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Innocenzo XIII, un pontificato troppo breve per essere efficace

Fu Papa per nemmeno 3 anni, un pontificato troppo breve per essere efficace dopo il ventennio del suo predecessore. Il 7 marzo 1724 moriva Papa Michelangelo Conti, che scelse il nome di Innocenzo XIII.

Innocenzo XIII, nato Michelangelo Conti, è stato il 244° Papa, successore di Clemente XI. Eletto Papa l'8 maggio 1721, già anziano, il suo pontificato non arrivò a durare 3 anni: morì il 7 marzo 1724, a 68 anni

Michelangelo Conti nacque a Poli, su un'altura dei Monti Prenestini laziali, il 13 maggio 1655. Figlio di Carlo dei Conti di Segni, era discendente da una nobile famiglia che aveva già dato un Papa alla Chiesa, cinquecento anni prima: Lotario dei Conti di Segni, eletto nel 1198 con il nome di Innocenzo III.
Dopo gli studi al Collegio dei Gesuiti a Roma e una laurea in legge all'Università La Sapienza, a 25 anni venne ordinato sacerdote ed entrò nella corte pontificia. Il suo primo incarico fu inviato speciale di Papa Alessandro VIII a Venezia per la consegna di un'alta benemerenza al doge Francesco Morosini.
Fu però sotto il successore Innocenzo XII che Michelangelo ascese ben presto nelle gerarchie vaticane: divenne referendario del Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica, governatore di Ascoli, Campagna e Marittima e in seguito di Viterbo e abate commendatario del Santuario della Mentorella a Guadagnolo, nelle terre della sua famiglia. Nel 1695 Innocenzo XII lo nominò anche suo segretario particolare, anche se solo per pochi mesi.
Il 13 giugno 1695, a 40 anni, venne elevato arcivescovo e nominato nunzio apostolico in Svizzera, con residenza a Lucerna. Venne consacrato tre giorni dopo dal cardinale Galeazzo Marescotti, Pro-Prefetto della Congregazione del Concilio. Nel 1698 venne inviato a Lisbona come nunzio apostolico in Portogallo. Guardò da lontano il Conclave che elegge Papa Clemente XI nell'anno giubilare 1700, ma comunque il Pontefice il 7 giugno 1706, a 51 anni, lo creò cardinale. 
Il 28 gennaio 1709, a 53 anni, rientrò in Italia come vescovo di Osimo, dove mise fine a 9 anni di sede vacante dopo la morte del cardinale Opizio Pallavicini. Nel 1711 scelse il titolo cardinalizio dei Santi Quirico e Giulitta e l'anno successivo, alla morte del cardinale Andrea Santacroce, venne nominato vescovo di Viterbo. Tra il 1716 e il 1717 fu anche cardinale Camerlengo.
Il 14 marzo 1719, a 63 anni, decise a sorpresa di rinunciare alla cattedra di Viterbo per motivi di salute e ritirarsi a vita privata.

Il Santuario della Mentorella è stato costruito nel IV secolo sul Monte Guadagnolo, tra Tivoli e Palestrina. Situato nell'allora territorio dei Conti di Segni, Michelangelo Conti ne rimase abate commendatario anche dopo l'elezione papale. Alla sua morte volle che il suo cuore fosse custodito qui, dove riposa nella colonna del lato destro dell'altare

Il 18 marzo 1721 Clemente XI (al secolo Giovanni Francesco Albani) venne colto da un improvviso attacco di freddo, che lo costrinse a letto e, in breve tempo, dopo un repentino peggioramento, il Papa morì il giorno successivo a 71 anni, dopo oltre 20 di pontificato.
Il 31 marzo successivo, dopo i funerali del Pontefice, si aprì il Conclave nel Palazzo Apostolico alla presenza di 56 cardinali (12 non giunsero a Roma). Immediatamente, come spesso accadeva, il Conclave si ritrovò diviso in due blocchi: gli asburgici, i più numerosi, capeggiati dall'ungherese Michele Federico Althann, che rappresentavano l'imperatore Carlo VI, e i borbonici, che rappresentavano invece Luigi XV di Francia e Filippo V di Spagna. Estranei a questi due insiemi erano piccoli gruppi di cardinali, tra cui i più stretti collaboratori del defunto Clemente XI, come il nipote Annibale Albani. Il Collegio Cardinalizio si riunì preliminarmente per decidere se far partecipare agli scrutini Piero Ottoboni, che nonostante i suoi 53 anni non era mai stato ordinato sacerdote (lo sarà 3 anni dopo, e venne ammesso) e i due cardinali scomunicati Giulio Alberoni e Louis Antoine de Noailles (ammessi anche loro, ma Noailles rinunciò lo stesso per motivi di salute).
Il favorito apparve inizialmente l'arcivescovo di Napoli Francesco Pignatelli, i borbonici cambiarono candidato alleandosi con la vecchia guardia clementina e sostenendo Fabrizio Paolucci, Pro-Prefetto della Congregazione per i Riti e Penitenziere Maggiore. Al secondo scrutinio, Paolucci arrivò a soli 3 voti dall'elezione, ma venne messo fuori gioco dal veto posto in quel momento da Carlo VI d'Asburgo.
Il mese di aprile trascorse quindi nello stallo più totale, senza alcun candidato che riuscisse a mettere d'accordo le varie fazioni, che quindi con il passare delle settimane si orientarono sempre più verso una soluzione compromissoria, un cardinale esperto e anziano, che consentisse un pontificato breve dopo il ventennio di quello precedente. Il 25 aprile i borbonici proposero Michelangelo Conti, ma il candidato forte della fazione asburgica rimase Pignatelli, il quale il 1 ° maggio arrivò anch'egli a 3 voti dall'elezione. In quel momento, tuttavia, Filippo V di Spagna pose il veto contro di lui.
Per esclusione dei grandi favoriti, Conti rimase quindi l'unica soluzione. L'8 maggio 1721, a 66 anni, Michelangelo Conti venne eletto Papa all'unanimità (tranne un voto, il suo, che diede al cardinale Sebastiano Antonio Tanara, Decano del Collegio Cardinalizio e Prefetto della Congregazione per l'Immunità Ecclesiastica). Scelse il nome di Innocenzo XIII in omaggio a Innocenzo III, appartenente alla sua famiglia. Erano stati necessari oltre un mese di Conclave e 75 scrutini.

Innocenzo XIII morì il 7 marzo 1724, a 68 anni, nel Palazzo Apostolico a causa di un'ernia. Venne sepolto cinque giorni dopo nelle Grotte Vaticane, da dove non è mai stato spostato

La sua età già avanzata e il suo stato di salute, presto diventato malfermo, gli impedirono di portare avanti un pontificato di grande rilievo. Nel 1722 conferì a Carlo VI d'Asburgo l'investitura papale in cambio dell'alleanza con il Sacro Romano Impero, scegliendo così la fazione alleata in cui collocare lo Stato Pontificio. Tuttavia, nei fatti, la Santa Sede rimase profondamente succube dell'Impero, che non rinunciò al privilegio di nominare i vescovi siciliani nè restituì al Papa Comacchio ma anzi annettè il Ducato di Parma e Piacenza, mantenendo una guarnigione di soldati pagata dalla famiglia Farnese. In breve tempo il ducato passerà ai Borbone tramite l'infante Carlo (futuro Carlo III di Spagna), che poi lo cederanno agli Asburgo.
Innocenzo inoltre confermò la condanna al giansenismo, indisse un Giubileo straordinario subito dopo l'elezione e proclamò Isidoro di Siviglia Dottore della Chiesa nel 1722. Inoltre, concesse ospitalità a Roma a Giacomo Francesco Stuart, figlio di Giacomo II, ultimo re cattolico d'Inghilterra, dotandolo anche di un fondo per armarsi e riconquistare l'isola.
Innocenzo XIII, da tempo sofferente per un'ernia, morì il 7 marzo 1724, a 68 anni. Venne sepolto nelle Grotte Vaticane, tranne il cuore, che volle conservato al Santuario della Mentorella, di cui aveva conservato il titolo di abate commendatario.
Il 29 maggio successivo il cardinale Vincenzo Maria Orsini verrà eletto come suo successore con il nome di Benedetto XIII.

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