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80° - Distruzione dell'Abbazia di Montecassino

La quarta e ultima distruzione di una delle più importanti e antiche abbazie italiane, a 1400 anni dalla fondazione e 500 dall'ultima ricostruzione. Il 15 febbraio 1944 le forze alleate bombardano l'abbazia di Montecassino, radendola al suolo.

L'abbazia di Montecassino, la seconda fondata da San Benedetto da Norcia nel 529 dopo Subiaco, è stata distrutta 4 volte nella sua storia. L'ultima di queste avvenne il 15 febbraio 1944, quando gli Alleati la bombardarono ritenendola una fortificazione difensiva tedesca, con l'obiettivo di conquistare la strategica altura che sovrasta il borgo di Cassino


L'abbazia di Montecassino venne fondata nel 529 da San Benedetto da Norcia, fondatore dei monaci benedettini, sul luogo dove sorgevano una torre e un tempio dedicato ad Apollo. È il secondo monastero benedettino più antico d'Italia dopo Subiaco, fondato dieci anni prima dallo stesso santo. In cima all'altura di Cassino San Benedetto volle fondare un piccolo oratorio dedicato a San Martino dove venne sepolto alla sua morte, il 21 marzo 547, accanto alla sorella Santa Scolastica, morta appena un mese prima. 
Appena trent'anni dopo, nel 577, il monastero venne saccheggiato una prima volta dai longobardi, costringendo i monaci a portare le reliquie al Palazzo del Laterano a Roma. Il monastero rimase disabitato per 140 anni, finché San Petronace di Montecassino la ricostruì nel 718 diventandone abate. Anche in questo caso l'abbazia ebbe vita breve: nell'883 venne nuovamente distrutta dai saraceni e le reliquie trasportate fino in Francia, San Benedetto a Fleury Sur Loire e Santa Scolastica a Le Mans.
L'abbazia venne poi riedificata nel 949 per volontà di Papa Agapito II, ma le abbazie francesi si rifiutarono per decenni di restituire i corpi dei due santi. La religiosità di Montecassino ebbe comunque notevole seguito in Germania, con la fondazione di abbazie a Eichstatt e Fulda e divenne un centro di importanza cruciale nel Medioevo per la sua scuola scrittoria e miniaturistica dove venivano trascritte e conservate numerose opere letterarie dell'antichità.
La figura più importante fu l'abate Desiderio, che ricostruì l'abbazia di Sant'Angelo in Formis, nei pressi di Capua. Nel 1059 venne creato cardinale da Niccolò II, di cui divenne uno dei rappresentanti di maggior rilievo, tessitore dell'alleanza tra Chiesa e Normanni. Nel 1085, poco prima della morte in esilio a Salerno, Gregorio VII lo indicò come il più indicato a succedergli sul Trono di Pietro; il 24 maggio 1086 venne eletto Papa ma esitò ad accettare vista la sua repulsione per gli onori, finché assunse il nome di Vittore III. L'imperatore Enrico IV aveva tuttavia il controllo di Roma e fece eleggere l'antipapa Clemente III; fu necessaria una campagna militare condotta da Roberto il Guiscardo, in seguito condottiero della Prima Crociata, perché fosse consacrato nell'antica Basilica di
San Pietro. Vittore III scelse comunque di ritirarsi dopo pochi mesi a Benevento e poi nell'abbazia di Montecassino, dove morì il 10 settembre 1087, a 60 anni, dopo appena 15 mesi di pontificato, di cui appena 4 effettivi. 
Nel 1107 Papa Pasquale II si recò personalmente a Fleury per riportare a Montecassino le reliquie di San Benedetto e Santa Scolastica. Distrutta per la terza volta da un terremoto nel 1349, l'abbazia venne ricostruita nel 1366 e restaurata nuovamente nel Seicento, nella forma che sarebbe durata fino alla Seconda Guerra Mondiale. Nel 1326 a Montecassino venne concesso il rango di abbazia territoriale e, quindi, all'abate poteri equiparati a quelli di un vescovo sul territorio circostante.
Su impulso di Benito Mussolini, nel 1930 venne inaugurata la funivia di Cassino, che collegava l'abitato all'abbazia, primo impianto a fune realizzato nel Mezzogiorno, finché nel luglio 1943, durante un volo di addestramento un aereo militare tedesco fece collisione con il cavo, portando alla distruzione dell'impianto e alla morte del pilota. Da allora l'impianto venne abbandonato.

L'abbazia è stata poi ricostruita a partire dal 1948, subito dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, e consacrata il 24 ottobre 1964 dall'abate Ildefonso Rea. Nella stessa data, San Benedetto da Norcia venne proclamato uno dei 6 Santi patroni d'Europa

È in questo punto che la millenaria storia dell'Abbazia di Montecassino incrocia le tragiche vicende della Seconda Guerra Mondiale
Nell'estate 1943, con lo sbarco in Sicilia, la caduta del fascismo, la Seconda Guerra Mondiale sembrava volgere a favore delle potenze Alleate, che avevano aperto un ulteriore fronte con il regime nazista proprio in Italia. L'8 settembre 1943, a Cassibile, l'Italia si arrendeva agli Alleati, venendo di conseguenza invasa dalla Germania. Gli angloamericani erano sbarcati a Salerno e i tedeschi, comandati dal feldmaresciallo Albert Kesselring, avevano eretto una linea di difesa a sud di Roma, ancora nelle mani dei nazisti.
Il 20 gennaio 1944 l'esercito inglese varcava il Garigliano, dando inizio alla Battaglia di Cassino, offensiva che aveva lo scopo di riprendere la capitale italiana, preparando il terreno per un altro sbarco alleato, che avvenne il 22 gennaio ad Anzio e Nettuno senza incontrare resistenza. Anziché trincerarsi in vista della controffensiva tedesca, informati dei successi della Russia sul fronte est, Inghilterra e Stati Uniti decisero di incalzare il nemico, anche a fronte di numerose perdite. L'assalto nella valle di Cassino, con la battaglia del Colle Belvedere, si concluse con un nulla di fatto: l'11 febbraio l'offensiva si arrestò, dopo 4000 morti e feriti e cinque divisioni alleate fuori combattimento.
L'abbazia di Montecassino, nel frattempo, era abitata da una manciata di monaci e centinaia di civili, rifugiati al suo interno per scampare alla guerra, accolti dall'abate Gregorio Diamare. L'abbazia era anche entrata a far parte delle fortificazioni difensive tedesche: nessun soldato vi era schierato (anzi, l'area per 300 metri intorno all'abbazia era considerata neutrale dai tedeschi), ma l'altura ospitava magazzini di munizioni e postazioni di osservazione. 
Inizialmente gli Alleati assicurarono la protezione dell'abbazia, ma la posizione andò sempre più a sfumarsi nel tempo: il generale Eisenhower, comandante in capo dell'esercito alleato, disse che la tutela dei beni culturali italiani era prioritaria, ma lo erano ancor di più la salvaguardia delle vite umane, dei soldati in particolare, e le necessità militari. 
Il comando delle operazioni passò al neozelandese Bernard Freyberg, la cui divisione era diretta espressione del governo del piccolo Paese dell'Oceania e godeva quindi di grande autonomia decisionale. Fin da subito, Freyberg chiese di bombardare l'abbazia per conquistare l'altura di Montecassino con un successivo attacco coordinato con la fanteria e il suo superiore, il comandante della Quinta Armata generale Mark Clark, seppur contrario, diede l'ordine, ben sapendo che il rifiuto avrebbe comportato anche accollarsi le responsabilità di un eventuale fallimento dell'offensiva.

L'abate Gregorio Diamare si adoperò per dare rifugio nelle mura dell'abbazia ai civili di Cassino e per mettere al sicuro in Vaticano il patrimonio storico e artistico di Montecassino, collaborando con il tenente colonnello Julius Schlegel. Diamare verrà poi trasferito all'abbazia di Sant'Anselmo a Roma e si rifiuterà di firmare un proclama propagandistico nazista sulla distruzione del complesso

Inizialmente previsto per il 13 febbraio, l'inizio ufficiale delle operazioni dovette slittare di due giorni per il maltempo. Gli Alleati avvisarono due giorni prima gli sfollati della distruzione dell'abbazia, mentre i tedeschi si adoperarono per salvare l'archivio e i più preziosi documenti. Il bombardamento prese il via alle 9:45 del 15 febbraio 1944. Gli aerei alleati sganciarono in totale 353 tonnellate di bombe sull'abbazia, radendola completamente al suolo. Il numero esatto delle vittime civili non è mai stato ufficialmente accertato (ma sarebbero almeno 230), mentre è certo invece che nessun soldato tedesco rimase vittima del bombardamento (venne anche firmata una nota dall'abate sull'argomento). 
I monaci vennero quindi trasferiti a Roma, all'abbazia di Sant'Anselmo. Durante il tragitto l'abate venne prelevato, costretto a fare una dichiarazione sul comportamento "terribile" degli Alleati, a differenza di quello tedesco, e gli venne ordinato di firmare un memorandum di propaganda, cosa che si rifiutò di fare. L'intero bombardamento, però, venne ripreso dai tedeschi e le immagini inviate a Berlino, dove vennero utilizzate a fini propagandistici dal Ministro della Propaganda Joseph Goebbels.
Le basi del monastero, tuttavia, erano rimaste intatte, senza fornire un facile accesso all'altura, che quindi rimase saldamente in mano tedesca nonostante l'assalto del battaglione Sussex, che perse metà dei suoi uomini. Un secondo assalto del battaglione neozelandese venne respinto con gravi perdite e gli Alleati rinunciarono alla conquista dell'altura. Il generale von Senger riuscì anzi a trasformare i resti dell'abbazia in una fortificazione difensiva, completando la vittoria difensiva tedesca.
Il superamento del Garigliano costituisce la prima battaglia di Cassino, mentre il bombardamento dell'abbazia e l'assalto all'altura la seconda. Il 15 marzo 1944 ebbe inizio la terza, con il pesantissimo bombardamento alleato su Cassino, che colpì nuovamente anche l'abbazia: i tedeschi, al netto di pesantissime perdite, riuscirono a resistere anche questa volta, nonostante l'iniziale avanzata nell'abitato. 
Sarà la quarta battaglia di Cassino, avviata l'11 maggio 1944, a rompere definitivamente le linee tedesche. Il 18 maggio la divisione polacca conquistò l'altura di Montecassino, con le rovine dell'abbazia, mentre Cassino era rasa completamente al suolo. Dopo lo sfondamento della Linea Gustav, Hitler diede ordine di abbandonare Roma e trincerarsi sulla Linea Gotica. Il generale Clark diede immediatamente ordine all'esercito statunitense di marciare su Roma, per arrivarci prima dello Sbarco in Normandia, che egli sapeva programmato per il 5 giugno (partì in realtà il 6 giugno per maltempo). Il 4 giugno 1944 gli Alleati entravano a Roma, liberandola dopo 9 mesi dall'occupazione nazista.
L'abate Gregorio Diamare morì il 6 settembre 1945, pochi giorni dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale e senza veder iniziata la ricostruzione dell'abbazia, che cominciò nel 1948, affidata all'architetto Giuseppe Breccia Fratadocchi. La nuova abbazia sarà riconsacrata il 24 ottobre 1964 dal successore Ildefonso Rea, che proclamò anche San Benedetto patrono d'Europa, riconoscimento alla missione evangelizzatrice dei monaci nel corso dei secoli.
Nel 1980 Giovanni Paolo II si recò in pellegrinaggio a Montecassino, in occasione dei 1500 anni dalla nascita di San Benedetto, seguito poi nel 2009 da Benedetto XVI. Nel 2014 Montecassino fu l'ultima abbazia territoriale il cui territorio venne circoscritto al solo complesso del monastero, mentre i territori circostanti vennero assegnati alla diocesi di Sora - Aquino - Pontecorvo, che assunse il nome di Sora - Cassino - Aquino - Pontecorvo
Nel corso della storia, ben 4 Papi mantennero il titolo di abate di Montecassino dopo l'elezione al Soglio Pontificio:
- Stefano IX (Frèdèric de Lorraine), benedettino, eletto Papa nel 1057 (e abate tre mesi prima), mancato nel 1058 a soli 37 anni
- Vittore III (Dauferio di Benevento), benedettino, eletto abate nel 1058 e Papa nel 1086, mancato nel 1087 a 59 anni nell'abbazia
- Urbano V (Guillaume de Grimoald), benedettino, eletto Papa nel 1362, nel 1366 assunse anche la carica di abate, mancato nel 1370 a 59 anni
- Paolo II (Pietro Barbo), eletto Papa nel 1464, assunse nel 1465 il titolo di abate commendatario, mancato nel 1471 a 53 anni

Sono stati abati di Montecassino anche 9 cardinali (di cui 1 futuro Papa) e 2 futuri cardinali:
- Oderisio di Montecassino, abate dal 1087, creato cardinale nel 1059 da Niccolò II, mancato nel 1105
- San Bruno di Segni, abate dal 1107, creato cardinale nel 1086 da Vittore III (unico creato durante il suo breve pontificato), mancato nel 1123 a 77 anni
- Teodino, abate dal 1166, creato nel 1165 da Alessandro III, mancato nel 1167
- Roffredo dell'Isola, abate dal 1188 al 1210, creato nel 1191 da Celestino III, mancato nel 1212
- Riccardo di Montecassino, abate dal 1252, creato nel 1255 da Alessandro IV, mancato nel 1262
- Bernard Ayglier, abate dal 1263, creato nel 1265 da Clemente IV (unico creato durante il suo pontificato), mancato nel 1282 a 65 anni
- Francesco degli Atti, vescovo-abate dal 1353 al 1355, creato nel 1356 da Innocenzo VI come vescovo di Firenze, mancato nel 1361
- Giovanni de Primis, abate dal 1442 al 1446, creato nel 1446 da Eugenio IV come vescovo di Catania, mancato nel 1449
- Giovanni d'Aragona, abate commendatario dal 1471, creato nel 1477 da Sisto IV, mancato nel 1485 a 29 anni
- Giovanni de' Medici, abate commendatario dal 1486 al 1504, creato nel 1489 da Innocenzo VIII, eletto Papa nel 1513 con il nome di Leone X, mancato nel 1521 a 45 anni
- Michelangelo Celesia, abate dal 1850 al 1858, creato nel 1884 da Leone XIII come arcivescovo di Palermo, mancato nel 1904 a 90 anni

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