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1700° - Apertura del Concilio di Nicea

Il primo Concilio ecumenico della storia della Chiesa, convocato e presieduto dall'Imperatore Costantino. Il 19 giugno 325 si apriva il Concilio di Nicea, in cui la Chiesa trovò la sua unità dogmatica, dando origine alla professione di fede del Credo, da cui discende quello attuale.

Il Concilio di Nicea, svoltosi dal 19 giugno al 25 luglio 325 sotto la presidenza dell'Imperatore Costantino nella sua residenza estiva, fissò per la prima volta le verità di fede cristiane, arrivando alla prima professione di fede comune e alla messa al bando delle teorie subordinazioniste, prima tra le quali quella ariana, considerata eretica 


Dopo il breve periodo della Tetrarchia di Diocleziano, Costantino nel 324 aveva sconfitto e ucciso Licinio, imperatore d'Oriente, e aveva riunificato le due corone imperiali nella sua persona, trasferendosi a Bisanzio, ribattezzata Costantinopoli. A Nicea, invece, fece costruire uno splendido palazzo estivo.
In precedenza, il 13 giugno 313 era entrato in vigore lo storico Editto di Milano, firmato da Costantino e Licinio, discusso qualche mese prima nella città nel breve periodo in cui era capitale dell'Impero Romano d'Occidente e poi promulgato in Bitinia (Asia Minore/Bosforo). L'editto concedeva a tutti i cittadini, quindi anche ai cristiani, la libertà di venerare le proprie divinità e l'obbligo di restituire tutti i luoghi, beni e possedimenti in precedenza acquistati, requisiti o tolti ai cristiani durante il lungo periodo delle persecuzioni, vietate 2 anni prima. La Chiesa considera questo il punto di partenza da cui si svilupperà l'inalienabilità dei propri beni, che nei secoli a venire renderà "intoccabili" i possedimenti e le terre della Chiesa.
La religione pagana si era d'altronde fortemente trasformata, sulla spinta dell'insicurezza dei tempi e dell'influsso dei culti di origine orientale, e le sue caratteristiche pubbliche e ritualistiche avevano sempre più perso di significato di fronte a una più intensa e personale spiritualità. Si era insomma andato diffondendo un sincretismo venato di monoteismo e si tendeva a vedere nelle immagini degli dei tradizionali l'espressione di un unico essere divino, arrivando anche qui a una sorta di monoteismo, già in parte riconosciuto dall'Imperatore Aureliano del 275 con l'istituzione del culto ufficiale del Sol Invictus, che metteva insieme elementi del mitraismo e di altri culti solari di origine orientale. 
Costantino scelse però di fare della religione cristiana il perno di coesione culturale e politica dell'Impero Romano di nuovo unito. La domenica fu elevata a giorno festivo, dedicato al Sole ma nell'accezione del Dio cristiano; i templi pagani rimasero aperti, ma vennero spogliati di molti preziosi doni votivi. Lo Stato iniziò a finanziare il clero cristiano e la costruzione di nuove chiese cristiane, che in alcuni casi fu l'imperatore a voler erigere personalmente, come la prima Basilica di San Pietro in Vaticano, la Basilica della Natività a Betlemme , la Basilica del Santo Sepolcro a Gerusalemme e la Chiesa dei Santi Apostoli a Costantinopoli.
In ogni caso Costantino mantenne sempre un certo grado di ambiguità, volendo presentarsi come un prediletto dalla divinità, senza però mettere mai in chiaro precisamente quale. L'Imperatore, infatti, presiedette lavori analoghi al Concilio di Nicea anche per la religione pagana e ne mantenne la carica di Pontefice Massimo, come avevano fatto tutti gli Imperatori a partire da Augusto, e lo stesso fecero i suoi successori fino al 375. Il progetto di Costantino era probabilmente la riunificazione dei vari culti presenti nell'Impero in un monoteismo con al centro la figura dell'Imperatore, ma questo sovrapporsi di ruoli e influssi portò solo a una grande confusione da parte degli osservatori esterni del cristianesimo che portò molti ad identificare i cristiani come adoratori del sole. Gesù infatti era risorto nel primo giorno della settimana, quello dedicato al sole, e perciò i cristiani avevano l'abitudine di festeggiare proprio in quel giorno, la domenica. Pare che sia stato proprio Costantino a suggerire di unificare le date del Sol Invictus e del Natale, sfruttando l'interpretazione dei testi biblici fornita nel 204 da Ippolito di Roma (primo antipapa della storia della Chiesa), che collocava il Natale il 25 dicembre. nella nuova Costantinopoli egli fa costruire anche dei templi pagani. Accanto alle chiese, poi, Costantino colloca a Costantinopoli anche due nuovi templi pagani, quello della Madre degli Dèi e quello dei Dioscuri. L'Imperatore non verrà nemmeno mai battezzato se non in punto di morte, il 22 maggio 337, poche ore prima di spirare, dal vescovo Eusebio di Nicomedia.
La politica di Costantino mirava in ogni caso a creare una base salda per il potere imperiale sull'assioma di un unico Dio, un'unica fede e quindi un unico imperatore. Occorreva quindi mettere un punto, riunire tutti i vescovi e fissare i princìpi teologici del cristianesimo, cosa fosse accettato e cosa no. In particolar, era la struttura trinitaria a necessitare di un chiarimento e in particolare la natura di Cristo in relazione al Padre; in particolare, bisognava decidere se egli fosse “nato” dal Padre, e così della stessa sua natura eterna, o se invece, come insegnava Ario, egli fosse stato “creato” e avesse così avuto un inizio nel tempo.
Costantino invitò tutti i 1800 vescovi della Chiesa cristiana, circa 1000 in Oriente e 800 in Occidente, nel suo palazzo estivo a Nicea. Tuttavia, solo da 250 a 320 furono in grado di partecipare. Il Concilio si aprì il 19 giugno 325 e si concluse il 25 luglio. Era il primo dei 21 Concili ecumenici della storia della Chiesa.

Il Concilio, dopo un ampio dibattito, fissò il fondamentale concetto di homoousìon (consustanzialità): Gesù era "della stessa sostanza" del Padre e così lo Spirito Santo con il Padre e il Figlio. Questo concetto è diventato il fondamento della teologia cristiana e della dottrina trinitaria di Dio. Due vescovi, Eusebio di Nicomedia e Teognis di Nicea, pur avendo firmato gli atti, verranno poi esiliati in Gallia 3 mesi dopo la fine dei lavori, visto che predicavano che il Figlio non fosse consustanziale al Padre. Nei decenni successivi si creerà comunque un importante contrasto riguardo al termine, perché dagli atti del Concilio non era chiaro se fosse scritto homoousìon o homoiousion ("di sostanza simile"), giustificando così le teorie subordinazioniste del Figlio nei confronti del Padre, di cui la più diffusa era quella ariana. Altra confusione sarà poi dettata dal fatto che nella lingua latina non c'è il participio presente del verbo essere e per tale motivo emersero due diverse traduzioni dal greco: visto che da Aristotele si traduceva ousìa con essentia (essenza) o substantia (sostanza), in latino risultò co-essenziale e consustanziale, il cui significato però non è perfettamente sovrapponibile.
Si passò poi al metodo per calcolare la data della Pasqua, la festa principale della cristianità. Il concilio stabilì che sarebbe stata celebrata la prima domenica dopo il plenilunio successivo all'equinozio di primavera, in modo quindi indipendente dalla Pasqua ebraica, che si celebra al tramonto del giorno 14 del mese di Nisan del calendario ebraico (tra marzo e aprile) e dura 8 giorni e non ricorda la resurrezione di Gesù ma la liberazione del popolo ebraico dall'Egitto e il suo esodo verso la Terra Promessa. Il vescovo di Alessandria d'Egitto sarebbe stato quindi incaricato da allora in avanti di calcolare la data e comunicarla agli altri vescovi. Rimasero comunque molti cristiani che mantennero la tradizione di celebrare la Pasqua con il calcolo ebraico (d'altronde, nei Vangeli la Passione di Gesù avviene proprio in quel periodo), chiamati quartodecimani. 

Con un'amplissima maggioranza (solo Teona di Marmarica e Secondo di Tolemaide votarono contro) il Concilio stabilì una comune dichiarazione di fede, che ricevette il nome di Simbolo niceno o credo niceno:

Crediamo in un solo Dio, Padre onnipotente, creatore di tutte le cose visibili e invisibili.
E in un solo Signore, Gesù Cristo, il Figlio di Dio, generato dal Padre, unigenito, cioè dall'essenza del Padre, Dio da Dio, luce da luce, vero Dio da vero Dio, generato, non creato, consustanziale con il Padre; per mezzo di lui tutte le cose sono state create, sia quelle nel cielo sia quelle sulla terra; per noi gli uomini e per la nostra salvezza discese e si è incarnato; morì ed è risuscitato il terzo giorno ed è salito nei cieli; e verrà per giudicare i vivi e i morti.
E nello Spirito Santo.
A riguardo di quelli che dicono che c'era un tempo quando Egli non c'era, e prima di essere generato non c'era, e che affermano che è stato fatto dal nulla o da un'altra sostanza o essenza, o che il Figlio di Dio è una creatura, o alterabile o mutevole, la santa cattolica e apostolica Chiesa li anatematizza.

Costantino, Imperatore d'Occidente dal 306 e unico sia di Oriente che d'Occidente dal 324, volle convocare il Concilio per fissare il cristianesimo come religione ufficiale e identificare l'Imperatore come figura centrale della "teologia" cristiana. Il suo battesimo avverrà però solo in punto di morte, nel 337, per mano di un vescovo ariano, Eusebio di Nicomedia

Un altro punto all'ordine del giorno del Concilio era l'eresia meleziana. Melezio, vescovo di Licopoli (oggi Assiut, in Egitto), aveva iniziato pratiche come l'offerta di sacrifici agli idoli e l'ordinazione di sacerdoti al di fuori della sua diocesi, proibita fin dall'inizio del cristianesimo. Nel 306 i meleziani d'Egitto, che ricadevano sotto la giurisdizione del Patriarca di Alessandria, avevano dichiarato il proprio scisma da Roma, ma Melezio rimaneva ancora vescovo cattolico.
Per ricomporre lo scisma, il Concilio decise che Melezio era da quel momento deposto ma sarebbe dovuto rimanere a Licopoli senza poter ordinare nuovi preti o viaggiare. Tutti i sacerdoti che erano stati da lui ordinati avrebbero dovuto inoltre ricevere di nuovo l'imposizione delle mani, in quanto le ordinazioni fatte da Melezio non erano ritenute valide. Il clero consacrato da Melezio, inoltre, avrebbe dovuto sempre dare la precedenza a quello ordinato da Alessandro, Patriarca di Alessandria, e non avrebbe potuto prendere nessun provvedimento se non previo consenso di Alessandro. I meleziani sarebbero comunque potuti essere eletti a incarichi importanti, anche episcopali, purché l'elezione popolare fosse stata confermata da Alessandro.
Questi provvedimenti blandi si rivelarono tuttavia inutili. I meleziani finirono infatti per unirsi agli ariani e causarono dissensi ancora più gravi, diventando nemici implacabili del Patriarca Atanasio, sotto il regno di Costanzo II, figlio e successore di Costantino, notoriamente un protettore degli Ariani. I meleziani si estinsero poi naturalmente dopo circa 2 secoli.
In generale, il Concilio di Nicea è considerato una pietra miliare nella storia della Chiesa, con effetti significativi per i secoli successivi. Per la prima volta, i rappresentanti di tutti i vescovi della Chiesa si erano dichiarati concordi su atti di fede (gli atti del Concilio non ci sono arrivati), ma anche su tematiche come dottrina, pena, esilio e morte. L'Imperatore, che non era ancora ufficialmente cristiano, svolgeva un ruolo attivo, convocando i vescovi sotto la sua autorità e usando il potere dello Stato per dar seguito alle disposizioni conciliari, compreso il rendere esecutive le condanne all'esilio e simili. Nicea costituì l'inizio del cosiddetto cesaropapismo, una sempre più stretta connessione tra Chiesa e Stato in un'unica figura.
Se per le questioni dottrinali fu insomma un successo, il Concilio non riuscì però a risolvere tutte le questioni scismatiche contingenti. Gli ariani e i meleziani continuarono ad esistere e a predicare e l'arianesimo continuò a propagarsi, malgrado le forti pene repressive, e a causare divisioni nella Chiesa. Subito dopo la chiusura dei lavori, infatti, Eusebio di Nicomedia usò la sua influenza a corte per guadagnarsi il favore di Costantino, che iniziò a guardare con sempre maggior favore gli ariani. Ario, per decisione dell'Imperatore, poté infatti tornare a Costantinopoli per essere riaccolto nella Chiesa, mentre Costantino esiliava contemporaneamente l'"ortodosso" Atanasio di Alessandria, ma il monaco morì poco prima della sua solenne riammissione. Lo stesso Costantino morirà il 22 maggio 337 poco dopo avere ricevuto il battesimo proprio da Eusebio di Nicomedia, che era un vescovo ariano.
Il Concilio successivo sarà Costantinopoli I, convocato da Teodosio nella capitale dell'Impero d'Oriente a maggio/luglio 381.

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