di Đà Nang senza ottenere alcun particolare risultato a causa dell'ambiente umido, delle malattie tropicali e dei difficili rifornimenti, esattamente come i Mongoli secoli prima. Tuttavia, il generale francese De Genouilly puntò con la flotta a sud e conquistò facilmente la città di Gia Định (attuale Ho Chi Minh) nel 1859, usata come base per la successiva espansione. In 8 anni, la Francia conquistò l'intero Vietnam del Sud, ossia le 6 province che sorgevano sul delta del Mekong, e formarono la colonia di Cocincina. Nel 1873 la Francia sbarcò quindi anche nel nord del Vietnam, che chiamò Tonchino, e assediò Hanoi 2 volte conquistandola nel 1882, anche se 2 generali, Francis Garnier e Henri Rivière, morirono sul campo. Il 20 agosto 1883 la Francia bombardò Thuận An, dove si trovavano le fortezze a difesa della capitale vietnamita Huế, costringendo l'Imperatore a firmare il trattato di Huế del 25 agosto 1883, che faceva del Tonchino un protettorato francese.
Nel 1884 Parigi portò anche a termine una breve offensiva contro l'Impero Cinese e le bande delle Bandiere Nere, in passato loro alleate contro i vietnamiti, sconfitte nel giro di un anno, non senza difficoltà.
Nel 1887 Napoleone III riunificò tutti i possedimenti vietnamiti nella nuova colonia di Indocina Francese, costituita dalle 3 province di Annam (Vietnam centrale), Tonchino (nord), Cocincina (sud) e Cambogia, a cui nel 1893 si aggiungerà il Laos. La dinastia Nguyễn venne lasciata al potere in Annam, considerato un protettorato.
In questo periodo sorsero molti movimenti di resistenza vietnamita nelle zone occupate dai francesi, alcuni guidati da ex ufficiali di corte il Movimento di Autodifesa Popolare, alcuni da contadini, come Nguyễn Trung Trực, che riuscì ad affondare la cannoniera francese L'Esperance usando tattiche di guerriglia. Dopo vani tentativi di catturarlo, i francesi sequestrarono la madre per farlo arrendere e lo giustiziarono nel 1868. Nel nord, la maggior parte dei movimenti erano guidati da ufficiali di corte e durarono diversi anni, come quello di Phan Đình Phùng che combatté nel Vietnam centrale fino al 1895, quando fu sconfitto dalla dissenteria. Nelle montagne del nord, l'ex bandito Hoàng Hoa Thám combatté fino al 1913, prima di essere eliminato da un traditore. Anche l'adolescente Imperatore Nguyễn Hàm Nghi lasciò il Palazzo Imperiale di Huế nel 1885 con il reggente Tôn Thất Thuyết per formare il movimento Cần Vương, con il quale cercò di resistere all'invasore francese. Fu catturato nel 1888 ed esiliato in Algeria, altra colonia francese. Decenni dopo, altri due re Nguyễn, Thành Thái e Duy Tân, saranno esiliati in Africa per le loro tendenze antifrancesi, il primo deposto con il pretesto della pazzia, mentre il secondo catturato dopo un tentativo di innescare una rivolta.
I patrioti vietnamiti si resero quindi conto che non potevano sconfiggere la Francia senza una modernizzazione politica e sociale. Essendo stati esposti alla pensiero occidentale, decisero di discostarsi dalla millenaria tradizione monarchica del Paese per rendere il Vietnam una repubblica indipendente. Nel 1905, inoltre, l'Impero Russo venne sconfitto dal Giappone nella Guerra Russo-Giapponese per il controllo di Manciuria e Corea: era la dimostrazione che, grazie alla modernizzazione, un Paese asiatico poteva avere la meglio su un potente Impero europeo.
Il principale movimento indipendentista era il Đông Du, formato nel 1905 da Phan Bội Châu, che voleva mandare gli studenti vietnamiti in Giappone per formarsi in vissta di una rivolta armata contro i francesi. Alla sua guida c'era il principe Cường Để, che, grazie alla pressione diplomatica francese, venne tuttavia esiliato in Cina. Le prime manifestazioni, comunque, si tennero nel 1908 e furono duramente represse dalla Francia, che acuì il malcontento reclutando a forza vietnamiti da inviare al fronte nella Grande Guerra. Venne costretto ad arruolarsi anche anche Duy Tân, giovane Imperatore dell'Annam, che fu catturato e deportato nella remota isola della Reunion.
Sorse in quegli anni anche un altro movimento indipendentista ma pacifista, il Duy Tân ("modernizzazione"), fondato da Phan Chu Trinh, che puntava su educare le masse, modernizzare il Paese, favorire la comprensione e la tolleranza tra i francesi e i vietnamiti e una transizione pacifica del potere.
Dopo i successi delle rivoluzioni comuniste in Russia e Cina, la Francia decise di sopprimere entrambi i movimenti, spingendo i vietnamiti alla lotta armata. Phan Boi Chau creò il Viet Nam Quang Phuc Hoi a Guangzhou, in Cina, un movimento di resistenza armata contro i francesi: nel 1925 agenti francesi lo catturarono a Shanghai e lo internarono in Vietnam, condannandolo a morte; tuttavia, a causa della sua popolarità, la condanna di Chau venne commutata in arresti domiciliari fino alla sua morte, nel 1940. Nel 1927, all'opposto, fu fondato il Partito Nazionalista Vietnamita, sul modello del Kuomintang in Cina, che nel 1930 provocò l'ammutinamento di Yên Bái, una rivolta armata nel Tonchino che portò alla condanna a morte di diversi rivoluzionari, tra cui Nguyen Thai Hoc e molti altri leader, giustiziati con la ghigliottina.
Nel 1940, durante la Seconda Guerra Mondiale, il Giappone invase l'Indocina, sfruttando la disfatta militare francese in Europa, mantenendo però l'amministrazione coloniale, che dipendeva dal governo collaborazionista di Vichy. Nel 1941 Nguyễn Ái Quốc, riunificatore dei partiti comunisti vietnamiti e ribattezzato Ho Chi Minh, formò nel nord del Vietnam il fronte Viet Minh (Lega per l'indipendenza del Vietnam), che però ebbe un ruolo molto marginale durante il conflitto e collaborò con gli Stati Uniti per raccogliere informazioni sui giapponesi.
Con la riorganizzazione della Francia nel movimento anti-nazista France Libre, guidato dal generale Charles de Gaulle, nel marzo 1945 il Giappone occupò l'Indocina francese ed espulse i francesi; sei mesi dopo, quando il Paese venne colpito dalle bombe atomiche e firmò la resa lasciando il Paese, i Viet Minh approfittarono del momentaneo vuoto di potere per prendere il controllo. Il 2 settembre 1945 Ho Chi Minh proclamò ad Ha Noi l'istituzione della Repubblica Democratica del Vietnam. Gli Stati Uniti si dimostrarono contrari a un ritorno della Francia in Indocina, offrendo i territori invece alla Cina nazionalista di Chiang Kai-Shek, che tuttavia rispose: "In nessun caso!".
Tuttavia, la storia, fatta di mire cinesi sul Vietnam, si ripete. Dopo la guerra, 200mila soldati cinesi agli ordini del generale Lu Han inviati da Chiang Kai-shek invasero l'Indocina settentrionale con il pretesto di disarmare i giapponesi. La Cina cercò quindi di usare la propria influenza per convincere la Francia e Ho Chi Minh a trovare un accordo di pace; offrì poi a De Gaulle di ritirarsi e di non ostacolare la riannessione francese, a patto che Parigi rinunciasse a tutte le concessioni e privilegi extraterritoriali in Cina.
Ho Chi Minh, da parte sua, chiedeva che al Vietnam fosse accordato lo stesso status delle Filippine, un protettorato per un periodo indeterminato di tutela statunitense, preliminare all'indipendenza. Quando, a settembre 1945, la Francia attaccò il Vietnam per riprenderne il controllo, i Viet Minh richiesero formalmente l'intervento degli Stati Uniti e delle Nazioni Unite contro l'aggressione francese, citando la Carta Atlantica, la Carta delle Nazioni Unite, e un discorso del Presidente degli Stati Uniti Harry Truman con cui aveva incoraggiato l'auto-determinazione dei popoli. Gli Stati Uniti non risposero mai, per il timore che si instaurasse uno Stato comunista alleato dell'Unione Sovietica. Le uniche parole furono quelle del Segretario di Stato George Marshall: "Non siamo interessati a vedere soppiantate amministrazioni dell'impero coloniale, da organizzazioni politiche e filosofiche, provenienti da o controllate dal Cremlino".
La guerra tra Francia e Vietnam, detta Guerra d'Indocina, si concluse il 7 maggio 1954, quando le forze vietnamite sconfissero i francesi nella Battaglia di Dien Bien Phu. La successiva Conferenza di Ginevra (1954) stabilì la divisione del Vietnam in due Stati, uno comunista a Nord, guidato da Ho Chi Minh, e uno nazionalista al Sud, guidato da Ngô Đình Diệm e alleato degli Stati Uniti, come era già accaduto in Corea.
La Conferenza di Ginevra, come per la Corea, prevedeva libere elezioni e una pacifica riunificazione, ma fu il Sud a non accettare: Ngô Đình Diệm, con un broglio referendario, si era proclamato Presidente del Vietnam del Sud. A stretto giro, il 1° novembre 1955, il Nord comunista, sostenuto da URSS e Cina, attaccò il Sud, dando il via alla guerra del Vietnam che coinvolse in prima persona gli Stati Uniti, che arrivarono a schierare 540mila uomini durante l'offensiva del Têt guidata dai comunisti nel 1968. Le cose non cambiarono nemmeno in occasione della crisi buddista del 1963 al Sud, quando, durante la festa del Vesak i buddhisti, sfidando il governo di Diệm, scesero in massa per le strade chiedendo l'uguaglianza religiosa. Diem accusò la manifestazione di essere politica e con infiltrazioni comuniste: a Huế, seconda città del Vietnam del Sud e governata da un fratello del Presidente, la polizia sparò sulla folla uccidendo 9 persone. Gli Stati Uniti, quindi, resisi conto della difficile situazione interna del Paese, si accordarono con alcuni generali per destituire Diem con un colpo di Stato: il 1º novembre 1963, con la sola guardia rimasta a difendere il palazzo, il Presidente Diệm e suo fratello minore, Ngô Đình Nhu, i generali chiamarono a palazzo Diệm offrendogli esilio sicuro fuori dal Paese se si fosse arreso. Tuttavia, quella sera, Diệm e il suo entourage fuggirono attraverso un passaggio sotterraneo per Cholon, dove furono catturati la mattina seguente e tutti giustiziati rapidamente dietro un blindato da trasporto. Il Vietnam del Sud passò quindi di mano a vari generali corrotti e incapaci di governare, che finirono per perdere il sostegno americano. Dopo 20 anni di guerra, vista anche l'impopolarità in patria del conflitto, il Congresso annullò ogni sostegno al Vietnam del Sud, lasciando i comunisti liberi di invadere tutto il Paese, fino a prendere la capitale Saigon il 30 aprile 1975, ribattezzata Ho Chi Minh l'anno seguente, in memoria del leader morto nel 1969. La guerra del Vietnam lasciò sul campo 3 milioni di morti vietnamiti e 56mila americani.
Il Vietnam era però (ed è ancora) profondamente diviso tra Nord e Sud, profondamente ostile al comunismo e alle popolazioni del Nord per motivi storici e culturali. Più di 1 milione di sudvietnamiti lasciò il paese subito dopo l'avvento al potere dei comunisti, temendo la persecuzione e la confisca delle loro terre e delle aziende, e un altro milione fu trasferito in terreni precedentemente incolti chiamati "nuove zone economiche" per la rieducazione.
Nonostante le profonde difficoltà economiche e sociali, il Vietnam appena riunificato, dopo alcune schermaglie, invase la Cambogia nel dicembre 1978 e conquistò la capitale Phnom Penh, scacciando il rivale regime comunista dei Khmer Rossi e avviando una prolungata occupazione militare del Paese che si concluse solo nel 1989, dopo 11 anni. La Cina, alleata della Cambogia, rispose invadendo alcune zone del Vietnam ma venne respinta dopo 2 mesi.
Gli Stati Uniti, oltre ad accusare il Vietnam per la mancata collaborazione nel recupero dei militari morti durante la guerra, boicottarono il Vietnam con un ferreo embargo commerciale; il Paese ricevette aiuti economici e militari dall'Unione Sovietica e condusse la maggior parte dei suoi scambi commerciali con l'URSS.
Nel 1986, il Vietnam, a differenza di altri Stati comunisti, ha avviato una serie di riforme economiche e politiche chiamate Đổi mới, che hanno aperto il Vietnam al libero mercato e all'integrazione nell'economia mondiale. Di conseguenza, negli anni 90, le relazioni tra Vietnam con Stati Uniti sono migliorate e nel 1994 venne rimosso l'embargo oltre a ristabilire normali relazioni diplomatiche. Bill Clinton, nel 2000, fu il primo Presidente statunitense a visitare il paese. Il Vietnam venne quindi inserito nell'Organizzazione Mondiale del Commercio (OMC), segnale di una piena riabilitazione internazionale, e nel 2008 è stato membro temporaneo del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. Anche le relazioni con la Cina sono migliorate; oggi i due Paesi, dopo millenni, sono alleati e hanno un florido interscambio commerciale che ha portato a un vero e proprio boom economico: fino alla crisi economica del 2008, il tasso di crescita annuo del Pil vietnamita era superiore all'8%.
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