A bordo della Vostok 1, pose una pietra miliare nella corsa allo spazio sotto la bandiera dell'Unione Sovietica. Il 12 aprile 1961 Yuri Gagarin divenne il primo uomo nello spazio, primato che gli valse la celebrità mondiale.
Yuri Alekseyevich Gagarin nacque il 9 marzo 1934 nel villaggio di Klushino, ribattezzato Gagarin dopo la sua morte. Era il terzo dei quattro figli di Alexey, carpentiere e Anna Timofeyevna, lavoratrice in una fattoria collettiva.
Nel 1941 il villaggio di Klushino venne occupato dai tedeschi. La casa dei Gagarin divenne la dimora di un ufficiale tedesco e la famiglia si trasferì in una capanna di fango nel terreno retrostante, dove rimasero fino alla fine dell'occupazione.
Yuri divenne un esperto sabotatore, in particolare contro un soldato tedesco chiamato Il Diavolo, che aveva tentato di impiccare il suo fratellino Boris a un albero con una sciarpa. Gli altri due fratelli maggiori, Valentin e Zoya, vennero deportati in Germania per lavorare come schiavi. Torneranno a casa solo nel 1945, a guerra finita.
Gagarin venne picchiato per aver rifiutato di sottoporsi ai lavori forzati per i tedeschi e passò mesi in ospedale. Anche la madre venne ferita a una gamba con una falce da un soldato. Finalmente, Klushino venne liberata dai sovietici il 9 marzo 1944.
Nel 1955 venne ammesso all'alta scuola dell'aviazione di Orenburg, da cui uscì due anni dopo come luogotenente. Venne assegnato alla base aerea di Luostari, vicino al confine con la Norvegia. Nel 1959 l'Urss lanciò la sonda Luna 3, con l'obiettivo di fotografare il lato oscuro della Luna. A seguito di quella missione, la terza sovietica, Gagarin chiese di essere ammesso al programma spaziale. La sua candidatura venne sostenuta dal suo superiore, il colonnello Babushkin.
Nel 1959 il governo avviò le selezioni per il programma Soviet. Di 159 candidati ne vennero selezionati 29. Dopo un anno di ulteriore addestramento in condizioni estreme, Gagarin venne scelto come primo pilota della Vostok 1.
Il 12 aprile 1961, alle 6.07, la Vostok 1 venne lanciata dal cosmodromo di Baikonur. Il saluto di Gagarin ("Poyekhali", ossia "Decolliamo") divenne un'espressione comune nel blocco orientale per definire l'inizio dell'era spaziale. La navicella rimase in orbita 108 minuti, completando un'orbita terrestre prima di atterrare in Kazakistan.
Da quel momento in avanti, Gagarin venne celebrato in tutta l'Unione Sovietica come un eroe nazionale. Venne eletto deputato alla Duma e ambasciatore della cultura sovietica all'estero, continuando la sua carriera come ufficiale nell'aviazione.
Gagarin morì improvvisamente il 28 marzo 1968, a soli 34 anni, durante un volo di addestramento insieme all'istruttore di volo Vladimir Seryogin vicino alla città di Kirzhach.
I corpi di Gagarin e Seryogin vennero cremati e tumulati nelle mura del Cremlino, insieme ai personaggi illustri della Russia. Inizialmente gli atti d'indagine sull'incidente vennero secretati, fino al 2003. La causa ufficiale dello schianto furono le condizioni meteorologiche estreme, complicate da una manovra improvvisa dell'aereo.
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